domenica 27 dicembre 2009

25 dicembre 2009

La notte di Natale è sempre stata una delle più placide, dolci, e calde: il cenone, la famiglia, l'albero, i regali, le candele accese... e poi il rassicurante tepore sotto le coperte, il risveglio a mattina inoltrata, il profumo di brodo che inonda le stanze. E mia nonna che veniva a svegliarmi, con quei suoi modi bruschi ed affettuosi insieme, che amavo.

Speravo di riuscire a dormire, almeno QUESTA notte, e invece sono qui a scrivere. In balia di sentimenti che non posso governare, e fondamentalmente della mia stupidità. Poi mi guardo allo specchio e mi riconosco sempre un po' meno, come se una patina di qualcosa che non mi piace mi stesse lentamente ricoprendo. Io non sono così, io so esattamente come sono, ma sembra non bastare.

Ci sono notti, come questa, dove il cuore e l'anima sembrano essere troppo vuoti, e non ci saranno braccia a sorreggermi ed abbracciarmi quando cadrò di nuovo. Forse una volta raggiunto il suolo, dormirò.

Buon Natale,
Stefano






giovedì 24 dicembre 2009

Ghiaccio

Queste cose mi capitano spesso quando sono stressato... devono essere i neuroni che cortocircuitano, o qualcosa del genere.
Questa mattina, verso le 11, mi trovavo nel parcheggio del nuovo studio. Stavo per salire in auto, ma mi sono fermato per qualche secondo con la portiera aperta, un piede dentro e il braccio appoggiato sul tetto, per gustarmi la campagna innevata davanti a me. Candida sotto un cielo finalmente azzurro... quell'azzurro pulito e intenso che hanno i cieli in primavera.
Parcheggiato poco più in la c'era un furgone per il trasporto di alimenti con i portelloni posteriori aperti. Un ragazzo stava armeggiando con delle grosse casse di legno chiaro, non ho capito se le stava caricando o scaricando ma non importa. Era baccalà: anche a dieci metri di distanza sentivo chiaramente quell'odore familiare, aspro, pungente e salato.
Poi è partito il cortocircuito. Il cielo era sempre azzurro, ma io ero appoggiato con le mani nude ad una staccionata di legno ruvido. Sotto i miei piedi erba e qualche rimasuglio di neve ghiacciata, e davanti a me un mare gelido e placido che rifletteva i colori del cielo in una tonalità più scura e profonda. Oltre il mare, montagne innevate o forse iceberg. Il profumo dell'aria sapeva di ghiaccio e salsedine. Al largo, c'era una nave con lo scafo rosso. Hanno sempre lo scafo rosso da quelle parti. Con la coda dell'occhio, alla mia destra, vidi quella che doveva essere una rimessa per piccole imbarcazioni, o forse una casa.
Era rossa, con il tetto spiovente color ardesia, e le porte e le finestre bianche.
Ho pensato che sembrava una di quelle casette che costruivo da piccolo con i lego. E mentre finivo di formulare questo pensiero, ero già tornato al parcheggio.

ghiaccio

mercoledì 16 dicembre 2009

Capita...

Capita che un presidente del consiglio venga colpito in pieno da un duomo di Milano in miniatura. Uno smacco incredibile, sei pensiamo che George Walker Bush detto "lo sveglio" ha evitato con inaspettata prontezza di riflessi la mortale scarpa lanciata un giornalista iracheno. Riuscirà a sopravvivere a quest'onta, mr B.?
Capita che quest'anno l'unico regalo aziendale lo farò al mio commercialista, il che la dice lunga credo.
Capita che accendo la tv, mi rendo conto che vespannozerofedefilippigrandefratellogiochidelcazzovarieassortiti ci sono ancora, non si sono estinti, e la spengo di nuovo. E il sollievo che provo è come quello di un calcio nelle palle evitato per un pelo. Presente quel brividino?
Capita, ultimamente, che mi senta fuori luogo, inadatto, e con la capacità di concentrazione ridotta al lumicino. Vitale come un fermacarte. Sguardo fisso sul monitor, come a far la gara a chi ride prima. E credo vincerò io.
Capita di sentirsi utile come un culo senza il buco.
Capita di sentirsi lontani.
Capita di fare sogni assurdi, vividi, desideri moderatamente folli mixati a sensi di colpa per cose -tra l'altro- mai fatte. Nelle tisane che mi faccio ultimamente deve esserci qualche ingrediente allucinogeno.
Capita che riprendi in mano la vecchia chitarra e per poco non ti becchi il tetano sfiorando il mi-cantino. Antiruggine o corde nuove? Verificare su e-bay cosa costa di meno.
Capita che riscopri il calore di persone speciali, e di essere grato al Caso che te le ha fatte conoscere. Infinitamente.
Capita che fai shopping compulsivo, però con dvd low price. Il che significa che sto impazzendo, ma che comunque lo spirito di mia nonna (Ebenezer "Lea" Scrooge) veglia ancora su di me.

Buonanotte.


Goodnight Moon - Shivaree. Anche colonna sonora di Kill Bill.




martedì 8 dicembre 2009

Tra non molto è Natale

A volte mi chiedo come mai ancora mi ostini ad utilizzare l'iniziale maiuscola per questa festività, considerata la mia scarsa (solo scarsa?) affezione nei confronti della religione cristiana.
Forse perchè lego questo simbolo alla mia famiglia, al calore che emana quando siamo tutti assieme. E non durerà per sempre, lo so, ma questa sera non mi va di pensarci.

In questi giorni la famiglia è stato il mio rifugio... lontano dal lavoro, lontano dalle preoccupazioni, lontano da persone che credevo tutto sommato diverse e che invece han trovato il modo di ferirmi. Non me l'aspettavo, eppure la coltellata è arrivata non appena ho abbassato la guardia. Col sorriso di chi la sa lunga, di chi non ha mai dubbi, di chi è contento solo quando ha l'ultima parola, o l'ultimo silenzio (il mio, in questo caso). E' un taglio superficiale, ma brucia.
Mi diverte in modo sottile il sapere benissimo che questo mio silenzio viene interpretato come resa, perchè in realtà è proprio il contrario. Un po' come Bruce Willis in un Die Hard qualsiasi (film che danno spessissimo in questo periodo dell'anno, tra l'altro), devi mettercela veramente tutta per vedermi in ginocchio. E anche quando ci sei riuscito, sta certo che non è finita.

Aspetto il nuovo anno, e nel frattempo cerco di lasciar fuori questi figuri dalla mia vita. Mi godo la mia famiglia e gli amici veri, e - questa sera - anche due fette di panettone classico con l'uvetta.

Mi manca solo la trilogia di John McLane da infilare nel lettore DVD!







Non ci vuole poi molto, a tirarmi su il morale. ;-)

mercoledì 2 dicembre 2009

Insegnami a sussurrare

Ma i Devildriver, prima di buttar giù le idee per il nuovo disco, si sono fatti dare dalla CIA i tracciati del mio cervello? Posto sempre che ci sia qualcosa da tracciare...

I problemi stanno arrivando

Un altro giorno, un'altra decisione
che coinvolgerà entrambi
Insegnami a sussurrare, perchè sento che vorrei urlare

La rabbia e l'odio sono i remi
La vendetta è la nave
Essere forte, essere paziente

Tirar fuori il meglio da una brutta situazione
Sfruttarla al meglio

E' la tua coscienza che parla, risparmia le energie
I problemi stanno arrivando
Insegnami a sussurrare



Un video (non ufficiale) della canzone... ben fatto, tra l'altro

sabato 28 novembre 2009

Sul comodino, nel lettore mp3, e in quello dei dvd

Sul comodino (Letti, da iniziare e in lettura...)

Addio alle armi - Ernest Hemingway
E' una storia di amore e di guerra, ambientata sul fronte italiano negli anni della seconda guerra mondiale. Hemingway come al suo solito crea personaggi fortemente idealizzati e in qualche modo stereotipati, ma allo stesso tempo tremendamente umani e veri. Un racconto appassionato e pessimista (o realista?), dove solo l'amore sembra portare quel poco di speranza che permette al protagonista di andare avanti. Ma anche la felicità, raggiunta a caro prezzo, non durerà a lungo. Se siete giù, non leggetelo. Però è molto bello.

54 - Wu ming
Guerra fredda, stelle di hollywood e servizi segreti, l'Italia del dopoguerra, prima del boom economico. Bellissimo. Questi scrittori emiliani hanno uno stile che mi piace proprio... Se non vi spaventano i libri più spessi di un centimetro, vale la pena dare una letta i loro romanzi.

Matilde e i suoi tre padri - Emilio clementi
Laura e Arturo vogliono cambiare il mondo, insieme, vogliono fuggire: direzione West Coast. Lì, fra le maglie del sogno americano, viene concepita Matilde. Devo ancora iniziarlo ma mi incuriosisce :-)

Sogno di una notte di mezza estate - Shakespeare
Due giovani ateniesi, Lisandro e Demetrio, sono entrambi innamorati della stessa donna, Ermia; quest'ultima ama Lisandro, mentre la sua amica Elena è innamorata di Demetrio. Ma il padre di Ermia... I soliti casini insomma, però raccontati dal Bardo, con la solita eleganza e ironia.

Il grande nulla - James Ellroy
Los Angeles, anni Cinquanta. Mal è a caccia di comunisti, Danny si danna l'anima per catturare il maniaco che sta facendo strage di omosessuali, e Buzz, dopo anni di droga, inizia a vendere a caro prezzo informazioni molto particolari... non credo di dover aggiungere altro ;-)

Guerreros - William Gibson
Non si avvicina a Il Neuromante (favoloso), e non vuole neppure provarci. Ma il padre del Cyberpunk ha ancora parecchie carte da giocare, e le gioca bene quasi fino alla fine, dove un po' , a mio avviso, si perde. Ma Guerreros rimane comunque un buon libro. Il nuovo Gibson legge nelle trame del nostro contemporaneo quel futuro che in realtà è già presente, utilizza i concetti di realtà aumentata e geohacking, un po' di misticismo afro-cino-cubano, traffico d'armi e agenti segreti stanchi e ribelli, per raccontare una storia inusuale e intrigante. E riesce ancora ad essere abbastanza Cyberpunk, quale che sia la nuova accezione del termine se riportata ai giorni nostri. Perchè in pochi anni noi stessi siamo già diventati un po' Cyberpunk come certi protagonisti dei primi romanzi del genere (anni '80): scriviamo su diari digitali, pubblichiamo foto su myspace e video su youtube, giochiamo in rete impersonando soldati o guerrieri o piloti, abbiamo avatar, video-chattiamo con persone che abitano dall'altra parte del pianeta, utilizziamo cellulari (ovvero micro telefoni portatili senza fili sempre collegati al mondo e alla RETE) per sapere dove ci troviamo e per ascoltare musica e per scattare foto, e non ci stupiamo più se anche nostra nonna sa cos'è un megabyte. Se non è Cyberpunk questo...


Nel lettore mp3

Tom Waits - Glitter and Doom (link)
Devildriver - Pray for villains (link)
Them crooked vultures - Omonimo (link)
Cherry popping daddies - Zoot suit riot (link)
Big bad voodoo daddy - Americana deluxe (link)
Slayer - Christ illusion (link)
Megadeth - Endgame (link)
Eagles - Hell freezes over (link)
Ac/Dc - Ballbreaker (link)
Dire Straits - On every streets (link)
Joni Mitchell - Travelogue (link)
Muse - The resistance (link)
Billy Joel - The stranger (link)
Nevermore - The godless endeavor (link)
John Fogerty - Deja vu all over again (link)



Nel lettore dvd

Batman - Il cavaliere oscuro
Un bellissimo film che accidentalmente ha un supereroe come protagosista. Nero come la pece.

Wall-e
Un altro capolavoro targato Pixar. Se qualcuno poteva creare una stora d'amore credibile tra due pezzi di ferro, sono proprio quelli della Pixar.

The wathcmen

Discorso simile a quello fatto per "Il cavaliere oscuro", un film che mi ha sopreso. Non è sicuramente un film per ragazzini.

Il viale del tramonto
A mio parere (e non solo il mio, viste le nomination all'oscar guadagnate nel 1951) un vero capolavoro. Un cadavere racconta come è finito nella piscina di una villa di Hollywood, ed è già un ottimo inizio. Un omaggio al cinema del passato, del muto, quello Von Stroheim, di Cecil de Mille e di Gloria Swanson (la bellissima attrice fotografata da Steichen), tutti ospiti d'eccezione nella pellicola di Wilder.

Cash
Una specie di "Ocean's eleven" in salsa francese... decisamente godibile. Un film francese che non eccede con l'humor (chiamiamolo ocosì) francese, forse è per questo che mi è piaciuto. ;-)

The tracker
Una produzione semindipendente Australiana. 1922. Un aborigeno viene utilizzato come guida dallo sceriffo e da due aiutanti per scovare un altro aborigeno, accusato di aver violentato una bianca, che si nasconde nelle pieghe del deserto australiano. Molto bello, e altrettanto devo dire della colonna sonora di Archie Roach

The international

Traffico d'armi e intrighi finaziari che coinvolgono importanti banche. Niente di straoriginale, ma è un film divertente e ben fatto, e la location prevalentemente europea lo rende diverso dal solito. Divertente la parodia (involontaria?) dei comizi di forza italia ;-)

La banda Baader Meinhof

Perchè gli anni di piombo ci sono stati anche in germania. Interessante, racconta una parte di storia recente che proprio non conoscevo.

La grande fuga
Un grande film di guerra, uno dei miei preferiti. La corsa in moto di Steve McQueen tra le verdi colline germaniche vale da sola il prezzo del dvd :-)

Grindhouse - Planet terror
Robert Rodriguez, pupillo di Tarantino, ha creato un b-movie doc, con belle ragazze, tante armi, virus che trasformano tutti in zombie cannibali e tanto, tanto sangue. E parecchia (auto)ironia. Questa volta l'allievo ha superato il maestro, che con "A prova di morte" (uscito in contemporanea al cinema) mi ha personalmente parecchio deluso. Meno male che si è rifatto con Inglorious basterds.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Un capolavoro italiano, del 70, con un Gian Maria Volontè che mette i brividi. La colonna sonora (di Morricone) è splendida.

Oxford murders
Una sorta di Cluedo decisamente ben orchestrato dal regista, dove è l'analisi "logica" dei simboli lasciati dall'assassino, a guidare il protagonista verso la verità. Non banale.

Radio days
Un film nostalgico sull'america degli anni 50, vista dagli occhi di un ragazzino innamorato della radio e dei protagonisti che la popolavano. Un po' una autobiografia romanzata del regista stesso, un po' un omaggio spassionato a quel periodo.

L'onda (Die welle)

Un bel film tedesco. La storia è semplice, ma a mio parere non per forza raccontata in modo semplicistico. L'ossessione per l'appartenenza ad un gruppo, l'esaltazione, il totalitarismo, la violenza. E tutto è partito da una lezione, un test, in una scuola superiore.

Andata e ritorno

Finalmente una commedia italiana ben fatta e divertente. Non vi dico nulla della trama ma fidatevi. (e grazie per la dritta a Curlyz, la DIVORATRICE di film sconosciuti al pubblico ;-) )

The experiment

L'essere umano è debole e feroce, e in condizioni di forte stress psicofisico (pilotato o meno) tutto ciò che di marcio vi alberga dentro tende ad uscirne, con risultati putroppo prevedibili.

Scoop
Cosa succede quando un giornalista è così attaccato ad una notizia, tanto che neppure da morto desiste (in forma di fantasma) dal cercare lo scoop? Vuole smascherare un serial Killer, e la bella (e un po' ingenua) aspirante giornalista - Scarlett Johansson - gli darà una mano. Uno dei film più spassosi che mi siano passati sul lettore ultimamente.

venerdì 20 novembre 2009

Due alberi d'argento

Decisioni difficili da prendere, dure.
Decisioni che si sommano ad altre decisioni. Una somma di incertezze che diventa caos.
Mi chiedo se lo farò, questo passo. Probabilmente è un si, ma bruciare tutti i ponti alle mie spalle è doloroso, forse pericoloso.
Potevo continuare su questa strada, che mi ha dato soddisfazioni e delusioni, ma mai vere sofferenze.
E mi sembra di fargli un torto, a questa strada. Fare un torto a me stesso e a tutto quello che sono stato per più di 10 anni
A quello che ho costruito con le mie forze nel tempo, di giorno e di notte, i sabati, le domeniche... con passione, sempre.
L'emotività sta togliendo ossigeno al cervello, devo prendere fiato.
Mi chiedo se non sono semplicemente un egoista, disposto a sacrificare una parte di me per.. non so bene ancora cosa.

"You can fall for pretty strangers, and the promises they hold" (Romeo and Juliet, dIRE sTRAITS)

Se mi fermo a ragionare, so che probabilmente è il passo giusto da compiere, e dovrei ritenermi anzi fortunato per il fatto che mi venga data questa possibilità... ma se così è, come mai che la vivo così male? E' sesto senso? E' paura? O sono solo paranoie di uno che come me ragiona sempre troppo, nonostante il cervello non sia propriamente un cavallo da corsa?

Coricato sul letto, chiudo gli occhi e cerco di svuotare la mente, di allontanare paure, gelosie feroci e passioni soffocate, anche quella malinconia di fondo che da sempre mi accompagna e che so far parte di me più di quanto vorrei.
Il pensiero vola a cieli azzurri e deserti polverosi, chissà se li vedrò mai?







lunedì 16 novembre 2009

Promemoria

Scrivermi su un foglio di carta un elenco dei "to-do" è una cosa che ho imparato a fare relativamente tardi. Prima vivevo nell'illusione che il mio cervello riuscisse ad immagazzinare tutte le cose da fare, da ricordarsi, i progetti a medio e lungo termine  - sia lavorativi che non - e mi permettesse di organizzarle tutte senza problemi lungo timeline settimanale, mensile, ecc.

Probabilmente ho dato troppo credito al mio cervello, e troppo a lungo. Fatto sta che ora scrivere l'elenco delle cose da fare (e barrarle con gusto quando sono fatte) è diventato l'unico metodo sicuro per essere certo di non perdermi per strada. E sarà contenta mia mamma, che fin da piccolo mi ripeteva sempre "Scrivi!! Che se no poi ti dimentichi". Aveva ragione (dannazione!!!).

Questo domani magari me lo scrivo su carta.

- Urgente! Dare inizio al Piano B. La strada davanti a me è diventata troppo stretta e l'asfalto ha troppe buche, è arrivato il momento di cambiare rotta. Non sarà indolore, purtroppo, ma cuore muscoli e cervello mi dicono che va fatto. E poi, ogni tanto, bisogna dare una scossa alla propria vita no?

- A Roma a Dicembre: decidere una data

- Imparare a cucinare qualcosa di più complicato di wurstel al burro. Anche una pasta asciutta non troppo scotta va bene, per iniziare.

- Riprendere a fare un po' di esercizio fisico. Se il corpo è un tempio, il mio ultimamente è un po' come il partenone: un restauro non gli farebbe male.

- A Colonia a Gennaio per la mostra di design. Birra e design, ottimo binomio.

- Riempire la casa di quelle cose che la qualificano come tale (letto, cucina e box doccia).

- Ricordarsi di fare quel furto alla banca in centro. La maschera di Nixon ce l'ho.

- Riprendere a disegnare/progettare. Ho (ri)scoperto che mi rilassa, quando non è per lavoro.

- Vacanza oltre oceano (aprirò un altro mutuo per poterla fare). California, New Mexico ecc... O New York? Oppure il Canada, o i grandi parchi. Mi dicono che da quelle parti il risotto coi cordyceps lo fanno da dio. 

- Leggere qualche libro di quelli che tanti mi consigliano e io non leggo mai perchè sono un testone. Tipo la biografia di Mao con prefazione di Woody Allen.

- Ascoltare tutti quei dischi che ho archiviato nell'hard-disk esterno e che non ho ancora trovato il tempo&mood per sentire.

- Iniziare a fotografare. Intendo con qualcosa di più professionale di un cellulare. Mi va bene anche una Kodak Fun usata.

- Comprare una tastiera da 70 euro alla Feltrinelli e imparare a suonare il pianoforte scaricando tutorial da internet. E qui siamo alla fantascienza.

venerdì 6 novembre 2009

Pensieri sparsi

 Sto entrando in letargo? Ultimamente non riesco a guardare un film senza addormentarmi a metà... ok che iniziare a guardarli alle 11 non aiuta, però mi secca. D'estate mi devo forzare ad andare a nanna all'una solo perchè alle 7 poi la sveglia suona, altrimenti leggerei e guarderei film fino forse alle 4! Ah quanto mi piace l'estate.
 

Non so quanto durerò stasera, ma considerando che ieri sera sono tornato da Milano - dove ero andato a vedere un concerto - alle 2 di notte, credo non molto. Se tra qualche riga doveste leggere qualcosa tipo "sdkwqewxshk" non preoccupatevi, è che ho scapocciato sulla tastiera.

 

Tisana bollente e un disco di Joni Mitchell, un giusto contrappeso per la serata di ieri (Amorphis e una quantità spropositata di Jack Daniels versato dalla scriteriata -o generosa- barista del locale).

Intanto all tv (accesa col volume a zero) danno Spiderman... non sono un fan del genere supereoistico ma questo film m'è piaciuto parecchio, ricordo che l'avevo visto al cinema.

 

Quando sono stanco e ho sonno, qundi come adesso, il mio cervello tende a organizzare e a passare in rassegna pensieri e riflessioni in modalità più o meno random. Ad esempio:

 

Che senso hanno le biciclette elettriche?! Ok, la stragrande maggioranza delle persone usa bici vere, ma nell'ultimo periodo, dalle mie parti, ho notato un drastico aumento nell'utilizzo di quegli aborti a due ruote che a) sono bruttissime da vedere b) di sicuro non aiutano a restare in forma e c) in termini di velocità non vanno molto più forte di una bicicletta standard portata ad andatura normale.

Il target di riferimento, forse è scritto anche sul manuale di istruzioni, è UNTENTE SOVRAPPESO SVOGLIATO SENZA LA BENCHE' MINIMA OMBRA DI GUSTO. Ma forse non è neppure scritto, uno svogliato non lo leggerebbe, gli danno un cd registrato. No, gli danno addirittura un lettore col cd dentro che parte da solo in prossimità di un utente sovrappeso svogliato senza gusto, così non devono fare neppure la fatica di premere play. Si sa mai che si rompano una falange nello sforzo!

 

Ok, lo dico: ho comprato casa. Un appartamento in una vecchia casa di campagna ristrutturata, che a dirla così fa sicuramente più figo di quello che è, ma a me piace parecchio. 

Deve essere per quello che a settembre, prima del rogito, dormivo 4 ore a notte.

A parte il mututo AD AETERNUM stipulato, l'unico problema che vedo al momento è il ragazzino-scimmia-urlatrice che vive nell'appartamento di fronte. Ad ogni modo, una banana alla stricnina e tutto risolto.

Ora la casa è vuota, come pure il portafoglio. Più avanti, spero il prima possibile, farò qualche lavoro di muratura e poi inizierò a pensare concretamente a cucina, camera da letto, ecc., visto che al momento ho solo preventivi. Oppure risolvo tutto con un materasso ikea e un cucinino da campo :-) E cmq all'Ikea ci devo andare, perchè sono 2 mesi che in ufficio mi si sono bruciate tre lampadine che hanno solo loro e che i maledetti non vendono online!

 

Vorrei vedere i miei più rilassati. Economicamente e lavorativamente non è un bel momento, all'orizzonte non ci sono prospettive rosee e mi devasta vederli così pensierosi...alla loro età dovrebbero raccogliere solo frutti e invece sono li che ancora sono costretti a seminare. Ma la terra è secca e arida. E vorrei fare di più.

 

Rimanendo nell'ambito delle metafore botaniche, più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia importante innaffiare. Innaffiare ogni passione, ogni rapporto che allacciamo, ogni desiderio, perchè per crescere e vivere il più possibile (visto che l'eterno pare non essere contemplato) hanno bisogno di impegno, e attenzioni, e cure. Poi alcuni rami secchi li si può anche tagliare eh (vedi qualche post fa, sull'"amicizia"), in teoria ne trarranno giovamento gli altri.

Sarà l'ora, ma mi sento molto zen a scrivere queste fesserie. E comunque il mio ficus non sta benissimo. 

 

Ieri sera, al concerto, un tizio con i capelli lunghi quasi a metà gamba e di nero vestito (non che la gamma cromatica media ad un concerto metal sia tanto più ampia del nero/grigio/rosso sangue/al massimo blue-denim), ha scatenato la mia ilarità per il fatto che indossava delle scenograficissime lenti a contatto bianche. Io capisco la moda, capisco che da buon metallaro devi mettercela tutta per sembrare cupo, pericoloso  e quant'altro, capisco gli anfibi al ginocchio e le ragazze vestite con corpetti e pizzo e spalle scoperte a novembre, capisco anche il cicciobombo imbolsito e calvo che si aggirava con passo gommoso per il locale col pastrano 'a la Matrix lungo fino ai piedi.

Ma tu, "ragazzo" quasi quarantenne con le lenti a contatto bianche, piccolo vampiro mancato, sembravi veramente un pistola.

Anche perchè, con tutto il tempo che sei stato al cellulare a scrivere quel messaggio (circa 3 canzoni), il dubbio che con quelle lenti tu non ci vedessi proprio un cazzo è venuto a più di una persona.

 

Più avanti scriverò un post sugli ultimi film visti, ma questo mi preme consigliarlo in anteprima: Inglorious Basterds di Tarantino. Si lo so che ormai è uscito dalle sale e il consiglio arrivo in ritardo, ma appena esce in DVD il mio consiglio è quello di andare di corsa a comprarlo od affittarlo, merita davvero. E no, non è per "Tarantino fans only". Un caro amico che a cultura cinematografica è fermo a Ben Hur è andato a vederlo su mio consiglio ed è uscito dal cinema entusiasta. Avrebbe aggiunto solo una corsa con le bighe ma vabbè, son gusti. Il monologo iniziale vale da solo il prezzo del biglietto.

 

"skeoic eorij òceotr còwoertwieurt lcwkfeskfjd"

domenica 1 novembre 2009

I tumulti "Zoot Suit" - Los Angeles, 1943

zoot-suitIl termine "Zoot suit" indica un tipo d'abbigliamento in voga negli stati uniti nel decennio 1930/1940, indossato principalmente da messicani ("pachucos"), portoricani, italiani e afroamericani.
Eleganti scarpe francesi a punta, solitamente bianche e nere, pantaloni larghi e a vita alta stretti in cintura, giacche molto lunghe e spesso con spalline imbottite, cappello a larghe tese con piuma ornamentale e una lunghissima catena per orologio da taschino che partiva dalla cintura e arrivava fino e oltre il ginocchio.

Una moda nata, si dice, nell'ambiente jazz della Harlem nera verso la fine degli anni 30, per poi diffondersi presso i giovani messicani americani e altre minoranze.


Per intenderci, sono gli abiti che indossavano i cattivi delle novels di Dick Tracy, così come i personaggi di film come The Mask. Probabilmente l'associazione "Zoot-suit/Malavita" è proprio dovuta alla diffusione di quella moda all'interno delle minoranze etcniche dell'America di allora, visto che storicamente il malaffare è proprio in quegli ambienti sociali che tende a svilupparsi.

La foto che vedete qui a fianco, che testimonia comunque la diffusione anche nell'ambiente musicale, è quella di un giovanissimo Cab Calloway in un completo Zoot candido.

Nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, una serie di tumulti scoppiati a Los Angeles prese il nome di "Zoot suits riot". Gli scontri, anche molto violenti (ci scappò più di qualche morto) furono tra marinai e marines bianchi di stanza in quella città e i giovani pachucos messicani-americani, ma vennero prese di mira alche le altre minoranze, giusto per non scontentare nessuno.

Quegli abiti lussuosi, portati per le vie dalla città dai già non ben visti pachucos, sembravano agli occhi di quei marines un affronto alla patria e alle difficoltà economiche che il paese stava passando a causa della grande guerra.
Questo mix di patriottiche intenzioni e razzismo ha portato all'esplosione della "Zoot Suit Riot". Ronde di marines entravano nelle case, nei locali e nei cinema frequentati da messicani, neri e filippini, per trascinarli in strada e malmenarli "with a sadistic frenzy", come racconta un testimone oculare - un giornalista - dell'epoca.

I giornali incolpavano i pachucos e la polizia se ne stava con le mani in mano, fino a quando l'esercito stesso, per fermare una situazione che stava diventando sempre meno controllabile, decise di confinare tutti i militari nelle caserme e rendere Los Angeles una zona off-limits. Ciò nonostante, l'esercito definì la posizione dei marinai coinvolti nei tumulti come di "autodifesa".

Ho scoperto questa  storia dopo aver ascoltato qualche tempo fa la canzone "Zoot suits riot" dei Cherry Popping Daddies, una band che rispolvera le sonorità tipiche dello swing tra gli anni 30 e i 50.
Il testo della canzone mi aveva incuriosito e ho quindi cercato di scoprire qualcosa di più.

Chi è che sussurra tra gli alberi?
Sono due marinai e sono in congedo
Tubi, catene e fendenti,
Chi è il tuo paparino? Sono io.








p.s: si ringrazia sentitamente wikipedia e qualche altro sito che adesso non ricordo.

p.p.s: Questi Cherry Popping Daddies sono davvero bravini, ma se vi piace il genere c'è un altro gruppo veramente in gamba, e musicalmente secondo me anche più raffinato: si chiamano Big bad voodoo daddy (si, daddy anche loro, deve essere una mania).

Questo è un pezzo tratto da Americana, il loro primo album se non sbaglio. Ottima musica e un video divertente ;-)

Mr. Pinstripe Suit - Big bad voodoo daddies

domenica 25 ottobre 2009

Begin the beguine - Cole Porter (Traduzione e video dal film De-Lovely)

Begin the beguine è una canzone di Cole Porter, composta al piano dell'Hotel Ritz di Parigi nel 1935.

L'avevo sentita anni fa, non è che perle del genere le passino molto spesso per radio, e l'ho fortunatamente riscoperta guardando uno dei film più belli che siano capitati sul mio lettore dvd negli ultimi anni: "De-Lovely", una sorta di biopic sull'artista, che ricorda un po' - per l'espediente narrativo usato - il "Canto di Natale" di Dickens.

Un film stupendo, con tanta musica anche se non è propriamente un musical, due attori strepitosi (fantastico Kevin Kline e splendida Ashley Judd) e zeppo di "ospiti" che omaggiano l'opera di Porter intepretando in modo originale e fresco le sue canzoni senza stravolgerle.

Qui sotto trovate il video dell'interpretazione di Sheryl Crow di quella canzone, e sotto il testo tradotto. Non credo di aver mai sentito un testo più dolce e struggente di questo, quindi se ultimamente vi sentite emotivamente fragili, probabilmente questa è una tra le canzoni meno adatte a risollevarvi il morale.

Poi se siete scemi come me, potete leggere e ascoltare comunque la canzone (e rileggere, e riascoltarla di nuovo), ma non mi ritengo responsabile per eventuali tracolli emozionali.







Begin the beguine

Composer: Cole Porter - Singer: Sheryl Crow

Quando iniziano a suonare la beguine
mi torna alla mente il suono di una musica tenera,
mi torna alla mente una notte di splendore tropicale,
mi torna alla mente una memoria eterna.

sono con te ancora una volta sotto le stelle,
e giù alla spiaggia un'orchestra sta suonando
e anche le palme sembrano stiano ondeggiando
quando loro iniziano la beguine

E vivere di nuovo il passato è difficile
tranne quando quella musica stringe il mio cuore,
e noi siamo là, a giurarci amore per sempre,
e a prometterci che mai, mai ci lasceremo

che momenti divini, che estasi serena,
fino a quando le nuvole arrivarono a dissolvere le gioie che avevamo provato
ed ora, quando io sento persone maledire un opportunità sprecata,
capisco fin troppo bene ciò che intendono dire

quindi, non lasciare che inizino la beguine,
di anni d'amore, che una volta era un fuoco, rimanere una brace;
lasciali dormire come i desideri morti di cui mi rimane solo il ricordo
quando inizia la beguine.

oh sì, lascia che inizino la beguine, lasciali suonare,
fin che le stelle che erano là sopra tornino su di te
fino a bisbigliare a me una volta di più, "caro io ti amo!"
e noi improvvisamente sapremo di essere in paradiso,
quando inizieranno la beguine
quando inizieranno la beguine.



Testo originale


When they begin the beguine
it brings back the sound of music so tender
it brings back a night of tropical splendor
it brings back a memory of green

I'm with you once more under the stars
and down by the shore
an orchestras playing
and even the palms seem to be swaying
when they begin the beguine

to live it again is past all endeavor
except when that tune clutches my heart
and there we are swearing to love forever
and promising never never to part

a moments divine what rapture serene
to clouds came along to disperse the joys we had tasted
and now when I hear people curse the chance that was wasted
I know but too well what they mean

so dont let them begin the beguine
let the love that was once a fire
remain an ember
let it sleep like the dead desire I only remember
when they begin the beguine

oh yes let them begin the beguine
make them play
til the stars that were there before
return above you
till you whisper to me
once more darling I love you
and we suddenly know what heaven we're in
when they begin the beguine

giovedì 22 ottobre 2009

Signore e signori, la cena è servita

Nonostante non ami particolarmente la vita "mondana", capita di quando in quando che qualcuno riesca ad incastrarmi e a convincermi a partecipare  ad eventi che, solitamente, tendo ad evitare come la peste.

Eventi tipo "Hei ragazzi, ci troviamo tutti davanti al lounge-chillout-sushi-bar in centro a Verona, e poi dritti al locale di Alby che fa un mojito che è una favola, ed è pieno di bella gente. Una volta un tizio mi ha raccontato che ha visto il cugino di secondo grado del cognato di Vieri, giuro! E c'è pure la foto di Corona autografata appesa alla parete!"


Non è incredibile? Corona sa scrivere...


Ecco, di solito ste serate le evito, perchè qualcosa mi dice che potrei finire con l'esaurire tutte le mie scorte di savoir-faire prima delle 10...

Bene, qualche giorno fa una vecchia amica e collaboratrice mi ha convinto ad andare a questa favolosa cena organizzata in un ristorante abbastanza rinomato, in compagnia di ospiti vip e special guests altrettanto vip.

Come ha fatto ad incastrarmi questa amica? Adottando la tecnica del "non ti dico tutto subito, preferisco prenderti alle spalle".

  • Mossa nr 1: mi ha detto che la cena serviva a raccogliere fondi per una battaglia a sfondo ecologico che sta portando avanti con la sua cara amica VIP made in usa.

  • Mossa nr 2: ha taciuto il fatto che si trattava di una cena vegan.


Per chi non lo conoscesse, ecco il significato di vegan, tratto da wikipedia.

Il termine veganismo (più raramente detto vegetalianismo) indica una dieta e uno stile di vita che esclude l'uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo. Gli aderenti (detti vegani o, con prestito dalla lingua inglese, vegan) rifiutano quindi non solo di nutrirsi di carne e pesce, come i vegetariani, ma anche di latte, latticini, uova e derivati, nonché di acquistare e usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali.


Quindi se pensavate che stessi parlando dei cattivi di Altas Ufo Robot, ora sapete che vi eravate sbagliati.

Ora, io non ho assolutamente nulla contro i Vegan, così come non ho nulla contro i testimoni di Geova o contro i venditori porta a porta di spazzole per scarpe, ma l'idea di una intera cena a base di erba e foglie non che mi allettasse tantissimo.
La mia amica, oltre al sapermi (e accettarmi) carnivoro devoto, deve aver notato l'espressione sorpresa e sensibilmente schifata della mia faccia, ed subito corsa a ripari elencando una ad una tutte le voci del menù.


E i nomi dei piatti erano effettivamente interessanti: ics in salsa di ipsilon, alfa al profumo di gamma, zeta con ripieno di kappa e contorno di beta saltate al forno.

Forse non sarebbe stato così male.

Arriva il giorno del ricevimento, recupero il completo da latifondista sudamericano, e mi dirigo in auto verso il locale... avevo una fame da lupi, dato che al lavoro non ero riuscito a fare neppure 10 minuti di pausa pranzo.
E intanto che guidavo pensavo: in quell'enoteca ristorante si è sempre mangiato bene... salumi, vini e formaggi da bava alla bocca fino a 3 giorni dopo la degustazione. Certo, ci andavo a mangiare bacche e radici, ma mi convincevo sempre più che sarebbero state bacche e radici buonissime.

Ah che stolto, ah che artista dell'autoillusionismo!

Entrare nei dettagli è inutile, riassumerò quindi solo per sommi capi quella che non esito a definire "la madre di tutte le cene di merda".

1 - Il servizio: tra i peggiori mai visti. L'antipasto è arrivato circa un'ora dopo l'inizio ufficiale della cena, e abbiamo dovuto chiedere ben 3 volte che ci fosse portato quantomeno qualcosa da bere.

L'ordine delle pietanze sul menù era puramente indicativo, perchè lo stato confusionale nel quale si trovavano tutti i camerieri unito ad una molto probabile "ubriacatura di gruppo" avvenuta nelle cucine ha fatto si che i tre primi e i tre secondi diventassero qualcosa tipo "primo-secondo-primo-primo-secondo-sorbetto-secondo".

Secondo me il dolce è arrivato per ultimo solo perchè l'avevano perso.


2 - La qualità dei vini proposti era ignobile. Dopo le pressanti richieste (e sbuffavano, poveri camerieri confusi) ci hanno portato quello che che in origine doveva essere un semplice bianco frizzante e leggero, ma che si è rivelato invece solo vino vecchio e ormai marsalato.
Speravo di rifarmi col rosso. Hanno portato tre bottiglie con etichetta diversa, ma la raffineria dalla quale provenivano doveva essere la stessa... e anche la partita di polvere colorante, scricchiolava sui denti allo stesso identico modo.

3 - Il cibo: come non menzionare il cibo? Impossibile. Il mio primo pensiero, ma anche il secondo, il terzo, ecc, è stato "Dio mio come diamine si fa a mangiare questa roba?". E sostituite pure diamine con qualcosa di meno cinematografico.

Non entrerò in merito sul fatto che trovo il credo vegan abbastanza senza senso, sia dal punto di vista filo-logico che alimentare (non siamo conigli dai, il nostro corpo non può vivere solo di erba, alghe, prugne secche, prosciutto di soia, bistecche di soia, spaghetti di soia, gelato di soia...).


Ma tornando alla cena, il fatto puro è semplice è che ad eccezione dei dolci, non c'era nulla di lontanamente commestibile in tutto il menù.

Cibo insipido, spesso acidulo, mai caldo ma neppure freddo. I pomodori avevano lo stesso sapore del riso che aveva lo stesso sapore dell'involtino che aveva lo stesso sapore del mocio bagnato che ho usato per pulire in ufficio ieri.

4 - L'ospite era simpaticissima e di compagnia, e così pure la mia amica, ma davvero la cosa non bastava ad affievolire il senso di schifo generale. Ero attonito.

5 - Il conto: 35 euro. Non sono certo una follia ma una mia personalissima stima dice che ci sono almeno 34 euro di troppo, in quel conto. Si ok, ho contribuito a salvare la quercia nana, però vaffanculo.

Poco prima di mezzanotte me ne sono andato a casa con uno strano pensiero in mente: quanto sarebbe stato SPLENDIDAMENTE IMMORALE e ANTIVEGAN arrivare a casa, accendere il forno e preparare l'amata, umile, gustosa pizza surgelata con amorevoli dosi di fomaggio, finferli e speck? E una bella birra ghiacciata, naturalmente.

domenica 18 ottobre 2009

La notte e l'alba



E' notte fonda, e dormo avvolto da una coperta pesante sul divano. Il libro mi è caduto per terra, il bicchiere sul tavolino è vuoto.
Avverto i suoi passi leggeri mentre entra nella stanza, è scalza. La porta del frigorifero si apre per qualche secondo e poi si richiude, ne intravedo il bagliore al di là delle palpebre chiuse. Beve, poi posa il bicchiere. Poi si avvicina a me, lentamente, sento il suo profumo. Mi chiedo cosa indossi in questo momento... un pigiama, una tuta leggera, o forse solo intimo nero. Il cuore batte più forte, darei il mondo per poter aprire gli occhi, per poterla vedere, per poter anche solo sfiorarla, ma so che non posso. Vedrei solo il bicchiere vuoto e il libro rovesciato sul tappeto.
Di giorno mi illudo quasi di riuscirci, ma di notte non posso far nulla per fermare i sogni. Tra non molto è l'alba, sono salvo.

?

"Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei più profondi pensieri?" William Shakespeare



venerdì 16 ottobre 2009

Blue Hotel, on a lonely highway

Blue Hotel, on a lonely highway,
Blue Hotel, life don't work out my way.

Blue Hotel, on a lonely highway,
Blue Hotel, life don't work out my way.
I wait alone each lonely night.
Blue Hotel...
Blue Hotel...

Blue Hotel, every room is lonely,
Blue Hotel, I was waiting only.
The night is like her lonely dream.
Blue Hotel...
Blue Hotel...

Blue Hotel, on a lonely highway,
Blue Hotel, life don't work out my way.
I wait alone each lonely night.
Blue Hotel...
Blue Hotel...

Blue Hotel - Chris Isaak





lunedì 5 ottobre 2009

Era tempo che...

... un semplice "trailer" non mi regalava emozioni.







Questo c'è riuscito... lo trovo dolce e poetico come certi ricordi di infanzia. Ora aspetto il film.

Where the wild things are.

giovedì 1 ottobre 2009

Thirsty, and nowhere to go...








Non la canzone più allegra del mondo, vero, ma ha quella giusta miscela di malinconia, rabbia, orgoglio e visioni noir che mi fa dire "gran pezzo".

domenica 27 settembre 2009

Racconto #12

Un titolo non mi è venuto... dateglielo voi, se volete :-)

Io e Michele eravamo amici fino dall'infanzia. Poi ci siamo persi di vista per molto, molto tempo, quando per lavoro, dopo l'univeristà, ha deciso di trasferirsi a Milano.
Era bravo, e in pochi anni anni si era guadagnato un ruolo di una certa importanza all'interno di una grossa multinazionale francese, di quelle che non ne hai mai neppure sentito parlare, con interessi nel settore dell'energia, dei diamanti, dell'acqua, delle armi...
Poi si era sposato, e aveva avuto una figlia. Mi mandava una mail di quando in quando, promettendo che un giorno sarebbe passato a trovarmi, dicendo che mi avrebbe fatto conoscere sua moglie (era certo che mi sarebbe piaciuta), e che sua figlia da poco nata era la cosa più bella che gli fosse mai capitata. Poi il silenzio. Quasi 3 anni di silenzio. Tramite amicizie comuni avevo scoperto quello che era accaduto, e ne fui devastato,
L'azienda aveva chiesto a Michele di trasferirsi per qualche mese in Zimbabwe per seguire la nascita di un nuovo progetto. Naturalmente, avrebbe potuto portare con se la sua famiglia, avrebbero abitato in una graziosa villetta all'interno di un ex-residence inglese.
Durante la seconda settimana di permanenza la figlia di Michele si ammalò. Scoprirono così che soffriva di un grave deficit immunitario, e qualcosa nell'aria o nell'acqua di quel luogo aveva scatenato all'interno della piccola una reazione violentissima, qualcosa di molto simile al colera. Arrivarono dottori dall'Europa, ma il giorno prima del trasferimento aereo per Parigi, la bambina morì.
Michele e sua moglie tornarono a casa, e dopo pochi mesi si separarono. Michele cercò rifugio nel superlavoro, in qualcosa che gli tenesse corpo e mente il più possibile impegnati...fu in quel periodo che iniziò a far uso di droga. Cocaina durante la settimana, per resistere a giornate di 16 ore lavorative, ecstasy e merda simile nel fine settimana, quando si rintanava nei night club o nelle lussuose case d'appuntamenti del centro.

Tornò a Mantova 11 anni dopo che era partito. Si presentò logoro e sfatto davanti alla mia porta una mattina di settembre, senza dire una parola. Aveva solo un sorriso amaro che gli increspava gli angoli della bocca. La Jaguar nel parcheggio era ridotta come e peggio dei suoi vestiti, ma probabilmente non puzzava altrettanto.

Entrò, e mi raccontò tutto, inclusi i dettagli che le voci che mi erano arrivate avrebbero potuto riportare. Non lavorava più per la multinazionale, aveva deciso di dare una svolta alla sua vita. Ora faceva il consulente freelance per una compagnia di assicurazioni, ed era felice, si, tutto sommato era felice. Incredibile quante bugie una persona riesca a raccontarsi per sopravvivere, pensai. Pianse parecchio. Io lo guardavo, ma non riuscii a dire una parola. Non mi parlò della droga. Gli dissi che poteva fare una doccia e che potevo prestargli dei vestiti. Non aveva bisogno di vestiti, ma una doccia l'avrebbe fatta... era appena arrivato in città quella mattina, e doveva ancora mettersi alla ricerca di un appartamento.
Gli dissi che non avrebbe fatto fatica, gli appartamenti sfitti erano tantissimi: le nuove leggi razziali avevano costretto cinesi, brasiliani, nordafricani, indiani e la popolazione di colore ad abbandonare le proprie abitazioni, e Mantova - come tante altre piccole cittadine del nord e del centro - si era praticamente svuotata. Girando per le vie del centro, di sera si aveva l'impressione di trovarsi in una città fantasma.

A Milano la sperimentazione doveva ancora partire, il congresso aveva deciso che si sarebbe iniziato dai piccoli centri per poter studiare meglio e in sicurezza gli effetti del Piano. La fase di test era iniziata 2 anni fa, e si sarebbe conclusa l'anno prossimo. L'esodo degli sfollati era gestito dall'esercito e dall'ONU, che organizzavano i trasferimenti verso i paesi del secondo e terzo mondo su grosse navi cargo attrezzate per permettere la sopravvivenza dei passeggeri per tutta la durata del viaggio, che poteva durare parecchie settimane.
Avevo cercato di reperire su internet altre informazioni, ma le norme antiterrorismo sempre più severe avevano da tempo isolato i principali siti di informazione libera. E così ci toccava sorbirci le solite palle sparate a reti unificate dai telegiornali di partito. Things have changed, cantava in una vecchia canzone Bob Dylan... .

Mantova è stata ufficialmente , ma in periferia e nella nuvola di frazioni e piccoli paesi che circondano la città la musica è diversa: da li i "negri" non se ne sono mai realmente andati. Così come i cinesi e i rumeni, e tutti gli altri. La polizia non è ancora riuscita a fare piazza pulita in quei ghetti, o forse non ha mai voluto farlo veramente. Girano molti soldi, da quelle parti, e le forze di polizia non sono certamente famose per la loro rettitudine morale. Case da gioco, bordelli, puttane agli angoli delle strade, bar aperti fino alle 6 del mattino, spacciatori seduti sui gradini delle chiese abbandonate.
Per pochi spiccioli puoi avere tutto quello che vuoi: cocaina tagliata con atropina, una puttana con la sifilide, una coltellata nello stomaco. Tutto quello che vuoi, basta chiedere.

Michele uscì dalla doccia, vestito con un paio di jeans e una camicia recuperata dal baule della Jaguar. Gli chiesi se voleva fermarsi per il pranzo, ma mi disse che doveva iniziare a cercare un posto dove sistemarsi. Ci scambiammo il numero di cellulare, con la promessa di trovarci una sera per bere una birra in un pub del centro. Ci salutammo, e per qualche mese non ebbi più notizie di lui.

Una sera della scorsa settimana stavo uscendo dal supermercato, e lo vidi attraversare di corsa il parcheggio per salire su una vecchia sgangherata Fiesta rossa del 2000, e partire di gran carriera verso la tangenziale che porta fuori città.
Che fine aveva fatto la Jaguar? Aveva la barba di parecchi giorni, e il suo guardaroba non sembrava migliorato dall'ultima volta che l'avevo visto.

Non so cosa mi è preso, ma ho deciso di seguirlo. Ho buttato le due borse della spesa nel baule, acceso il motore, e mi sono tuffato all'inseguimento della Fiesta rossa. Doveva spingere a tavoletta per andare a quella velocità, il vecchio motore urlava tanto che potevo sentirlo dal finestrino aperto della mia auto, nonostante mi tenessi a parecchi metri di distanza per non essere notato. Guidava come un pazzo nel traffico, e per non perderlo ho rischiato quasi due incidenti, ma ce l'ho fatta.

Uscì dalla tangenziale nei pressi di un vecchio megastore abbandonato, e lo seguii a ruota. Poco più in la, le prime luci del ghetto, di uno dei ghetti. Rallentò il passo e aumentai la distanza tra me e lui, senza perderlo d'occhio. Parcheggiò davanti una vecchia casa, di quelle costruite quando i nostri bisnonni erano ancora bambini e giocavano a nascondino nei pioppeti vicino al grande fiume.
Scese e suonò il campanello, qualcuno aprì la porta che subito gli si chiuse alle spalle. Le luci al secondo piano erano accese.

Era una bella serata di metà settembre, fresca e umida ma con una bella luna nel cielo. Me ne stavo seduto in auto, il motore acceso, con gli occhi puntati su quella porta. Non succedeva niente. Le finestre illuminate erano aperte, ma da dove ero io non si riusciva a vedere nulla. 10 minuti, e ancora niente. Forse erano amici, ed era passato a trovarli. Balle, nessuno ha amici da queste parti, mi sono detto: sapevo benissimo cosa l'aveva spinto a venire qui. Non so ancora bene se quello che ho fatto è stato motivato dal reale desiderio di proteggere Michele da se stesso, o se dalla semplice necessità di sfogare il carico di adrenalina accumulato prima nell'inseguimento e poi nell'attesa, fatto sta che ho spento l'auto e sono sceso. La strada era deserta, c'era solo qualche gatto che rovistava nei bidoni delle spazzature stracolmi.

Valutai l'ipotesi di suonare il campanello e di entrare come fossi un normale cliente, ma non sapevo niente di quel posto. Avrei potuto trovarmi una pallottola nel fegato solo per non aver saputo la parola segreta o cazzate del genere, preferivo evitare. E adesso trovo quasi divertente questo mio scrupolo, considerando l'enorme cazzata che avrei comunque fatto di li a pochi minuti.
Sul fianco della casa una vecchia scala antincendio portava fino al secondo piano, sotto una finestra con la luce spenta, forse il bagno.
La scala era rotta e arrugginita, e arrivava a circa 2,5 metri da terra. Per arrivarci dovetti prima salire sul rampicante che avvolgeva fitto parte del muro della casa, pregando che fosse abbastanza robusto.
Dopo aver rischiato di cadere almeno tre volte, riuscii a raggiungere la finestra ed entrare in casa. Effettivamente era il bagno... dal corridoio giungevano voci confuse, riconoscevo però un accento francese imbastardito di un paio di uomini, e la voce di una donna un po' impastata. Bene, da quel momento in poi non avevo più un piano. Non che la prima parte assomigliasse, anche vagamente, ad un piano, comunque.

Starmene li non aveva senso, decisi di entrare in quella che sembrava essere la sala principale. Sul divano rosso in fondo alla stanza, se ne stavano i due algerini che avevo sentito parlare prima. Tranquilli e rilassati, mi guardavano sorridendo. Sulle loro gambe, tenevano laidamente appoggiate due pistole di medio calibro, cromate. "Entra, coglione. E' mezzora che fai un baccano infernale per salire quassù,ormai credevamo che non ce la facessi". Seduto su una poltrona, a sinistra, un energumeno con lineamenti balcanici stava dormendo. Aveva un fucile a canne mozze appoggiato al bracciolo della poltrona.

Quello di destra scoppiò a ridere. Mi guardai attorno. Una bella ragazza con i capelli biondi, vestito da sera, se ne stava mezza coricata su un divanetto con lo sguardo al cielo. Uno specchio con polvere bianca appoggiato sul tavolo vicino, e un laccio emostatico al braccio destro. Una grassona nigeriana gli stava iniettando qualcosa in vena. C'era un bambino di colore, avrà avuto si e no 3 anni, che giocava li vicino con delle costruzioni. Il figlio della grassona, probabilmente.

"Se stai cercando il tuo amico, è nell'altra stanza che se la sta spassando". Entrai nella stanza di destra e vidi Michele coricato su una specie di futon. Gli occhi chiusi, anche lui con un laccio emostatico al braccio e la siringa, vuota, sulle lenzuola. "Ciaoooo, sei venuto a trovarmiiiii" mi disse con voce strascicata. Mi sentii svenire. Una ragazza nuda vicino a lui, si stava preparando una striscia di coca su un piccolo vassoio argentato. "Ciao bello, anche tu dei nostri? Vieni qui con me che ci divertiamo un po'... il tuo amico non si è dato molto da fare per tenermi su di giri stasera".

Non riuscivo a dire niente, non riuscivo a fare niente, ero immobile. C'erano altre stanze in quella casa, una parte del mio cervello si chiese quanta gente si stava uccidendo attorno a me.

Una mano sulla spalla, era uno dei due algerini, quello grosso. "Allora, amico. Ti piace lo spettacolo? Tu che vuoi, ero? Ecstasy? Oppure mdma, speed, ketamina, lsd... no, tu sei più uno da Brown-brown, vero? E mi pianta davanti la faccia la canna della pistola. La polvere da sparo, dico, meglio con la coca che con un proiettile no?

"Sono venuto per prendere il mio amico" La voce mi tremava, cosa cazzo c'ero venuto a fare qui? Sentivo l'adrenalina pompare il sangue nelle vene con una forza incredibile. "Però forse, un po' di mdma prima di andarmene..." E cercai di sorridere. L'algerino mi sorrise di rimando, scoprendo denti bianchi come la ceramica dei cessi degli autogrill.
"Bravo ragazzo, così si ragiona!" E mi diede una pacca sulla spalla. Si infilò la pistola nella cintura, dietro la schiena, e si voltò verso il suo socio chiedendogli dove cazzo aveva messo l'mdma". Presi la pistola e lo spintonai, facendolo cadere bocconi.
Puntai la pistola sull'algerino che se ne stava ancora seduto sul divano. L'ho preso alla sprovvista, la pistola gli è caduta per terra e ora se ne stava con le mani alzate e lo sguardo stupito. Lo slavo seduto sulla poltrona si era svegliato e aveva imbracciato il fucile con un riflesso condizionato, ma aveva l'aveva lasciato subito appena visto la mia pistola spianata.

"State fermi, FERMI!!"

Arretrai verso la stanza dove stava Michele, senza voltarmi e tenendo l'algerino sotto tiro. L'altro era ancora a terra con le mani sulla nuca. "Michele alzati cazzo, andiamo ANDIAMO."
"Nnooooo, io sto bene qui. Hai visto Elisa? E' quella nuda qui di fianco. Ha un culo da favola, non trovi? Lisa, ti presento il mio amico..." La ragazza mi guardava con gli occhi sgranati, il naso ancora sporco di polvere bianca.
Il mio sguardo andava dagli algerini ad Michele e poi di nuovo agli algerini, i miei movimenti erano quasi spastici, me ne rendevo conto. E mi rendevo conto che questo empasse non poteva durare molto a lungo, dovevo andarmene al più presto. Michele mi guardava imbambolato. "Hai una pistooooooola, beeeella!! E' tutta lucida, lucida lucida...." e poi scoppiò a ridere. Ho pensato "Fanculo, stattene qui a crepare, io me ne vado".

Rientrai nella sala principale, tenendo sotto tiro a turno tutti e tre. Il bambino piangeva, la grassona se ne stava a guardami con lo sguardo sornione di quello che tanto dove vuoi che vada.

Trovai la porta che dava sulle scale che portavano all'ingresso, e sempre tenendo la pistola puntata sui 3 pericolosi coglioni, me ne andai. Feci gli scalini due a due, di sopra si stavano muovendo, e sentii il primo sparo appena misi la mano sulla maniglia della porta del piano di sotto.

Corsi come un disperato verso l'auto, l'accesi e misi in moto. I 3 erano scesi, inferociti, uno di loro iniziò a spararmi contro. Le ruote dell'auto si aggrapparono all'asfalto e schizzai come un fulmine verso di loro.
Un proiettile colpì il cofano, poi gli fui sotto e si scansarono di lato. Un altro colpo, a vuoto stavolta. A velocità folle attraversai il ghetto, per arrivare al raccordo che porta alla strada statale. Conosco queste zone come le mie tasche, non avrei avuto problemi a seminarli se avessero deciso di inseguirmi. Cosa che fecero. Giunto sulla statale, vidi nel retrovisore le luci di un grosso fuoristrada avvicinarsi a gran velocità verso di me.

Che cazzo di auto avevano? Ero a tavoletta e continuavano a guadagnare terreno. I paesi lungo la statale sfrecciavano ai miei lati mentre scansavo le auto che ingombravano la strada. Il traffico aveva rallentato gli inseguitori, ma non li avrebbe fermati.

Arrivai nei pressi del ponte che attraversa il Po. A fanali spenti, svoltai a sinistra lungo l'argine che fiancheggia il grande fiume, sperando di non essere visto. La luna illuminava fiocamente l'asfalto, e a velocità ridotta riuscivo a procedere anche senza i fari. Non so come, ma intuirono che avevo preso quella stradina: in pochi secondi i fari del fuoristrada mi illuminarono, uno sparo, il lunotto in frantumi.

Accesi di nuovo i fanali e spinsi il pedale dell'accelleratore fino a toccare il fondo. La strada era piena di curve, e l'asfalto era reso viscido dall'umidità della sera. Faticavo a tenere il controllo dell'auto, ma conoscevo bene queste strade e anticipavo le curve con la stessa lucidità di quando, secoli prima, giocavo ai videogame con mio fratello. Li staccai di qualche centinaio di metri. Poi una transenna: argine interrotto CAZZO!
Sulla sinistra, una strada sterrata scendeva dall'argine inoltrandosi nella campagna, e mi ci infilai senza quasi rallentare la corsa. Il terreno era accidentato, le piogge avevano creato quasi delle voragini in mezzo alla carrettiera. La ruota anteriore destra si infilò in una di queste buche, facendomi perdere il controllo dell'auto. Rumore di vetri in frantumi, lamiere che si contorcono e il ruggito del motore che spingeva ormai a vuoto. L'auto si era cappottata due, tre volte nel campo, evitando di poco i grossi cipressi che fiancheggiavano il viale.
Uscii frastornato e sanguinante: un taglio sul braccio, e il naso mi faceva un male incredibile, ma almeno ero vivo, per adesso. I fari del grosso fuoristrada stavano scendendo dall'argine, tra pochi secondi sarebbero stati qui. Mi allontanai dall'auto, e iniziai a correre tra le sterpaglie. Uno enorme specchio d'acqua davanti a me rifletteva la luce della luna, e una sottile nebbiolina ne offuscava la superficie. Ero esausto, e per una frazione di secondo pensai al mostro della laguna, quello del film in bianco e nero, e me lo figurai uscire da quella risaia limacciosa. Trattenni a fatica una risata isterica. Michele, ma vaffanculo.

I 3 erano scesi dall'auto, li sentivo urlare ma non capivo cosa stessero dicendo.
Nulla di interessante per me credo. O magari si, mi avevano inseguito solo per avvertirmi che la luce della targa non funzionava. Sotto stress il mio cervello elabora solo idiozie, a quanto pare.
Continuavo a correre fiancheggiando la risaia, e forse avevano visto la mia sagoma nera in contrasto con l'acqua e la nebbia rischiarate dalla luna. Spari nella mia direzione, uno, due, tre, quattro. Suoni diversi: la pistola, il fucile a canne mozze, una pistola più grande. Correvo, correvo tanto da non sentire più le gambe. Cambiai strada, prima a destra, poi a sinistra, mi tenevo basso, nel tentativo di seminarli.
Poi di fronte a me, un terrapieno, e oltre il terrapieno una grossa costruzione bianca, alta forse una ventina di metri e delle dimensioni di un piccolo campo da calcio, illuminata da potenti fari. Lo riconobbi, era il vecchio macello per il quale lavorava mio padre anni e anni fa. C'erano camion, li attorno. Alcuni bestiame, alcuni col cassone ermeticamente chiuso. Alcuni camionisti e dipendenti del macello discutevano rilassati davanti all'enorme portone di ingresso. Potevo andare da loro e chiedere aiuto, ma non credevo potesse essere una grande idea. Quelli erano grandi e grossi, ma gli altri erano armati. Avrei solo tardato di qualche decina di secondi la mia esecuzione. Decisi di rimanere nell'ombra, di avvicinarmi al capannone e di intrufolarmi all'interno. Non pensavo sarebbero entrati per cercarmi, e comunque avrei avuto a disposizione molti più nascondigli la dentro che fuori. Senza contare che avrei potuto recuperare un telefono, e chiamare aiuto.

In lontananza sentivo le voci dei 3 inseguitori, si stavano avvicinando... dovevo sbrigarmi ad entrare. Scavalcai il terrapieno e raggiunsi i muro esterno del grosso capannone... girai attorno all'edificio fino a quando trovai una porta di servizio. Era aperta ed entrai.

L'odore di carne macellata era fortissimo, quasi nauseante. Davanti a me, una catena automatica fitta di mezzene squartate si muoveva a intervalli regolari. Start-stop. Start-stop. Andai in un'altra ala del complesso.
Quello che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene. Una catena esattamente identica a quella di prima. Ai ganci erano però attaccati esseri umani, o quanto meno quello che ne restava, visto che come per il bestiame erano privi di interiora. Però avevano ancora la pelle. Uomini, donne, quasi tutti di colore, di quando in quando qualche orientale e qualche caucasico. La catena andava avanti, Start-stop-Start-stop, e le teste di quei poveri disgraziati ciondolavano avanti e indietro, come se stessero ballando uno di quegli insulsi balli da capodanno da fare in trenino, con stupidi cappelli in testa e il bicchiere di prosecco da 4 soldi in mano. A sinistra, mucchi di essere umani ancora da "trattare", divisi per colore della pelle e per sesso.

Non riuscivo a credere ai miei occhi, ero pietrificato. Era questo il "Piano di evacuazione"? E le navi cargo, e l'ONU... era tutta una farsa? Cazzo, saranno stati almeno cinquecento, seicento corpi ammassati.
Mi tornarono alla mente le immagini dell'olocausto, in bianco e nero, coi tedeschi che spalavano i cadaveri nelle fosse comuni con le ruspe.

E qui che ci fanno con questi corpi? Cibo per cani, per gatti, per noi altri umani? Mi sono sentito svenire.

Poi uno sparo, e delle urla. Mi sono nascosto dietro una cassa di legno.
"Chi cazzo sono questi 3?"
"Sono armati, attenti!"
"Stiamo cercando una persona, un uomo che secondo noi è entrato qui. Lo troviamo, lo prendiamo e ci leviamo dalle palle, tranquilli, non vogliamo creare casini"
"'Scolta Franco, a te ti sembrano dei nostri ?"
"Haha, a me pare di no"
"Davvero, non facciamo casini, troviamo lo stronzo e ce ne andiamo"
"Voi non andate da nessuna cazzo di parte"

Poi quattro, cinque spari. Rumore di corpi trascinati.

"Mettili sul carrello e portali con gli altri. Guarda se hanno dei soldi nei portafogli che stasera ci andiamo a divertire, e brucia i documenti."
"Haha, dobbiamo chiedere ai capi il premio produzione, tre pezzi di merda in meno per le nostre strade"
"Avresti mai detto che lavorare per l'ONU sarebbe stato così divertente?"

Aspettai un tempo che mi parve infinito, poi quando attorno a me sentii solo silenzio, raggiunsi la porta e scappai.

Non ho mai parlato di questo con nessuno: nel migliore dei casi nessuno mi avrebbe creduto, nel peggiore sarei finito anche io appeso a uno di quei ganci.

L'altra sera, alla TV, davano uno speciale sulle nuove navi cargo realizzate per la seconda fase del Piano. Mi sono messo a ridere, poi a piangere. Menzogne.

Di Michele non seppi mai più nulla. Probabilmente è morto di overdose in qualche merdoso buco del ghetto, ma mentirei se dicessi che me ne importa qualcosa. Things have changed.

lunedì 21 settembre 2009

Il gioco delle somiglianze

Negli anni, come capita penso un po' a tutti, mi è capitato di raccogliere numerose impressioni e pareri riguardanti la mia somiglianza, vera o più verosimilmente presunta, con parecchi personaggi famosi.
Ne elenco qualcuno solo perchè, chi mi ha conosciuto dal vivo, possa farsi qualche grassa risata.
A fianco riporto una mia sintetica valutazione

1) Christopher Lambert (e giuro, la ragazza non era ubriaca)
2) Chuck Norris (E la prova che i miei amici sono stronzi -e invidiosi-)
3) Nick Nolte (Eh? Solo perchè entrambi sembriamo degli orsi?!)
4) James Hetfield (Nel periodo capelli corti, pizzo e occhiali da sole avvolgenti, forse un po' in effetti)

Per ultima tengo una mirabolante new-entry: mi avevano già detto che gli somigliavo (per movenze da yeti, forse), però non ho dato retta al parere fino a qualche sera fa, quando ho visto quell'attore recitare in "State of play", bel film consigliato da una cara amica.

Naturalmente il suo look era studiato per la parte, e rispetto ha me ha almeno (spero haha) una quindicina di chili in più, ma giuro che per un attimo sullo schermo mi è parso di vedere me stesso. E poi sono scoppiato a ridere :D






Il nome dell'attore faccio anche senza riportarlo, no?

sabato 19 settembre 2009

Qualche riflessione sull'amicizia... un post nato su carta

Qualcuno ha detto che i veri amici non sono quelli che ti sono vicini nel momento del bisogno (o per lo meno, non solo), sono anzi quelli che ti dimostrano la loro amicizia anche quando hai successo, quando le cose ti girano bene.
E nonostante  "successo" e "le cose che ti girano bene" siano  un concetti decisamente relativi, che variano anche di parecchio in base alla prospettiva di chi guarda, penso ci sia molto di vero in questo pensiero.

Sono concetti relativi perchè in un modo o nell'altro, tra noi e chi ci osserva c'è sempre una lente deformante (che in teoria dovrebbe essere tanto meno deformante quanto più l'amicizia e la conoscenza dell'altro è grande) e, soprattutto, ciò che si vede è spesso solo la superficie delle cose, il risultato finale.

Un esempio stupido: un vecchio amico ti vede con la racchetta mentre vai a giocare a tennis e pensa "Guardalo li, il vip, una volta veniva a giocare a briscola con noi e adesso fa il fighetto e va a giocare a tennis." Ma il vecchio amico non sa che a tennis ti ha detto di andarci a giocare il dottore, per curare che ne so, la sciatica.

Si lo so che dal punto di vista medico avrò detto una castroneria, e che l'esempio era parecchio stupido, ma era per farvi capire. Avete capito no?

Ad ogni modo, io ho questi due vecchi amici che da quando si sono sposati mi ricordano sempre più due vecchie suocere pettegole e rompiscatole, nei miei confronti più che altro.
E ogni volta che li vedo (capita ormai raramente, visto che gli impegni lavorativi e matrimoniali di tutti non agevolano le reunion), sembrano salire di una tacca nella scala "scassamaroni".

Voglio dire, sono 3 mesi che non mi vedi e la prima cosa che mi dici, prima di "ciao" è "Heiii, hai cambiato gli occhiali eh? Eh quando ci sono i soldi..."

L'altro, a distanza di pochi minuti, inizia a raccontarmi (con sorriso malcelato) che ha visto la mia ex al consultorio col suo nuovo fidanzato. E che, eh pare proprio che sia così, è incinta!

Deve essere rimasto deluso dalla mia non-reazione, e infatti ha provato a stuzzicarmi ancora, fino a quando è arrivato il cameriere con le pizze, IDDIO sia lodato. Probabilmente avrebbe voluto vedermi andare su tutte le furie, o sprofondare in un mare di tristezza... ma che diamine di reazione vuoi che abbia? Contento per lei, ok, ma alla fine dopo tutto sto tempo è quasi come ricevere informazioni su una sconosciuta. Davvero ti aspettavi che avrei urlato il suo nome al cielo?!

Insomma, le battute e gli scherzi goliardici in amicizia ci stanno, ma quando ripetutamente chi dovrebbe essere tuo amico non fa altro che cercare pretesti per metterti in imbarazzo, per irriderti, per toccarti sul vivo.. beh, qualcosa si rompe.

E poi non li capisco i motivi di questo comportamento... sembrerebbe quasi invidia infantile o qualcosa del genere. Invidia per che cosa poi non so, ma qui si torna al discorso della lente deformante.
Mi sono chiesto se invece (non che sia molto meglio, in realtà) non fosse a causa del loro status di "uomini con famiglia e prole", grazie al quale in qualche modo si sentono investiti del diritto/dovere di giudicarmi e criticarmi, visto che rappresento un po' la loro nemesi (almeno ai loro occhi).

Ma a questo punto, dico io, sarebbe divertente per me passare al contrattacco, e far notare ad esempio all'amico nr 1 che a 30 anni, uscire di sera vestito come l'ultimo dei cretini alla festa della terza media (pantaloni in felpa, paille del '92 semilucida, mocassini scamosciati e marsupio) sia una cosa ampiamente oltre i limiti del visivamente sostenibile e del ridicolo.

Oppure all'amico nr 2 che la sua cara mogliettina, dalle lunghe gambe e dal breve cervello, riuscirebbe molto meglio nella parte dell'angelo del focolare se alle cene evitasse di fissarmi in continuazione, quando non la sta guardando lui.

Si, credo sarebbe divertente. Rischierei di perdere due amici, però...

Ma in realtà, e ci sto pensando ora mentre scrivo, loro non conoscono nulla di me. La cosa triste è che se in tutti questi anni non hai ancora capito chi sono, ha dunque senso fingere che esista ancora un legame, in memoria delle risate sui banchi di scuola o delle vacanze passate assieme?

A costo di sembrare insensibile, direi... anche no.

martedì 8 settembre 2009

Things have changed...

Un uomo preoccupato con un animo preoccupato
Non ho nessuno di fronte a me e nessuno dietro
C'è una donna sulle mie ginocchia e sta bevendo champagne
Ha la pelle bianca e gli occhi da assassina
Guardo su verso il cielo color zaffiro
Vestito di tutto punto, aspetto l'ultimo treno
Me ne sto sulla forca con la testa nel cappio
Da un minuto all'altro mi aspetto che si scateni l'inferno
La gente è fuori di testa, i tempi sono strani
Sono chiuso in una gabbia, mi sento fuori posto
Una volta mi preoccupavo ma... le cose sono cambiate

Questo posto non mi fa affatto bene
Sono nella città sbagliata, dovrei essere ad Hollywood
Solo per un attimo pensavo di aver visto qualcosa muoversi
Devo prendere lezioni di danza, ballare il jitterbug rag
Niente abiti corti, devo vestirmi in lungo
Solo uno stupido qui dentro penserebbe di avere qualcosa da provare
E' passata troppa acqua sotto i ponti, ed anche un mucchio di altra roba
Non vi alzate signori, sono solo di passaggio
La gente è fuori di testa, i tempi sono strani
Sono chiuso in una gabbia, mi sento fuori posto
Una volta mi preoccupavo ma... le cose sono cambiate

Ho camminato sulla cattiva strada per quaranta miglia
Se la Bibbia dice il vero il mondo sta per esplodere
Sto cercando di fuggire il più lontano possibile da me stesso
Certe cose sono troppo bollenti perchè le si possa toccare
L'animo umano non può reggere tanto
Non si può vincere con una mano perdente
Sento che mi innamorerò della prima donna che incontro
la metterò in una carriola e me la porterò per la strada
La gente è fuori di testa, i tempi sono strani
Sono chiuso in una gabbia, mi sento fuori posto
Una volta mi preoccupavo ma... le cose sono cambiate

Basta poco a ferimi, solo che non lo dò a vedere
Si può ferire qualcuno senza neanche accorgersene
I prossimi sessanta secondi potrebbero durare un eternità
Toccherò il fondo, volerò alto
Tutta la verità nel mondo risulta un'unica grande menzogna
Sono innamorato di una donna che nemmeno mi piace
Mr. Jinx e Miss Lucy sono finiti in un lago
Io non sono così impaziente di commettere un errore
La gente è fuori di testa, i tempi sono strani
Sono chiuso in una gabbia, mi sento fuori posto
Una volta mi preoccupavo ma... le cose sono cambiate

Bob Dylan, Things have changed





venerdì 21 agosto 2009

White Jazz

E' il titolo dell'ultimo libro che ho letto, di Ellroy. Un gran romanzo: spietato, nero, caotico, con un senso di urgenza che trascina per il bavero della giacca (o del trench) fino alla fine... l'ho letto d'un fiato.
Come sto vivendo d'un fiato quest'estate, in costante apnea, sommerso da un oceano di pensieri ed emozioni... ho preso decisioni importanti, altre sono semplicemente in attesa, come tizzoni nascosti sotto la cenere. Pronti a divampare. Non ho un piano preciso, ma considerando che so bene cosa non voglio, confido che in qualche modo questo mi aiuterà a tracciare una nuova strada.
Devo solo riuscire a mantenere il controllo, spero per non troppi mesi, anche se è dura...

Non dire quello che non puoi, non adesso. Non fare quello che vorresti, ti cacceresti nei guai, non lasciarti andare. Segui i passi che hai imparato a memoria, come sui fogli di quelle vecchie lezioni di ballo che andavano negli anni 50, è meglio così, fidati. Ma non è facile. Neppure da capire, probabilmente.

E poi mai come in questi mesi ho notato quanto follemente il tempo possa dilatarsi e comprimersi. E anche qui fingere che non sia nulla di che, mentre la verità è che mentre il tempo scivola tra le dita porta con se pezzetti di me... beh alla fine è un modo come un altro per dimagrire.

Questa estate sta per finire, davanti a me c'è parecchio buio e la torcia funziona a calci proprio come cuore e cervello. Non sono sicuro di aver un gran armamento ma credo che ne uscirò fuori.

Le note del pianoforte e del contrabbasso si mescolano con le voci dei bambini che urlano in strada... "Drunk on the moon" di Tom Waits, e non ho neanche un bicchiere di liquore a portata di mano, una vergogna.

Forse è meglio un tango.




domenica 26 luglio 2009

Agua

Nell'attesa che torni l'ispirazione per scrivere un post vero e proprio, lascio agli affezionati (?!) lettori del blog una canzone che ho sempre trovato splendida, vuoi per l'idioma, vuoi per il suono della chitarra, vuoi per il testo.





E a voi, piace? ;-)

venerdì 3 luglio 2009

Long is the time...

... and hard is the road.






Chris Rea (Album - The Blue Jukebox)


Bagel, snake, a red tail, lights
Looking for a drain
Pretty red like diamond bride
Become your ball and chain
If you ever reach the other side
It will never be this way

They tie you down with your own high hopes
You better listen what I say
Long is the time and hard is the road
Everybody looking for a place
To put down their heavy load, yeah

Fat cat screaming up above
Coz he don't get no second chance
He's passing down his reckless fear
He kick your chains
And make you dance

Dance around his daydream
Till he gets to fly away
You find a dagger in your back
You better listen what I say

Long is the time, and hard is the road
Everybody looking for a place
To put down their heavy load

Oh, long is the time
And hard is the road (hard is the road)
Oh, long is the time
And hard is the road

Everybody looking for a place
To put down their heavy load
Long is the time
And hard is the road

domenica 21 giugno 2009

Heavy Metal e idiosincrasie

Quando qualcuno che ho appena conosciuto scopre che ascolto, attenzione attenzione, Heavy Metal, le espressioni coglibili sul suo volto in linea di massima possono essere queste (comprese e tutte le relative sfumature)

  1. Interrogativa (Eavi cosa? E' roba strana vero?)

  2. Compassionevole (Ma dai, ancora ascolti quella roba li? Anche io l'ascoltavo, ma dopo i 13 anni ho smesso...  sai, si cresce, si matura...)

  3. Mediamente schifata (Che merda! Questo sicuro che non conosce manco i Negramaro, ma che gli parlo a fare?)

  4. Sopresa (Ma dai, non me lo aspettavo da uno così tremendamente figo*, di solito l'ascoltano i disadattati questa musica)

  5. Delusa (Ma come mai, cosa c'è in te che non va figliolo mio? Problemi a casa? Non prenderai mica le pasticche eh?! Pensa che ricordo ancora quando venivi a catechismo... è proprio vero che cambia tutto...)

  6. Visibilmente intimorita/preoccupata (ma non è roba SATANICA? Perchè ho sentito al telegiornale che un serial killer neonazista l'hanno arrestato mentre col dentifricio disegnava il volto del demonio sullo specchio del bagno, e poi hanno scoperto nella sua cantina i corpi smangiucchiati di donne, vecchi, bambini e due copie dell'ultimo libro di Vespa )


* nota: qui ci ho messo del mio, lo confesso.

E il bello è che se poi gli spieghi che a te la musica in realtà piace un po' tutta, e che ascolti anche altro, è ormai troppo tardi. Il danno è fatto.

Mai fare, tra l'altro, nomi di gruppi che non conoscono, mentre si cerca di riguadagnare qualche punto-rispetto.
Lo prenderebbero come un affronto ("ascolti quella merda e poi mi dai anche dell'ignorante perchè non conosco sti cazzo di Cridens Cliruoter Revaival che non si sono mai sentiti... stronzo!"), e la situazione precipiterebbe.

Dall'esterno poi, da chi non segue questo genere musicale, l'heavy metal viene visto come un unico calderone ribollente (e maleodorante) pieno di gente tatuata perennemente ubriaca che urla versi inumani al microfono, chitarre distorte spinte a volumi folli, grupies tossiche, cantanti con la faccia pitturata e la lingua di fuori, droga come se piovesse, croci rovesciate e mangiatori di pipistrelli.

E io vorrei tanto dirgli, al tizio/alla tizia che mi fa la faccia interrogativa-delusa-intimorita ecc: "Ma guarda che non è così: prova ad ascoltare Orion dei Metallica, Aces High dei Maiden, Edge of thorns dei Savatage", giusto per tentare un approccio soft, ma poi finisce che lui/lei prende la mia copia di Metal Hammer e inizia a leggere qualche nome. E capisco che posso tranquillamente risparmiarmi la fatica.

Aborted, Anal Cunt, Anal stench, Antropofagus, Carcass, Carnivorous erection, Cephalic Carnage, Corpsefucking Art, Corpus In Extremis, Cattle decapitation, Cunt Grinder, Deicide, Gorerotted, Impaled nazarene, Mutilated in Minutes, Necrodeath, Necrotorture, Obituary, Pestilence, Pig Destroyer, Prostitute disfigurement, Putridity, Regurgitate, Rotting Christ, Vomitory...

Ora, vorrei tanto credere che dietro la scelta di certi nomi ci sia semplicemente ironia (per quanto grottesca), ma so bene che per molti gruppi non è così: se il cantante dei Deicide si è fatto incidere una croce rovesciata sulla fronte, qualche serio motivo l'avrà avuto. Oltre a qualche serio problema aggiungo, ma è un'opinione personale.

Ovvio che tutto ciò offre il fianco a quei giornalisti che non perdono l'occasione di associare questo genere musicale a omicidi, suicidi e stragi in genere.
Come se ogni omicida avesse un poster di Marylin Manson in appeso in camera da letto... bah! Non credo che nè Karadžić, nè Bush senior/junior, nè terroristi islamici, nè brigatisti, nè Pacciani abbiano mai ascoltato heavy metal. Eppure di gente ne hanno fatta fuori, direi.

Quei giornalisti che tracciano il grossolano parallelo metal-omicidi, basandosi sulle tematiche care a parecchi gruppi heavy metal, dovrebbero secondo me iniziare a preoccuparsi anche dei pericolosissimi lettori di Poe, Lovecraft e King, di quei potenziali tossici decadenti che leggono Baudelaire, dei disturbati che amano Hitchcock, eccetera eccetera.

Intanto io scuoto la testa, rido, e vado ad ascoltarmi "Piano Man" di Billy Joel. E subito dopo, "Fucking Hostile" dei Pantera. ;-)






E per chi vuole, la versione in inglese (meno censurata e un pelo più spassosa :-) ) http://www.youtube.com/watch?v=mlbKprH61AE

martedì 9 giugno 2009

Summer of love

Una strada dritta come una fucilata al cuore, il cielo terso e il profumo dell'asfalto bruciato dal sole.
Mi basterebbe poco, mi basterebbe veramente poco...



Video: Summer of Love

Daddy says I'll never get the roadster
What does he know
I just can't make it here in Squaresville
Daddy-O
Pretty on the inside and the out
She's the ride I'm wild about
The only one I'm dreaming of
Summer of love

Daddy says I'll never get the roadster
What does he know
We drive to where the sky is wide
And the moon is low
When I shut her down the night feels cool
I tell her she's beautiful
A million stars all swarm above
Summer of love
Whoa, summer of love

Summer days hot and dry
Hot as firecrackers on the Fourth of July
Summer nights passing slow
Gas her up Daddy I'm ready to go

Summer of love - Mark Knofpler

venerdì 22 maggio 2009

Chris Isaak - Dancing





Lo conoscono tutti quasi esclusivamente per the Wicked game, ma di belle canzoni questo crooner californiano ne ha scritte parecchie.

Chris Isaak - Dancing

I keep on dancin'
Dancin'
Nothing left to say
Nothing left to do
I find myself alone
And thinking just of you
You got me dancin'
Dancin'

Why don't you help me?
Why don't you guide me?
Why don't you promise
To stand beside me?

There was a man in a foreign land
In love with a woman that he didn't understand
Love is not a thing you command
Love is something that keeps you, keeps you
Dancin'
Dancin'

Why don't you help me?
Why don't you guide me?
Why don't you promise
To stand beside me?

I keep on dancin'
Dancin'
Nothing left to say
Nothing left to do
I find myself alone
And thinking just of you
You've got me dancin'
Dancin'

Why don't you help me?
Why don't you guide me?
Why don't you promise
To stand beside me?

Dancin'
Dancin'
Dancin'
You've got me
Oh
Help me
Guide me
Why don't you promise
To stand beside me
Help me
Oh

giovedì 21 maggio 2009

Fade to Black - Almost a romance

Mi è sempre piaciuto il profumo dolce e pungente dei tigli, ma in questa primavera stranamente cupa quasi mi sembra di non avvertirlo.
Naturalmente non è la primavera ad essere cupa. Sono io, e le ragioni possono essere infinite come nessuna... so solo che questa volta Hyde è più rabbiosamente maliconico del solito, e fatico a tenerlo dietro al sipario.
Chiudo gli occhi, ripensando a questi giorni lunghissimi e brevi allo stesso tempo, e vedo il mio più caro amico d'infanzia sorridermi dalla foto apposta sulla sua lapide. Sorrido anche io, mentre una lacrima mi taglia il viso, e il naso si impregna del puzzo aspro dei fiori recisi cotti dal sole.
E c'è l'ospedale con i suoi muri bianchi e le lenzuola candide, gli occhi spenti di chi è stato imbottito di tranquillanti o che semplicemente ha smesso di sperare... E anche li cerco di sorridere, di dare un po' di forza a chi ne ha bisogno, mentre dentro me penso solo a quanto sia crudele la vita. Obbligati a vivere in un involucro difettoso che prima o poi marcirà con noi dentro, senza lasciarci scampo.
Prego solo, quando accadrà a me, di essere ancora abbastanza lucido da scegliere saggiamente tra il letto di un ospizio e una pallottola in fronte.
Rivedo anche quell'uomo, all'ufficio postale. I capelli grigi pettinati con cura, la pelle rugosa bruciata da mille estati lavorate nei campi,una vecchia giacca adidas e pantaloni sdruciti. Le sue scarpe vecchie forse un milione di passi, ma la sua voce era giovane, e gentile. Da un marsupio logoro col logo Alpitour tira fuori alcuni documenti che vuole mostrare alla cassiera. Intuisco che vuole sapere se su quei vecchi conti ci sono ancora dei soldi, e mentre chiede questo alla cassiera bionda e impettita la sua voce si fa impercettibilmente tremolante.
Ha bisogno di quei soldi, dio sa per quale motivo... la moglie ammalata? Un figlio nei guai? Un mutuo che lo strangola? E attende, paziente, la risposta dalla cassiera che sta verificando sul suo terminale. La schiena è dritta e cerca di abbozzare un sorriso alla signora che sta facendo la fila all'altro sportello, ma le nocche delle mani sono quasi bianche da tanto l'agitazione gli fa stringere i pugni. Una dignità straziante.
Ma non puoi sempre vedere solo il marcio del mondo, e allora decidi di andare a quella festa. La ragazza si avvicina e inizia a bombardarti di informazioni non richieste sulla sua vita, e non capisce che non è serata, che non attacca, che stai probabilmente pensando a qualcun'altra e che soprattutto sei impegnato con un tête-à-tête col terzo bicchiere di whiskey. Poi, visto che non lo capisce, per vendicarti decidi di stare al gioco e fingi di essere interessato, disquisisci sui segni zodiacali e sulla straordinaria importanza degli ascendenti, la prendi per i fondelli in modi che da sobrio mai ti sarebbero venuti in mente, e dentro di te, sadicamente, stupidamente, senti che ti stai divertendo un mondo.
Poi esci, cerchi l'auto e la trovi. Vicino all'auto, illuminato dalla luce grigia del lampione, un cane nero senza una delle due zampe anteriori ti fissa triste e curioso, e ti chiedi chi dei due debba essere salvato quella notte.

Fade to black (Dire Straits)
I wonder where you are tonight
you're probably on the rampage somewhere
you have been known to take delight
in gettin' in somebody's hair
and you always had the knack
fade to black

I bet you already made a pass
I see a darkened room somewhere
you run your finger round the rim of his glass
run your fingers through his hair
they scratch across his back
fade to black

well maybe it's all for the best
but I wish I'd never been lassooed
maybe it's some kind of test
I wish I'd never been tattooed
or been to hell and back
fade to black