lunedì 23 febbraio 2009

Una nuova colonna sonora

o391202Giusto prima di andare a farmi una bella doccia calda, ho pensato di aggiornare la soundtrack del blog. E per i curiosi che vogliono sapere cosa riserva questa playlist, qui sotto ho messo l'elenco.

Ho disposto le canzoni in un ideale climax che va dalla dolcezza della prima alla scorpacciata di ultraviolenza del finale (e la copertina qui a fianco è proprio quella del CD dei Municipal Waste, divertentissimi).

  1. Eagles - I can't tell you why (conosciutissima, e bellissima)

  2. Dire Straits - Single Handed Sailor (non è stata una delle loro hit, ma davvero un gran pezzo)

  3. Shirley Bassey  & Chris Rea - La passione (colonna sonora di un film sulle Ferrari... molto seventies)

  4. Tom Waits - Rain Dogs (intro di fisarmonica e una voce calda come poche)

  5. Gorillaz - Fire coming out of a monkey's head (originale, orecchiabile, e con una 'storia' interessante)

  6. Tom Morello - Whatever It Takes (Era bravo coi RATM, pure con gli Audioslave, e anche da solo non è male!)

  7. Eminem - 'Till I collapse (talentuoso, IMHO )

  8. Kreator - Phobia (Chi aveva apprezzato "Violent revolution" credo si gusterà anche questa :-) )

  9. Exodus - Scar Spangled Banner (Una delle colonne del thrash USA, con una canzone incazzatissima)

  10. Municipal Waste - Unleash The Bastards (Un gruppo giovane e con tanta voglia di divertirsi suonando thrash)

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino, ottanta anni fa...


1929, Chicago.
Al Capone, il boss di origini italiane, e l'irlandese "Bugs" Moran si contendono il mercato degli alcolici di contrabbando, e più in generale il potere sulla città.
Moran cercherà di eliminare Capone in almeno due occasioni, ma i tentativi andarono a vuoto. Molte furono le morti che comunque insanguinarono le strade della città, su entrambi i fronti. Tanto da spingere i capi delle gang a decidere, ad un certo punto, per una tregua.

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La tregua non durò tuttavia molto. Moran, rendendosi conto che la morte dei suoi 3 compagni O'Banion (eliminato da killer prezzolati agli ordini del clan dei Genna), Weiss, e Drucci (ucciso durante uno scontro con la polizia) lo rendeva a tutti gli effetti l'unico e solo leader della gang, decise che era giunto il momento di colpire.

L'uccisione di molti intimi amici, i continui assalti ai suoi magazzini, i furti e gli incendi subiti da parte della gang di "Bugs", spinsero Capone (già nei guai con le forze dell'ordine) sull'orlo della paranoia. Arrivò a circondarsi di ben 15 guardie del corpo. Ammise quasi di essersi pentito di aver lasciato a suo tempo Five Points (il quartiere di New York che lo aveva visto crescere come criminale all'interno della James Street Gang) per trasferirsi a Chicago.

La livello di sopportazione di Capone aveva segnato il limite. Il 14 febbraio 1929, decise di mettere la parola fine al potere di Moran.

Fu Sam Giancana, uomo di fiducia di Al Capone, a dirigere l’operazione, geniale e spietata. In quel giorno Capone si trova a Miami, in Florida (alcune fonti dicono per una vacanza, altri per un interrogatorio)
Due auto, una Cadillac e una Peerless, modificate per assomigliare due auto della polizia, parcheggiarono di fronte ai magazzini della SMC Cartage Company, dove era in corso una riunione dei membri della gang di "Bugs".
Dalle auto scesero gli uomini di Capone e alcuni ex membri dei Egan's Rats. Due erano travestiti da poliziotti, altri indossavano lunghi trench.
Colti di sorpresa, gli uomini di Moran si lasciarono disarmare. Trascinati nel retro del magazzino e allineati contro il muro, furono tutti uccisi a colpi di mitragliatore, con almeno 40 proiettili in corpo ciascuno.

Tra loro avrebbe dovuto esserci anche Moran, ma così non fu. Forse era semplicemente in ritardo, oppure si insospettì alla vista delle due sedan parcheggiate fuori dal magazzino. Fatto sta che Bugs riuscì a sfuggire da quella che viene ricordata con il nome di "strage di San Valentino".

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mercoledì 11 febbraio 2009

1873 - [Racconto]

Una brezza leggera mi culla piano,
E sa di terra umida e di granoturco giovane
E di sole caldo, e di foglie profumate.

Forse sto sognando, perchè non so bene dove mi trovo,
Ma qui mi piace, vorrei poterci rimanere per sempre.
Ovunque mi trovi, non mi importa.

Sento l'alito tiepido del vento carezzare le fronde degli alberi
Creando un suono che ricorda la risacca dell'oceano
Ed è come un'illusione dentro un'illusione.

Il mio sguardo spazia fino al limitare dell'orizzonte
E vedo solo campi sconfinati, del colore dell'oro
E nuvole bianche in un cielo talmente azzurro da ferire la vista

Potremmo venire ad abitare qui, sarebbe bellissimo
Questa sera la vedrò, in quel luogo segreto che solo io e lei conosciamo
E le chiederò di sposarmi, e costruiremo una piccola casa proprio su questa collina

Lui non vuole, lo so. Lo capisco da come mi guarda, dal furore che leggo nei suoi occhi
Ma questa notte la porterò via con me, e la proteggerò, sempre
E invecchieremo nella nostra casa circondata da piante da frutto, crescendo i nostri bambini

Mi sembra quasi di sentire il suo profumo, in quest'aria dolce
O forse è il profumo di quei fiori rossi,
Sbocciati laggiù, vicino alla strada di terra battuta, tra le pietre e i sassi.

Tra un po' mi incamminerò, ma ancora per qualche minuto
Voglio godermi questo sole caldo
E lasciarmi cullare,piano, dalla brezza leggera.



M.L. (1850-1873), fu ucciso con una impiccagione sommaria per mano di alcuni soggetti vicini alla poco limpida figura del reverendo J.W.
Le cronache dell'epoca raccontano di una storia d'amore nata tra il ragazzo e la giovane S.M., nipote (anche se taluni ritenevano fosse in realtà la figlia) proprio del reverendo.
Al tempo correvano voci, mai totalmente confermate, sulle "particolari" attenzioni che il reverendo avrebbe riservato alla ragazza, che con lui viveva fin dalla tenera età nella casa a fianco della chiesa.
Tre giorni dopo la morte del giovane, poco prima della celebrazione della messa domenicale, un'anziana signora scoprì il cadavere della ragazza ai piedi dell'altare. Al suo fianco, i cocci di vetro con i quali si era tagliata le vene, e una lettera per un ragazzo che amava.