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domenica 15 febbraio 2015

Coriolano

Cosa volete, cani, che non amate né la pace Né la guerra?
L'una vi atterrisce, l'altra vi rende insolenti.
Chi si fida di voi scopre, dove vorrebbe trovare leoni, che siete lepri
Dove volpi, oche.
Voi non siete più solidi, no, del carbone che arde sul ghiaccio
O della grandine al sole.
Chi merita grandezza merita il vostro odio
E le vostre inclinazioni sono come l'appetito di un malato
che desidera di più ciò che accresce il suo male.
Chi dipende dai vostri favori nuota con pinne di piombo
e abbatte querce con giunchi.
Impiccatevi!
Fidarsi di voi?
Cambiate opinione ogni minuto,
Chiamate nobile ciò che un momento prima odiavate,
e vile colui che era La vostra ghirlanda.
Per quale motivo, nei diversi luoghi della città, gridate
Contro il nobile Senato, che, sotto l'egida degli dei,
Vi tiene a freno, voi che altrimenti
Vi divorereste l'un l'altro?

[Coriolano - Shakespeare - 1608]

mercoledì 12 maggio 2010

Did you know?

Un video interessante e ben realizzato. La colonna sonora di Fatboy Slim (Right here, right now) calza a pennello.




Arrivederci.

domenica 4 aprile 2010

Amore e Psiche


Non so voi, ma a me i miti greci han sempre affascinato...
Uno degli ultimi progetti che ho seguito, per quello che ormai è il mio ex lavoro, è stato fortunatamente uno dei più interessanti.
Proprio grazie a questo progetto, ho conosciuto la storia di Amore e Psiche, illustrata da Giulio Romano sulla volta e sulle pareti dell'omonima stanza del Palazzo Te di Mantova.
I ventidue passi illustrati da Giulio Romano a Palazzo Te sono tratti dalle Metamorfosi di Apuleio, scrittore latino del II secolo d. C.






Ho riassunto qui la vicenda, ma se qualcuno volesse approfondire e gustarsi gli affreschi di questa stanza (splendida), questo è il link:

www.palazzote.it/amoreepsiche


Amore e Psiche
In una città lontana un re e una regina hanno tre figlie, tutte belle, ma una di esse, Psiche, sopravanza tanto le altre in bellezza, che le genti le tributano doni e sacrifici.
Venere, adirata, chiede al figlio Amore che la punisca colpendola con un dardo che la faccia innamorare dell’essere più abietto del creato.
Amore, mentre sta per armare l’arco infallibile, si punge con la sua stessa freccia, mentre guarda Psiche, della quale cade innamorato.
Le sorelle si maritano, ma Psiche non viene chiesta da nessuno. L’oracolo di Apollo, interpellato, rivela che Psiche sposerà un essere non umano, malvagio e temuto persino dagli dei.
La principessa, lasciata sola, su indicazione dell’oracolo, sulla cima di un monte, viene sollevata da Zefiro che la trasporta lontano.
Psiche, deposta tra l’erba e i fiori di una valle remota, si addormenta esausta.
Al suo risveglio si imbatte in un palazzo meraviglioso. Le si aprono le porte dinanzi ed esseri invisibili le offrono un banchetto.
Psiche accoglie le sorelle nel palazzo dove vive felice e dove ogni notte viene visitata da un amante tenero e misterioso, che non vuole essere visto da lei. Le sorelle, invidiose della sua ricchezza e della sua felicità, la inducono a credere che lo sposo sia un mostro, come annunciato dall’oracolo e le suggeriscono di svegliarsi la notte e di ucciderlo.
Psiche seguendo il consiglio delle sorelle vuole scoprire chi sia il suo amante e ucciderlo, ma ai suoi occhi si rivela il dio Amore in persona. Incantata per l’emozione fa cadere gocce d’olio rovente sul petto di Amore. Questi si sveglia urlando di dolore e fugge, allontanando da sé Psiche.
Venere, che ode le grida di Amore e si scopre tradita, chiama il figlio, lo rimprovera e lo minaccia.
Cerere e Giunone intercedono in favore di Amore.
Psiche, in fuga, chiede aiuto a Cerere, ma ne è respinta.
Ora la fanciulla disperata invoca inutilmente l’aiuto di Giunone.
Venere sale sull’Olimpo e chiede a Giove l’aiuto di Mercurio per ritrovare la fuggiasca.
Mercurio, come banditore degli dei, diffonde alle genti l’ordine di catturare Psiche.
Psiche è catturata da Abitudine, che la trascina per i capelli, mentre Inquietudine e Tristezza si accingono a torturarla per ordine di Venere.
Psiche è sottoposta a prove ardue o pericolose. La prima, che prevede la cernita delle sementi da un grande mucchio indistinto, viene superata grazie all’aiuto delle pietose formiche.
Psiche ha raggiunto un gregge di pecore dal vello d’oro, valicando monti e superando un fiume, personificato nell’affresco. Gli animali sono feroci, e Psiche disperata sta per gettarsi da una rupe, ma una canna palustre (personificata sulla destra) le suggerisce di attendere il momento in cui le pecore si ritirano in un boschetto discosto: potrà raccogliere, impigliati tra i rovi, i bioccoli d’oro pretesi da Venere
Nella terza prova, Psiche attinge l’acqua dalla sorgente del fiume infernale Stige, custodite da spaventosi draghi, e vi riesce solo perché Giove, che comincia a intenerirsi alle sue vicende, manda in soccorso la propria aquilaNella terza prova, Psiche attinge l’acqua dalla sorgente del fiume infernale Stige, custodite da spaventosi draghi, e vi riesce solo perché Giove, che comincia a intenerirsi alle sue vicende, manda in soccorso la propria aquila.
Quarta prova. Psiche raggiunge il regno degli inferi per giungere al cospetto della regina Proserpina e chiedere con umiltà un po’ della sua bellezza, da riporre in un vaso e portare a Venere. La regina degli inferi acconsente, stabilendo un solo divieto: Psiche non dovrà aprire quel vaso.
Psiche, riemersa alla luce del sole, non sa frenare la curiosità e apre il coperchio del vaso. Da questo esce un etereo veleno che la fa accasciare, moribonda. A quel punto Amore, guarito e vinto dalla nostalgia, accorre in tempo per risvegliare Psiche e ridonarle la salute con il tocco di una delle sue magiche frecce.
Nel riquadro al centro della volta assistiamo all’apoteosi di Amore e Psiche. Giove accoglie la principessa sull’Olimpo e, donatale l’immortalità, la unisce in matrimonio ad Amore.

Fin.

domenica 21 giugno 2009

Heavy Metal e idiosincrasie

Quando qualcuno che ho appena conosciuto scopre che ascolto, attenzione attenzione, Heavy Metal, le espressioni coglibili sul suo volto in linea di massima possono essere queste (comprese e tutte le relative sfumature)

  1. Interrogativa (Eavi cosa? E' roba strana vero?)

  2. Compassionevole (Ma dai, ancora ascolti quella roba li? Anche io l'ascoltavo, ma dopo i 13 anni ho smesso...  sai, si cresce, si matura...)

  3. Mediamente schifata (Che merda! Questo sicuro che non conosce manco i Negramaro, ma che gli parlo a fare?)

  4. Sopresa (Ma dai, non me lo aspettavo da uno così tremendamente figo*, di solito l'ascoltano i disadattati questa musica)

  5. Delusa (Ma come mai, cosa c'è in te che non va figliolo mio? Problemi a casa? Non prenderai mica le pasticche eh?! Pensa che ricordo ancora quando venivi a catechismo... è proprio vero che cambia tutto...)

  6. Visibilmente intimorita/preoccupata (ma non è roba SATANICA? Perchè ho sentito al telegiornale che un serial killer neonazista l'hanno arrestato mentre col dentifricio disegnava il volto del demonio sullo specchio del bagno, e poi hanno scoperto nella sua cantina i corpi smangiucchiati di donne, vecchi, bambini e due copie dell'ultimo libro di Vespa )


* nota: qui ci ho messo del mio, lo confesso.

E il bello è che se poi gli spieghi che a te la musica in realtà piace un po' tutta, e che ascolti anche altro, è ormai troppo tardi. Il danno è fatto.

Mai fare, tra l'altro, nomi di gruppi che non conoscono, mentre si cerca di riguadagnare qualche punto-rispetto.
Lo prenderebbero come un affronto ("ascolti quella merda e poi mi dai anche dell'ignorante perchè non conosco sti cazzo di Cridens Cliruoter Revaival che non si sono mai sentiti... stronzo!"), e la situazione precipiterebbe.

Dall'esterno poi, da chi non segue questo genere musicale, l'heavy metal viene visto come un unico calderone ribollente (e maleodorante) pieno di gente tatuata perennemente ubriaca che urla versi inumani al microfono, chitarre distorte spinte a volumi folli, grupies tossiche, cantanti con la faccia pitturata e la lingua di fuori, droga come se piovesse, croci rovesciate e mangiatori di pipistrelli.

E io vorrei tanto dirgli, al tizio/alla tizia che mi fa la faccia interrogativa-delusa-intimorita ecc: "Ma guarda che non è così: prova ad ascoltare Orion dei Metallica, Aces High dei Maiden, Edge of thorns dei Savatage", giusto per tentare un approccio soft, ma poi finisce che lui/lei prende la mia copia di Metal Hammer e inizia a leggere qualche nome. E capisco che posso tranquillamente risparmiarmi la fatica.

Aborted, Anal Cunt, Anal stench, Antropofagus, Carcass, Carnivorous erection, Cephalic Carnage, Corpsefucking Art, Corpus In Extremis, Cattle decapitation, Cunt Grinder, Deicide, Gorerotted, Impaled nazarene, Mutilated in Minutes, Necrodeath, Necrotorture, Obituary, Pestilence, Pig Destroyer, Prostitute disfigurement, Putridity, Regurgitate, Rotting Christ, Vomitory...

Ora, vorrei tanto credere che dietro la scelta di certi nomi ci sia semplicemente ironia (per quanto grottesca), ma so bene che per molti gruppi non è così: se il cantante dei Deicide si è fatto incidere una croce rovesciata sulla fronte, qualche serio motivo l'avrà avuto. Oltre a qualche serio problema aggiungo, ma è un'opinione personale.

Ovvio che tutto ciò offre il fianco a quei giornalisti che non perdono l'occasione di associare questo genere musicale a omicidi, suicidi e stragi in genere.
Come se ogni omicida avesse un poster di Marylin Manson in appeso in camera da letto... bah! Non credo che nè Karadžić, nè Bush senior/junior, nè terroristi islamici, nè brigatisti, nè Pacciani abbiano mai ascoltato heavy metal. Eppure di gente ne hanno fatta fuori, direi.

Quei giornalisti che tracciano il grossolano parallelo metal-omicidi, basandosi sulle tematiche care a parecchi gruppi heavy metal, dovrebbero secondo me iniziare a preoccuparsi anche dei pericolosissimi lettori di Poe, Lovecraft e King, di quei potenziali tossici decadenti che leggono Baudelaire, dei disturbati che amano Hitchcock, eccetera eccetera.

Intanto io scuoto la testa, rido, e vado ad ascoltarmi "Piano Man" di Billy Joel. E subito dopo, "Fucking Hostile" dei Pantera. ;-)






E per chi vuole, la versione in inglese (meno censurata e un pelo più spassosa :-) ) http://www.youtube.com/watch?v=mlbKprH61AE

giovedì 24 aprile 2008

Leonard Cohen - Traduzione di "The Future"

Di questa canzone, "The future", ne avevo parlato qualche post fa... i test (duri, poetici, profetici) mi hanno colpito parecchio, e quindi ne riporto qui una traduzione fatta al volo.
La canzone, se volete, la trovate nella sezione "multimedia", vicino al banco dei whiskey e quello delle sigarette (che prima o poi dovrò iniziare a fumare, non mi va di vivere esageratamente a lungo).



Leonard Coehn - The future

Datemi indietro le mie notti spezzate
Lamia stanza piena di specchi, la mia vita segreta
Sono ormai solo, qui
Non c'è più nessuno da torturare
Datemi il controllo assoluto
Su ogni anima vivente
E giaci al mio fianco, bambina
E' un ordine!
Datemi crack e sesso anale
Prendete l'ultimo albero rimasto
E ficcatevelo su nel buco
Della vostra cultura.
Datemi indietro il muro di Berlino
Ridatemi Stalin e St. Paul
Ho visto il futuro, fratello
E' omicidio.

Le cose stanno per sfuggirci di mano, in ogni direzione
Non ci sarà nulla
Nulla che potrai più misurare
La tempesta, la tempesta del mondo
Ha superato la soglia
E ha rovesciato
Le nostre anime

Quando dicevano pentiti, pentiti,
Mi chiedo cosa volessero dire
Quando dicevano pentiti, pentiti,
Mi chiedo cosa volessero dire
Quando dicevano pentiti, pentiti,
Mi chiedo cosa volessero dire

Non mi conoscerai dal vento,
mai, non l'hai mai fatto
Sono il piccolo ebreo
Che ha scritto la Bibbia
Ho visto le nazioni nascere e crollare
Ho sentito le loro storie, le ho sentite tutte
Ma l'amore è l'unico motore della sopravvivenza

Al tuo servo, qui, han detto
Di dirlo chiaramente, freddamente
E' finita, non andrà
Più avanti di così
E ora le ruote del paradiso si fermano
E senti la frusta del diavolo
Tieniti pronto per il futuro,
E' assassinio.

Le cose stanno per sfuggirci di mano, in ogni direzione
Non ci sarà nulla
Nulla che potrai più misurare
La tempesta, la tempesta del mondo
Ha superato la soglia
E ha rovesciato
Le nostre anime

Ci sarà la rottura dell'antico
Codice occidentale
La tua vita privata esploderà senza preavviso
Ci saranno fantasmi
Ci saranno fuochi per le strade
E l'uomo bianco ballerà

Vedrai una donna,
Appesa a testa in giù
Il viso coperto dalla gonna caduta
E tutti i viscidi poetucoli
Circondarla
Cercando di somigliare a Charlie Manson
E l’uomo bianco ballerà


Datemi indietro il muro di Berlino
Ridatemi Stalin e St. Paul
Datemi il Cristo
Oppure datemi Hiroshima
Distruggi un altro feto ora,
A noi non piacciono i bambini, in nessun modo
Ho visto il futuro, fratello
E' omicidio.

Le cose stanno per sfuggirci di mano, in ogni direzione
Non ci sarà nulla
Nulla che potrai più misurare
La tempesta, la tempesta del mondo
Ha superato la soglia
E ha rovesciato
Le nostre anime

Quando dicevano pentiti, pentiti,
Mi chiedo cosa volessero dire
Quando dicevano pentiti, pentiti,
Mi chiedo cosa volessero dire
Quando dicevano pentiti, pentiti,
Mi chiedo cosa volessero dire

venerdì 21 marzo 2008

Una palla sotto la pioggia

... è un disegno che ho fatto qualche anno fa, al quale sono parecchio affezionato.

Mi ero ripromesso che avrei dedicato Splinder solo alla mia anima scribacchina e niente più... in questo caso faccio una piccola eccezione, giusto perchè diversamente da altre volte, non si è trattato di un puro esercizio di stile o di tecnica.

Mi interessava esprimere tristezza... e ho pensato alla pioggia, a qualcosa di abbandonato. E questo è quello che ne è uscito.

Il titolo è "Fine del gioco"


Basketball and rain

Ossequi,
Derek

martedì 18 dicembre 2007

L'ultima notte di Beethoven


In ogni vita,
è stato detto,
giunge il momento di unirsi ai morti
di ammettere che non vi è una seconda possibilità
e unirsi dunque alla morte nell'ultima danza


attraverso la stanza, l'eternità
fino al momento finale.
E nell'oscurità prenderle la mano
Accettare che è giunto il tempo di sposarla.

Non so cosa sto pensando
Perchè tutto ciò che vedo è il suo ghigno
Mefistofele


Devo trovare una risposta
Perchè non può essere quella nelle parole di
Mefistofele


Viene un tempo in cui devi decidere
Cosa della tua vita è reale
Quali cicatrici lascerai vive
E quali invece pensi di curare


Ma posso io giocarmi questa notte
e tutto ciò che sono
Posso io cancellare la mia vita,
o restare qui e dannarmi in eterno?


Tutte queste cose sono ora davanti a me
Morte senza fine o gloria senza tempo
In questa notte di fantasmi che tornano
Alla luce di questi ponti che bruciano.

E' una passabile, spero, traduzione di uno stralcio della canzone "Mephistophele's Return", tratta dall'album Beethoven Last night, della Trans Siberian Orchestra (2000)


domenica 25 novembre 2007

Che io sia dannato se...

Mi capita, sempre più spesso, di pensare che la nostra civiltà si stia involgarendo sempre più, esaltando costumi e valori da "mercatone", usa e getta, senz'anima. E credo di essere più realista che pessimista.

Poi mi capita di leggere qualcosa di Shakespeare (uno scrittorucolo a caso insomma) e penso che in fondo, se qualcuno è riuscito a scrivere versi così, qualcosa di buono nell'uomo deve pur esserci.
Che ci sia dunque qualche speranza?

Che io sia dannato se non l'amo con tutto il cuore,

perché essa è saggia

se io so giudicar di lei,

è bella

se questi miei occhi son veritieri,

è sincera,

quale si è dimostrata;

è perciò saggia, bella e sincera com'è, e avrà sempre un posto nel mio costante cuore.

Con ogni probabilità non sono i versi più belli scritti dal "Bardo", ma mi hanno comunque colpito. Con poche e semplici parole è riuscito a mostrare quanta purezza, quanto rispetto e quanta forza si nascondano (o almeno dovrebbero nascondersi) dietro il termine "Amore".

Nota: Questa si che è una lezione di classe, altrochè i jeans di Cavalli e la cintura D&G... hehe

Ossequi,
Derek

martedì 20 novembre 2007

1984. In Oceania avrei avuto 9 anni.

Un paio d'anni fa lessi per la prima volta 1984, di Orwell. Un libro stupendo, attuale e "devastante" (secondo il mio punto di vista) come pochi.
Io nella lettura cerco quasi sempre svago, ma quel libro conteneva molto più che una buona storia di fanta-futuro.

Non appena avrò finito di leggere Sulla strada di Kerouak (libro bellissimo ma dal quale non ce ne salto fuori, dopo 3 pagine crollo sempre come un sasso... e ora fustigatemi pure!) credo che me lo rileggerò.

Scrivo questo post perchè l'altra sera ne ho visto la trasposizione cinematografica... devo dire ben fatta, anche se (come accade spesso) il libro rimane insuperato.

E' un libro che conoscono ormai anche i sassi, credo. Sarà quindi un post inutile, ma mi andava di scriverlo lo stesso, non si sa mai che qualcuno si sia perso questa autentica perla letteraria.

Tratto dal libro...

Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli... a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto.
Dall'età del livellamento, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bispensiero... tanti saluti!

La scheda del romanzo: da wikipedia


mercoledì 7 novembre 2007

Stralci di romanticismo 2 - Il re degli elfi

Per l'angolo "Derek finge di essere colto per farsi più bello di quel che già è" vi presento "Il re degli Elfi" di Goethe.

Perchè? Fondamentalmente perchè mi piace molto. L'avevo letta a scuola.
Poi anche perche il mio cuore ultimamente è inquieto e in qualche modo, senza volerlo, mi accorgo di cercare "compagnia"  in canzoni, racconti e (in questo caso) poesie inquiete.
Poi perchè ultimamente con la morte ho avuto a che fare un po' troppe volte e un po' troppo da vicino, e parlarne o leggerne forse in qualche modo la esorcizza...
Perchè ieri sera sono andato a vedere un film allucinante (Tideland di Terry Gilliam) che in qualche modo deve avermi segnato hehe, ho dormito da cani ieri notte! :P

 Il re degli Elfi (König der Elfen)Johann Wolfgang Goethe
Chi cavalca così tardi per la notte e il vento?
È il padre con il suo figlioletto;
se l'è stretto forte in braccio,
lo regge sicuro, lo tiene al caldo.
"Figlio, perché hai paura e il volto ti celi?"
"Non vedi, padre, il re degli Elfi?
Il re degli Elfi con la corona e lo strascico?"
"Figlio, è una lingua di nebbia, nient'altro".
"Caro bambino, su, vieni con me!
Vedrai i bei giochi che farò con te;
tanti fiori ha la riva, di vari colori,
mia madre ha tante vesti d'oro".
"Padre mio, padre mio, la promessa non senti,
che mi sussurra il re degli Elfi?"
"Stai buono, stai buono, è il vento, bambino mio,
tra le foglie secche, con il suo fruscio".
"Bel fanciullo, vuoi venire con me?
Le mie figlie avranno cura di te.
Le mie figlie di notte guidano la danza
ti cullano, ballano, ti cantano la ninna-nanna".
"Padre mio, padre mio, in quel luogo tetro non vedi
laggiù le figlie del re degli Elfi?"
"Figlio mio, figlio mio, ogni cosa distinguo;
i vecchi salci hanno un chiarore grigio".
"Ti amo, mi attrae la tua bella persona,
e se tu non vuoi, ricorro alla forza".
"Padre mio, padre mio, mi afferra in questo istante!
Il re degli Elfi mi ha fatto del male!"
Preso da orrore il padre veloce cavalca,
il bimbo che geme, stringe fra le sue braccia,
raggiunge il palazzo con stento e con sforzo,
nelle sue braccia il bambino era morto.

p.s: ho riletto il post... cacchio mi sembra di essere Zio Tibia!! (Alzi la mano chi se lo ricorda hahaha!)
Se pensate che sia troppo funereo dovreste vedere il mio conto in banca!!