lunedì 15 ottobre 2012

Vento teso

Il tendone è gremito, non l'ho mai visto così pieno. Un mago gonfia palloncini, li annoda e li regala ai bambini che poi corrono via per le corsie, zizagando tra gli inservienti e gruppi di amici, fidanzati e famiglie alla ricerca di un posto libero. Il risotto è ottimo, e costa solo 5 euro al piatto. Vino e birra a due euro, liquore a un euro. Sorrido amaramente pensando che se questa sagra l'avesse organizzata la caritas, non avrebbe saputo fare un lavoro migliore.

Fuori l'aria è fresca, il vento teso odora di pioggia in arrivo. Mi fermo di fronte ad una casetta in legno dove vengono servite grappe aromatizzate e ne assaggio una. Mentre il mio amico mi parla, osservo gli stand davanti all'ingresso. Piccoli artigiani, un falegname, un salumificio, un negozio di dolci, un mercatino dell'usato. Allestimenti modesti, pochi clienti, e sorrisi un po' tirati e stanchi.

Ci muoviamo verso le giostre, una ragazza mezza zingara mi sorride distrattamente al di la del bancone del tiro a segno. Il calcinculo gira forte, mentre musica dozzinale viene sparata ad alto volume tra le luci intermittenti che sembrano venire da un'altra epoca. I seggiolini sono vuoti. Due ragazzi rumeni si sfidano al tirapugni, SBAM,  e le loro fidanzate ridono ad ogni colpo. Tute adidas e capelli rasati all'ultima moda, giacche scamosciate, dentature approssimative.

La bimba vuole andare sui tappeti elastici, il mio amico le sorride e acconsente. La separazione dalla moglie è stata un duro colpo, ma l'ha superata bene. E ama sua figlia alla follia. Il grassone nel box di lamiera rossa intasca cinque euro, toglie il sigaro di bocca e biascica "vale per dieci minuti" attraverso una nuvola di fumo puzzolente.
La bimba mi chiede se posso tenerle la scimmietta di peluche mentre si lancia sui tappeti.  I capelli biondo scuro ondeggiano mentre ride e saltella sotto una luce livida e volgare . Nessun bambino dovrebbe giocare sotto una luce come questa.

Ci salutiamo e raggiungo l'auto.

Passo davanti la stazione dei treni, gruppi di ragazzi ciondolano ubriachi da un kebab bar all'altro, e attraversano pericolosamente la strada senza neppure guardare. Auto scassate in doppia fila, schiamazzi. Un centro massaggi cinese ancora aperto di fianco a una pizza al taglio, gestita probabilmente dagli stessi titolari. "Massaggio, pompino e una malghelita signole, selvizio completo pel i nostli clienti!"
Penso a com'era una volta, a com'era tutto, e rabbia e tristezza spingono sull'acceleratore al posto mio per farmi andare via al più presto da li.
Fuori dalla città passo vicino ad alcune pompe di benzina. Una, due, tre auto in fila per il self service alle undici di sera, per risparmiare due euro a pieno. Anche solo due anni fa, sarebbe sembrata una scena surreale.

Pochi minuti ancora, e arrivo al mio paesino popolato da redneck, motociclisti e accaniti giocatori di carte. A un quarto d'ora dalla città, in aperta campagna, qui l'odore della decadenza non si sente... ancora, per ora, mi sento costretto ad aggiungere. Salgo le scale, entro a casa mia e mi chiudo la porta alle spalle. Sento i nervi tesi sciogliersi un po'.

Prendo un libro, vado in bagno e abbasso jeans e boxer mentre mi siedo sul wc.
L'occhio mi cade sull'etichetta all'interno dei pantaloni. W(34) Blake.
Va beh, saranno anche solo taglia e modello, ma vista la serata sempre meglio Blake che non so, Baudelaire.

The heavy - The lonesome road