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martedì 6 marzo 2012

Riflessioni di una mente poco riposata

Promemoria per non dar via di testa totalmente
  1. Bere meno caffè e/o Redbull
  2. Non giocare ossessivamente a videogame immersivi (i.e: Assassin's Creed, ambientato tra Gerusalemme e Damasco nel 1200 circa) fino a notte fonda
  3. Non fare aperitivi della durata di 4 ore e ad elevato (eccessivo) tasso alcolico con gli amici
  4. Non mettersi in macchina dopo aver fatto aperitivi del tipo indicato al punto 3
  5. Dopo il punto 4, evitare di andare a fare la spesa di sabato pomeriggio, quando le corsie dei supermercati brulicano di persone come i vicoli di una Damasco medievale, perchè altrimenti possono succederti cose come quelle indicate al punto 6
  6. Ovvero che potresti incontrare una donna col chador e con un velo che le copre parte del volto, e questa donna potrebbe guardarti con uno sguardo innocuo e curioso ma tu, stanco, stressato,  suggestionabile* e non totalmente lucido, potresti scambiarlo per uno sguardo losco e di sfida, e allora potresti, dico potresti, a causa di riflessi condizionati alterati, vedere per una frazione di secondo te stesso nell'atto di sguainare la spada che tieni nel fodero, pronto ad eliminare il nemico lottando all'ultimo sangue per le strade polverose di una città immaginata. Tra una pila di cartoni di latte e il banco dei salumi.
* quando sono stressato, spesso le suggestioni offerte da odori, colori ed immagini mi colpiscono con più forza di quando non lo sono... figurarsi aggiungendo poi punti 2 e 3.

venerdì 17 febbraio 2012

Naked in front of the Computer



You must be missing something
Keeping me dumb and hot
What'd I say? I'm empty.
And I'm sending it back to you

Naked in front of the computer - Faith no more

domenica 4 aprile 2010

Amore e Psiche


Non so voi, ma a me i miti greci han sempre affascinato...
Uno degli ultimi progetti che ho seguito, per quello che ormai è il mio ex lavoro, è stato fortunatamente uno dei più interessanti.
Proprio grazie a questo progetto, ho conosciuto la storia di Amore e Psiche, illustrata da Giulio Romano sulla volta e sulle pareti dell'omonima stanza del Palazzo Te di Mantova.
I ventidue passi illustrati da Giulio Romano a Palazzo Te sono tratti dalle Metamorfosi di Apuleio, scrittore latino del II secolo d. C.






Ho riassunto qui la vicenda, ma se qualcuno volesse approfondire e gustarsi gli affreschi di questa stanza (splendida), questo è il link:

www.palazzote.it/amoreepsiche


Amore e Psiche
In una città lontana un re e una regina hanno tre figlie, tutte belle, ma una di esse, Psiche, sopravanza tanto le altre in bellezza, che le genti le tributano doni e sacrifici.
Venere, adirata, chiede al figlio Amore che la punisca colpendola con un dardo che la faccia innamorare dell’essere più abietto del creato.
Amore, mentre sta per armare l’arco infallibile, si punge con la sua stessa freccia, mentre guarda Psiche, della quale cade innamorato.
Le sorelle si maritano, ma Psiche non viene chiesta da nessuno. L’oracolo di Apollo, interpellato, rivela che Psiche sposerà un essere non umano, malvagio e temuto persino dagli dei.
La principessa, lasciata sola, su indicazione dell’oracolo, sulla cima di un monte, viene sollevata da Zefiro che la trasporta lontano.
Psiche, deposta tra l’erba e i fiori di una valle remota, si addormenta esausta.
Al suo risveglio si imbatte in un palazzo meraviglioso. Le si aprono le porte dinanzi ed esseri invisibili le offrono un banchetto.
Psiche accoglie le sorelle nel palazzo dove vive felice e dove ogni notte viene visitata da un amante tenero e misterioso, che non vuole essere visto da lei. Le sorelle, invidiose della sua ricchezza e della sua felicità, la inducono a credere che lo sposo sia un mostro, come annunciato dall’oracolo e le suggeriscono di svegliarsi la notte e di ucciderlo.
Psiche seguendo il consiglio delle sorelle vuole scoprire chi sia il suo amante e ucciderlo, ma ai suoi occhi si rivela il dio Amore in persona. Incantata per l’emozione fa cadere gocce d’olio rovente sul petto di Amore. Questi si sveglia urlando di dolore e fugge, allontanando da sé Psiche.
Venere, che ode le grida di Amore e si scopre tradita, chiama il figlio, lo rimprovera e lo minaccia.
Cerere e Giunone intercedono in favore di Amore.
Psiche, in fuga, chiede aiuto a Cerere, ma ne è respinta.
Ora la fanciulla disperata invoca inutilmente l’aiuto di Giunone.
Venere sale sull’Olimpo e chiede a Giove l’aiuto di Mercurio per ritrovare la fuggiasca.
Mercurio, come banditore degli dei, diffonde alle genti l’ordine di catturare Psiche.
Psiche è catturata da Abitudine, che la trascina per i capelli, mentre Inquietudine e Tristezza si accingono a torturarla per ordine di Venere.
Psiche è sottoposta a prove ardue o pericolose. La prima, che prevede la cernita delle sementi da un grande mucchio indistinto, viene superata grazie all’aiuto delle pietose formiche.
Psiche ha raggiunto un gregge di pecore dal vello d’oro, valicando monti e superando un fiume, personificato nell’affresco. Gli animali sono feroci, e Psiche disperata sta per gettarsi da una rupe, ma una canna palustre (personificata sulla destra) le suggerisce di attendere il momento in cui le pecore si ritirano in un boschetto discosto: potrà raccogliere, impigliati tra i rovi, i bioccoli d’oro pretesi da Venere
Nella terza prova, Psiche attinge l’acqua dalla sorgente del fiume infernale Stige, custodite da spaventosi draghi, e vi riesce solo perché Giove, che comincia a intenerirsi alle sue vicende, manda in soccorso la propria aquilaNella terza prova, Psiche attinge l’acqua dalla sorgente del fiume infernale Stige, custodite da spaventosi draghi, e vi riesce solo perché Giove, che comincia a intenerirsi alle sue vicende, manda in soccorso la propria aquila.
Quarta prova. Psiche raggiunge il regno degli inferi per giungere al cospetto della regina Proserpina e chiedere con umiltà un po’ della sua bellezza, da riporre in un vaso e portare a Venere. La regina degli inferi acconsente, stabilendo un solo divieto: Psiche non dovrà aprire quel vaso.
Psiche, riemersa alla luce del sole, non sa frenare la curiosità e apre il coperchio del vaso. Da questo esce un etereo veleno che la fa accasciare, moribonda. A quel punto Amore, guarito e vinto dalla nostalgia, accorre in tempo per risvegliare Psiche e ridonarle la salute con il tocco di una delle sue magiche frecce.
Nel riquadro al centro della volta assistiamo all’apoteosi di Amore e Psiche. Giove accoglie la principessa sull’Olimpo e, donatale l’immortalità, la unisce in matrimonio ad Amore.

Fin.

martedì 5 gennaio 2010

Cinquantaquattro

Dopo la prima curva, il vicolo era già un sentiero. Saliva ripido tra le ultime case di case di pietra chiara, superava i muri a secco di minuscoli orti e si tuffava nel verde scuro delle ginestre.
Non distingueva i suoni, nelle orecchie un unico bordone, accordo dissonante di uccelli, cicale e vento.
Il sentiero giunse al culmine. Pierre vide il verde della macchia scendere ininterrotto fino al mare.

Cary non si intendeva di fisiognomica. Affermare che i tratti di un volto possano informare sul carattere di una persona gli sembrava una ipotesi eccessiva, suffragata da molti idioti con la faccia da idiota e smentita da troppi delinquenti con la faccia da gentleman. Tuttavia, aveva una tecnica per riconoscere gli imbecilli. Più che tecnica, un sesto senso. Infallibile. Basato su un concetto allargato di "aspetto esteriore", che non si limitasse cioè al volto, ma arrivasse a comprendere il modo di parlare, la scelta dei vestiti, il modo di incedere. Solo per indulgenza verso il prossimo, evitava di assegnare il cento per cento di probabilità alle diagnosi. Con Dyle, si limitò al 70.

Grace Kelly era la donna più bella del momento. Col sesso sotto la pelle, non in superficie, come piacevano a Hitch.
Il sesso doveva essere parte del mistero, non detto, implicito in uno sguardo, nella battuta giusta sul copione, in un dettaglio. Il sesso era una allusione sottile tra romanticismo e ironia.

Fanti non rispose, e guardò la musica. Sul pulsare del basso, intricati riffs di fiati corsero velocissimi fino al primo stacco. Fu come vederli tuffarsi in mare da una scogliera. Fiato sospeso. L'assolo di tromba avanzò come una fiamma lungo la miccia, fino all'esplosione che fece decollare il sax, simile a quei razzi dei cinegiornali.Nuovo stacco, sezione fiati al completo, fraseggio furioso fino all'apoteosi finale, tutta l'orchestra un'unica, colossale mazza i cui colpi abbatterono la canzone come una bestia portata al sacrificio. La rullata della batteria fu l'ultimo spasmo del corpo prima del colpo di grazia. Fine.

54, Wu-ming, Einaudi


giovedì 12 marzo 2009

La lista è vita

Chi si ricorda da quale film ho preso in prestito la frase vince un giro sull'autoscontro e uno zucchero filato alla sagra della città (che qui a Mantova dura tipo un mese).

Ad ogni modo, mi capita di tanto in tanto di stilare mentalmente delle liste... quelle classiche, sapete: gli album preferiti, i film più belli visti ultimamente, le città che mi piacerebbe visitare.. e così via.
Ma esiste poi quella che credo sia la "madre di tutte le liste", e ognuno di noi ne ha una: la lista delle cose che amiamo e di quelle che odiamo.
Senza aver pretese di carattere psicologic-scientifico, penso che questa lista sia alla fine un po' la chiave che determina i nostri schemi comportamentali.
E rileggere il nostro elenco di "mi piace/non mi piace" messo giù nero su bianco potrebbe darci un quadro di noi stessi un po' diverso da quello che avevamo in mente prima, chissà.

Io per esempio mi sono scoperto veramente un rompicoglioni, l'avrei mai detto? Forse si ;-)

Forse è impossibile stilare una lista completa, ma qualche pensiero l'ho raccolto...

  • Mi piace la pasta, e i primi piatti in generale. Molto più dei secondi, e pure più dei dolci. Vivrei di pasta.

  • Sono altamente meteopatico, e adoro il sole e il caldo. Il freddo mi piace solo se sono in montagna su una pista da sci, STOP. E cmq solo se c'è il sole.

  • Il pesce mi fa vomitare. Credo di essere allergico, visto che quando lo mangio cambio colore come una tv mal sintonizzata. L'unico pesce che mangio è quello che non sa di pesce: il tonno.

  • Però, ora che ci penso, forse è senza pizza che non potrei vivere. Inizio ad avere sospetti sulla presenza di sanque partenopeo nelle mie vene.

  • I cani di piccola taglia, quelli col cappottino e che abbaiano continuamente con quella loro vocina penetrante, li prenderei tutti a calci. Alla Del Piero che tira un rigore, per intenderci

  • Mi stanno sulle palle i cani aggressivi, tipo rotweiller o pitbull. E in linea di massima mi stanno sulle palle anche i loro padroni, che li addestrano per renderli ancora più aggressivi. E non mi vengano a dire i veterinari intervistati dal TG5 che non è vero, che tutti i cani sono uguali e che un pitbull è potenzialmente docile come un labrador, perchè non è vero.

  • Coi gatti ho un rapporto ambivalente: un po' sono allergico e un po' la loro schizzinosa aria di indipendenza (fino a quando non devo aprirgli la scatoletta del wiskas) mi va venire voglia di provvedere ad un trattamento "Del Piero" anche nei loro confronti. Poi va a finire che gli faccio le coccole, perchè in fondo sono un tenerone.

  • Odio andare a letto presto alla sera, e amerei riuscire svegliarmi prestissimo alla mattina, per vedermi l'alba tutti i giorni. Purtroppo una cosa, nel mio caso, esclude l'altra.

  • Amo la musica, credo più della pasta e della pizza, ed è tutto dire. Non riesco proprio a capire chi riesce a farne a meno. Ho sempre studiato e lavorato ascoltando musica, mi aiuta a produrre meglio. Sono come le mucche, che fanno il latte più buono se ascoltano Beethoven. O era Mozart?

  • Odio assumere medicinali.

  • Amo assumere Jagermeister e Petrus. ;-)

  • Odio gli addii

  • Non mi piacciono i film horror. Che considerando i miei gusti "letterari" fa un po' strano... (Chi ha detto che me la faccio sotto?! Haha, ehm, ma cosa dite...)

  • Ho un rapporto strano col telefono... non lo amo particolarmente. Credo sia un retaggio della mia (antica) timidezza. A volte si tratta solo di rompere il ghiaccio.

  • Odio la "mondanità a tutti i costi", quella che più di una volta hanno provato a farmi praticare.

  • Amo la compagnia degli amici, ma amo anche potermi ritirare di tanto in tanto nella mia caverna. Vivere un po' di solitudine, di quando in quando, mi permette di "donarmi" meglio poi, una volta ricaricate le batterie emotive.

  • Non sopporto chi si piange addosso e non fa niente per cambiare la propria situazione.

  • Non sopprto neppure chi è convinto di essere sempre un passo avanti agli altri.

  • Non sopporto chi porta gli occhiali da sole alle 5 del pomeriggio a dicembre, quando sono già 2 ore che è buio, solo perchè è fashion.

  • Provo profondo rispetto per chi affronta la vita a testa alta, nonostante i problemi, nonostante le difficoltà. Una lezione di dignità che tanti "arrivati" (o che si sentono tali) probabilmente non capirebbero neppure.

  • Mi fa ridere chi va a far la spesa con l'auricolare Bluetooth nell'orecchio. Sia quelli che parlano, e si muovono e gesticolano come se avessero il ballo di san vito, mentre stanno solo parlando con l'amministratore del condominio, sia quelli che ce l'hanno semplicemente acceso (con l'odioso led blu che ammicca), e per tutte le 3 ore che passeranno tra il banco della frutta, quello della carta igenica e la cassa, non li chiamerà nessuno.

  • Odio quelli che al supermercato fanno i furbi e si intrufolano a metà coda. Se poi hanno l'auricolare bluetooth...

  • Trovo ridicolo chi parla sempre e comunque d'affari, o di lavoro, di contatti importanti, di progetti da sviluppare, di quanto le sue idee siano avanti anche quando si è fuori solo per una FOTTUTISSIMA BIRRA.

  • Sempre ridicolo chi va in vacanza in posti sempre più esotici, con la scusa che la "sardegna, sai, è tanto noiosa". E quando racconti che ti sei divertito al lago con gli amici ti guarda come se fossi l'ultimo dei coglioni.

  • Mi mandano in bestia i lunatici, che un giorno ti salutano col sorriso e il giorno dopo è come se non esistessi, o peggio dimostrano insofferenza solo per il fatto che sei li vicino. E tu non hai fatto nulla. E se glielo fai notare nel giorno sbagliato ti urlano addosso che NON ROMPERE, OGGI VA COSI'. Sai cosa c'è? Che puoi ficcarti la luna dove dico io. Ossequi.

  • Odio i camion che in autostrada tagliano le curve, o si buttano in un sorpasso senza mettere la freccia. E mio padre è un camionista (ma lui è bravo, lo so).

  • Odio quei dipendenti statali/comunali/provinciali che quando sei li che aspetti il tuo turno perdono tempo parlando della sciatica del collega a casa in malattia

  • Non sopporto chi, al bar, chiede i caffè al ginseng macchiati tiepidi con latte non pastorizzato in tazza larga, trasparente, ovale, con cucchiaio alla francese e la brioche integrale con marmellata di mirtilli. Ah dice che è di lamponi. Proprio non ce l'ha ai mirtilli vero? Ecco, mi piacerebbe fare il barista per un giorno, e versare inavvertitamente il bidone dei fondi di caffè in testa a questi scassaminchia.

  • Odio le scarpe cosiddette "ballerine". Credo non esista niente di peggio, sul fronte complementi di vestiario femminile. Sono veramente inguardabili.

  • Sono sensibile alla gentilezza. E all'ironia.

  • Apprezzo, e molto, chi sa ridere un po' di se stesso e delle sue manie.



E ora, a nanna.

domenica 30 novembre 2008

Through the grapevine...

GrapevinesNon mi sono mai piaciute le sfumature di grigio, sono indecifrabili e destabilizzanti... non sai mai bene a che punto del gradiente ti trovi.
Dicevo, non mi piacciono, ma come tutti mi trovo naturalmente costretto a fare i conti con loro, perchè il bianco e il nero sembrano in fondo essere concetti puramente astratti, entità che poco hanno a che vedere col mondo reale.
Molti in queste sfumature trovano il loro habitat naturale, e (consciamente o meno) si godono la libertà data dall'assenza di punti di riferimento precisi. Un relativismo che in fondo rende tutto giustificabile, basta cambiare il punto d'osservazione... in un certo senso diventa tutto molto più semplice, no?

Ma io in questa melma grigiastra annaspo a fatica, in perenne tensione verso quel bianco o quel nero che determinano l'orizzonte dei miei sentimenti e della mia morale.
E' faticoso, e lo diventa ancor di più quando mi tocca affrontare la realtà e tornare sul pianeta terra, rendermi conto che non sono nè Mr Spock nè un santone tibetano, e che talvolta l'unico modo per andare avanti è accettare un compromesso, e scegliere il grigio.

Un'altra cosa che crescendo ho imparato è che non solo esiste il grigio con le sue infinite sfumature, ma che addirittura il bianco e il nero si "spostano", e mi trovo ad accettare come naturali situazioni che fino a pochi anni fa mi sarebbero sembrate inconcepibili.
E' come navigare senza bussola col solo aiuto delle stelle, ma con la mia personale volta celeste che poco a poco si sposta secondo criteri imprevedibili.

Sto descrivendo con metafore sufficientemente cervellotiche forse quello che un vecchietto riassumerebbe con un incisivo "Crescendo si cambia, ragazzo mio"... ma quello che vorrei dire a quel vecchietto è "E allora a cosa cazzo devo credere se tutto cambia foma di continuo, io compreso?"

I rapporti tra le persone sono sempre più deformati, i concetti di amicizia, amore e rispetto, sembrano non avere più lo stesso significato che avevano per i nostri nonni e le eccezioni sono rare, purtroppo.

Nella mia cerchia di amicizie e conoscenze, le persone felici di quello che stanno costruendo col partner si contano sulle dita di una mano... tutto il resto è un favoloso cocktail di separazioni e divorzi, dubbi strazianti, paure, cornificazioni, reciproche sopportazioni.. capite bene che la linea del mio "orizzonte" di qualche anno fa non comprendeva assolutamente situazioni come queste. Forse ero solo ingenuo?
Ancora oggi mi sembrano dolorose assurdità, ma può darsi che sia solo questione di tempo, e poco a poco la volta celeste ruoterà ritarando di nuovo il concetto di cosa è accettabile e cosa è no.

Dal canto mio, scenderò dalla mia staccionata solo quando sentirò le "campane suonare", e a parte un tintinnio sentito lo scorso anno (prontamente soppresso, probabilmente era meglio così) è un po che non capita.
Che faccia anche questo parte di una mutazione dell'orizzonte, in atto a mia insaputa?
Mi spiacerebbe non sentirle più, perse nella nebbia (grigia)... era una bella sensazione.

Vorrà dire che per ora me ne starò su questa staccionata, con un filo d'erba in bocca, a guardare il mondo che mi esplode davanti.


Scritto in compagnia di un cd di Marvin Gaye (e uno scotch).




lunedì 3 dicembre 2007

Ex fidanzate e... test psicologici

Chapter One: The ex girlfriend
Oggi mentre passeggiavo davanti ad uno dei centri commerciali della zona, ho incrociato la mia ex. Era parecchio che non la vedevo, e ho finalmente risposto alle domande che mi sono fatto tante volte, soprattutto nei primi tempi dopo il distacco (chissà quali pensieri mi passeranno per la testa, chissà se avrò qualche reazione inconsulta, chissà se mi saluterà... chissà soprattutto se la saluterò!!).

Beh, è passato un po' di tempo, e le reazioni di oggi forse non sono quelle che avrei avuto allora, ma sono soddisfatto dell'aplomb mantenuto nel salutarla, e soprattutto del fatto che poco dopo che è scivolata via dal mio campo visivo.. quasi manco ci pensavo più.
Dico quasi dato che lo stesso scrivere dell'accaduto è di per se prova del fatto che almeno un pelo la cosa mi ha colpito.
Diciamo che tutto quello che potrei dire ora è augurarle una buona vita e sperare di aver lasciato un buon ricordo in lei di ciò che è stato. Per il resto, capitolo chiuso.
Poi mi sono detto "Urka però, è strano: 4 anni vissuti con lei e ora il rivederla... mi lascia così freddo?!" Eppure ricordo bene quanto ho sofferto allora, e andò avanti ancora per mesi e mesi (e mesi ancora)...
La saggia e filosofica conclusione? "Il cervello funziona in modo davvero balzano"

Chapter Two: The Myers-Briggs test
Prendendo un po' spunto da questa profondissima riflessione, e incuriosito da un test fatto da un amico su un altro blog, ho provato a sottopormi pure io a quel test.
E' un test della personalità (si chiama test di Myers-Briggs, molto utilizzato negli USA dagli anni 50 in poi), e devo dire che il risultato mi ha davvero stupito.. nel senso che ci ha preso parecchio, anzi praticamente in toto.
Ah, premetto che io di psicologia non so nulla, quindi psicologi e psicologhe non lapidatemi se troverete qualche scemenza...

Ad ogni modo, questo test individua diverse tipologie di personalità... io dovrei essere un INFJ Consigliere




Il Consigliere
I
ntroversion iNtuition Feeling Judging


Gli INFJ sono contraddistinti sia dalla loro complessità di carattere che dall'insolita ampiezza di gamma e profondità dei loro talenti. Fortemente umanitari in apparenza, gli INFj tendono ad essere idealisti, ed a causa della loro preferenza J per la chiusura ed il completamento, sono generalmente "operativi" oltre che sognatori.


Gli INFJ sono profondamente preoccupati per le loro relazioni con gli altri individui, nonché per lo stato dell'umanità intera. Infatti, a volte vengono considerati estroversi perché sembrano così alla mano ed interessati veramente nelle persone. Al contrario, gli INFJ sono veri Introversi, che possono essere emozionalmente intimi e compiaciuti con pochi scelti tra i loro amici di lungo corso, familiari, o "anime gemelle". Anche se istintivamente sollecitano le richieste personali ed organizzative continuamente fatte loro dagli altri, ad intervalli gli INFJ si ritireranno improvvisamente in sé stessi, talvolta lasciando fuori anche i loro intimi. Questo apparente paradosso è una valvola di sfogo necessaria, che dà loro il tempo di ricostruire le risorse spese ed un filtro per prevenire il sovraccarico emotivo a cui sono suscettibili come inerenti "donatori". Come schema di comportamento, è probabilmente l'aspetto che più confonde gli estranei del carattere enigmatico degli INFJ, ed è quindi il più spesso frainteso.


In parte a causa della prospettiva unica prodotta da questo alternarsi tra distacco e coinvolgimento nella vita della gente attorno a loro, gli INFJ possono avere le intuizioni più significative tra tutti i tipi sulle motivazioni degli altri, nel bene e nel male. Il fattore che più contribuisce a questo dono inquietante, comunque, sta nelle abilità empatiche spesso trovate negli F, che sembrano essere particolarmente intensificate nel tipo INFJ. Questa empatia può servire come classico esempio della natura a doppio taglio di certi talenti INFJ, dato che può essere talmente forte da causare disagio o dolore in situazioni negative o stressanti.


Gli INFJ sono portati a parlare in modo fluente le lingue ed hanno facilità di comunicazione, ma di solito il loro animo si esprime più facilmente sulla carta, dato che tendono ad avere forti doti di scrittura. Visto che inoltre possiedono spesso un forte carisma personale, gli INFJ sono generalmente adatti alle professioni "ispirative" come l'insegnamento (specialmente nell'educazione superiore) e nella leadership religiosa. La psicologia e la consulenza sono altre scelte ovvie, ma nell'insieme può essere estremamente difficile catalogare gli INFJ a seconda del loro campo lavorativo. L'esempio migliore di questo si ha nelle attività tecniche, dato che molti INFJ tendono a gravitare verso le arti liberali piuttosto che le scienze. Comunque, una significativa minoranza di INFJ che segue studi e carriere del secondo tipo tende ad avere altrettanto successo della loro controparte T, dato che è l'iNtuizione -- funzione dominante del tipo INFJ -- che governa l'abilità nel capire la teoria astratta ed implementarla creativamente.


A loro modo, gli INFJ sono "costruttori di sistemi" tanto quanto gli INTJ; la differenza giace nel fatto che la maggior parte dei "sistemi" INFJ è fondata sugli esseri umani ed i valori, piuttosto che sull'informazione e la tecnologia.





Beh, niente male.. altrochè l'oroscopo hehehe... provate anche voi, così mi dite se anche con voi funziona o se con me è stato un puro e semplice caso :D