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mercoledì 16 settembre 2015

Fumblin' with the blues


Capita a tutti. Ad alcuni forse succede ascoltando 50 cent, a me capita spesso con Waits.
Ci sono canzoni che per qualche umano, umanissimo motivo, in certi momenti, ti calzano come un vestito fatto su misura.



Friday left me fumblin' with the blues
And it's hard to win when you always lose

Because the nightspots spend your spirit
Beat your head against the wall
Two dead ends and you've still got to choose.


You know, the ladies I've been seeing off and on
Well they spend your love and then they're gone
You can't be lovin' someone who is savage and cruel
Take your love and then they leave on out of town, no they do.


Come on baby, let your love light shine
Gotta bury me inside of your fire
Because your eyes are 'enough to blind me
You're like looking at the sun

You gotta whisper tell me I'm the one
Come on and whisper tell me I'm the one

giovedì 6 novembre 2014

Still life


Still life
è quella che in italiano, in campo fotografico o pittorico, definiremmo “natura morta”.
Sarà pure solo una questione  semantica, ma il fatto che in terra d'Albione la locuzione sia costruita sul concetto di vita anzichè quello di morte, me la rende decisamente più piacevole.

Still life come il bel film inglese ma con regista italiano che ho visto ieri sera, e che mi ha portato con troppa facilità alle lacrime, in più di un'occasione.
Un racconto rigoroso e allo stesso tempo terribilmente partecipe della vita di un mite impiegato comunale, addetto alla ricerca dei parenti prossimi di persone morte in solitudine.
Una persona gentile e sola che cerca di ricostruire le vite di defunti altrettanto soli ed invisibili partendo da fotografie, dischi e lettere ritrovate in stanze sporche, ingombre di bottiglie di gin vuote e panni messi a stendere su termosifoni.
Telefonava ai parenti più prossimi, chiedeva se volessero salutare per l'ultima volta loro padre, loro zio, la sorella, e il più delle volte la risposta era no. Questa cosa riusciva a straziare tanto  il piccolo burocrate quanto me. Perchè comunque, sempre, ce la metteva tutta, arrivando perfino ad inventare e scrivere elogi funebri per funerali ai quali partecipavano solo lui, il parroco e il defunto.

Still life come un fermo immagine della mia vita in questo momento. Sta tutto succedendo velocemente, anche se non so bene ancora cosa esattamente stia accadendo, e se alla fine tutto questo turbinio di viaggi, incontri, ansie e risate -perchè si, ci sono state parecchie risate, in situazioni che avrebbero suggerito tuttaltro- porterà a qualcosa o meno.
Potrebbe non cambiare niente, e le probabilità in questo senso sono molto alte.
Ma potrebbe anche cambiare tutto, e sarebbe qualcosa di repentino. Potrei dovermi trasferire in un paese straniero, dover cambiare lavoro per l'ennesima volta, dover imparare una lingua nuova che potrebbe essere quella dei maledetti mangiarane, o quella dei mangiacrauti, o quella dei mangia risoepesceealghedelcazzoebasta.
In ogni caso, forse si intuisce, preferirei una delle prime due ipotesi.

Fatto sta che questa cosa sta evolvendo in fretta, eppure mi sembra di nuotare al rallenty in un vaso di glicerina densissima, e vedo tutto scorrere come in un rallenty ad altissima definizione di un documentario della BBC.
Vedo ogni dettaglio e sono tantissimi, troppi, così tanti che non capisco più il senso dell'azione in generale, posso solo intuirlo. Ma forse è la fretta, il desiderio che questi due, tre mesi passino velocemente per capire se e cosa succederà alla mia vita il prossimo gennaio.

E quindi c'è azione, c'è movimento, ci sono cose da fare e cose da imparare. E ho fame di tutto questo “possibile” perché sono rimasto fermo per troppo tempo nello stesso punto. Girando vorticosamente su me stesso, sprecando una marea di energie per nulla o quasi. Per quattro anni... e quattro anni sono un periodo lunghissimo. Devo svuovere le acque, deve succedere qualcosa, lo devo alla mia vita.

Eppure tuttavia sento la necessità di fermarmi un attimo per prendere fiato. Non chiedo molto, e non saprei neppure a chi chiederlo se non a me stesso, e so di non potermi permettere anni sabbatici e periodi di riflessione zen sotto salici piangenti, ma sento che ne avrei davvero bisogno.
Still significa fermo, ma vuol dire anche calmo, tranquillo. Come un lago d'inverno, con la superficie liscia e a malapena increspata dalle onde, e la foresta verde scuro che lo circonda, e la foschia leggera che si solleva dal terreno, e attraversa le fronde dei pini per fondersi con nuvole basse e grigie e che profumano di pioggia.
Mi immagino seduto su una panchina ad osservare per ore questo spettacolo, con le braccia intirizzite dal freddo, da solo, sorridendo un po' all'idea della cioccolata calda che mi farei appena tornato a casa.

Da solo.

Perchè  questo è quello che sono, un orso solitario. Che si innamora di rado, o che forse si è pefino dimenticato come si fa. E che per non far soffrire nessuno, o il meno possibile, rinuncia a grandissime parti di se stesso... ritardando l'inevitabile e il giusto, onesto, doloroso passo. E diventando  un rarissmo esemplare di “Ursidae Coglionis”.

Sto ascoltando un vecchio disco dei Dire Straits, e finisco di scrivere questo pezzo sulle note di Planet of New Orelans.
Ho il sapore aromatico di Grand Marnier sulle labbra e negli occhi le immagini del lago, della foresta di pini e della nebbia che sale in sinuose volute attono alle strutture in ferro battuto, un po'Art Nouveau e un po' creole, di quella città della Louisiana che probabilmente non vedrò mai... e le palpebre si fanno sempre più pesanti.

Vado a letto. E' stata una giornata pesante, ma dopo mesi sono finalmente riuscito a rimettere le mani su questa tastiera. Mi è mancata.

Buonanotte

martedì 9 settembre 2014

Almost like the blues - Leonard Cohen (traduzione)

E' uscito da poco, e non riesco a smettere di ascoltarlo. Riesce sempre a far suonare le mie corde più nascoste, questo anziano canadese.



Ho visto alcune persone morire di fame
E c'erano omicidi, e c'erano stupri
I loro villaggi bruciavano
Provavano a scappare
E non sono riuscito a guardarli negli occhi
Fissavo le mie scarpe
Era acido, era tragico
Era quasi come il blues.

Devo morire un po'
In mezzo a pensieri omicidi
E quando finisco di pensare
Devo morire molto di più.
Ci sono torture e assassinii
E ci sono le mie cattive recensioni
La guerra, i bambini scomparsi
Dio, è quasi come il blues.

E quindi lascio che il mio cuore si congeli
Per far si che non marcisca
Mio padre disse che ero il prescelto
Mia madre diceva di no
Ho ascoltato le loro storie
Di gitani e di ebrei
Era bello, non era noioso
Era quasi come il blues.

Non c'è nessun dio in paradiso
E non c'è nessun inferno qui sotto
Questo dice il grande professore
Di tutto quello che c'è da sapere
Ma ho ricevuto un invito
Che un peccatore non può rifiutare
Ed è quasi come la salvezza
E' quasi come il blues.












lunedì 28 gennaio 2013

Service and repair (di amore, sesso e alberi spogli sotto la neve)

La tua mano abbandonata sul mio petto, ti guardo dormire. Vorrei appoggiare le mie labbra sulle tue ma ho paura di svegliarti. Non so se è stato sesso, o se è stato amore, o qualcosa che sta tra le due cose. So che mi mancherai quando sarai andata, e questo qualche indizio me lo da. Sarà lo stesso per te?

Forse tra un mese, o tra un anno, tornerai, e sai che ti aprirò la porta. O forse tra queste lenzuola ci sarà un'altra, ma saprò amarla? Dico amarla come amavo mille errori e mille tagli fa, quando letteralmente mi cibavo del respiro e dei sorrisi di chi stava al mio fianco.

Mi sento un po' come un albero coperto di neve, quando arriva la pioggia. Il manto bianco si sfalda e cade a brandelli sulla terra, e mi piacerebbe vedere dei germogli verdi su quei rami finalmente nudi. Però i rami sono neri e secchi, e ho un po' paura che non siano più in grado di germogliare.

Ma forse è solo perchè ho la febbre e non sto bene e fuori il tempo è fetido.
Forse mi serve solo una giornata di sole.

"Doesn't take much time for plans to go wrong
And chase another ghost of a chance"


sabato 12 gennaio 2013

La spinta diventa un abbraccio, l'abbraccio diventa una spinta...

Ti stringo il polso
Ti mordi le labbra
La spinta diventa un abbraccio

Sfioro il tuo viso
Chiudi gli occhi
E l'abbraccio diventa una spinta...



Calexico - Para 

I hold your wrist
You bite your lip
The push becomes an embrace

I touch your face
You close your eyes
The embrace becomes a shove

I walk away
You follow too close
The shove takes hold
And there's no where to go

Take it down
Take it all the way
Take it down
Take it all the way down below the waterline

I see you now
Through a glass wall
All that is you stays with you
All that is me stays with me
But we see it all
We feel it all
And there is no place we can't go

Take it down
Take it all the way
Take it down
Take it all the way down below the waterline

sabato 22 settembre 2012

Avete mai sentito...

Avete mai sentito il profumo di un pioppeto di notte, o all'alba, prima che il sole inizi a scaldare le foglie? Dolce come una carezza.

(Almost) nothing to talk about, as another summer dies

I profumi dell'estate stanno svanendo lentamente, fa fresco di notte, e la luce del sole si è fatta più dorata. Ascolto una canzone di Lanegan mentre scrivo. Malinconica, e splendidamente autunnale.

Instabilità emotiva, instabilità economica, timori, desideri folli, sorrisi inaspettati, sogni criptici e sogni dalla limpidezza quasi infantile,  distanze, silenzi.

Una sera decido di staccare da tutto, e cerco rifugio in un film e in qualche  bicchiere di buon whiskey.
E funziona, a meraviglia. Mi perdo tra i  fotogrammi (22 al secondo, anzichè 24) e le note della colonna sonora del favoloso film di Michel Hazanavicius, l'ormai famoso The Artist, del 2011.
Un film muto, in bianco e nero, il cui protagonista è proprio un divo del cinema muto spinto ai margini del business dall'avvento del sonoro.
Un omaggio continuo al cinema degli anni venti e trenta, a Douglas Fairbanks e Rodolfo Valentino, a Ginger Roger e Fred Astaire, alle musiche di Glenn Miller e Bernard Herrmann (e pure Bernstein direi), e tutto quanto ruotava attorno alla Hollywood allo stesso tempo pioneristica e dorata di quegli anni.

A metà strada tra "E' nata una stella" e  "Il viale del tramonto" di Billy Wilder, Hazanavicius ha realizzato un film che, complice forse la mia passione per il cinema d'altri tempi (grazie, mamma), e forse complice anche il terzo bicchiere di Laphroaig, ha meritato il mio applauso.

Bravissimo Jean Dujardin, incredibilmente bella Bérénice Bejo, sceneggiatura e tempi perfetti, musiche godibili e orchestrate magistralmente, ironia, classe, e un candore al quale non ero più abituato.... giù il cappello.

sabato 18 agosto 2012

Alba

Io coricato, e tu sopra di me. Il busto eretto. I capelli -lunghi- scendono sulle spalle. Hai gli occhi chiusi, e ti mordi le labbra mentre accarezzo i tuoi seni, meravigliosi e pieni. Li stringo piano, e sfioro i tuoi capezzoli rosa. Dio, la tua bellezza mi travolge. Le mie mani scivolano sulla pelle chiara, le lascio scorrere sulla tua schiena, che si inarca lievemente mentre ti inchini verso di me. Sfiori le mie labbra con il capezzolo destro, lo mordo, ti sento rabbrividire. Cerco le tue labbra, la tua lingua, e finalmente ti bacio.

Ma non succederà mai.

Poi, mi sono svegliato. Era l'alba. E sono andato a farmi un caffè.

p.s: Ieri sera ho cenato con due pesche e una redbull, devo segnarmi la ricetta.

sabato 21 luglio 2012

Almost Blue [Chet Baker, Elvis Costello]


Dolcezza e malinconia. Fuori sta per piovere.



Almost doing things we used to do
There's a girl here and she's almost you
Almost all the things that your eyes once promised
I see in hers too
Now your eyes are red from crying
Almost blue
Flirting with this disaster became me
It named me as the fool who only aimed to be
Almost blue
It's almost touching it will almost do
There's a part of me that's always true...always
Not all good things come to an end now it is only a chosen few
I've seen such an unhappy couple
Almost me
Almost you
Almost blue

sabato 30 giugno 2012

Ricorda quando mi amavi [Green grass, Tom Waits]



Posa il capo dove una volta c'era il mio cuore
Fa che la terra non mi cada addosso
Coricati nell'erba verde
Ricorda quando mi amavi.

Vieni vicino, non essere timida
Fermati sotto questo cielo piovoso
La luna è già sopra l'orizzonte
Pensami quando un treno passerà.

Togli i cardi e i rovi
E fischia piano quella canzone
Ora sono solo un ricordo
Che galleggia dentro di te.

Resta nella mia ombra
Le cose ora sono fatte di me
La banderuola sul tetto dirà...
Che c'è profumo di pioggia oggi.

Dio ha preso le stelle e le ha scagliate nel cielo
E' impossibile distinguere gli uccelli dai fiori
Non ti libererai mai di me
Lui farà di me un albero.

Non dirmi addio
Descrivimi ancora il cielo
E se dovesse caderci addosso, segnati le mie parole
Andremo assieme a caccia di uccelli.

Posa il capo dove una volta c'era il mio cuore
Fa che la terra non mi cada addosso
Coricati nell'erba verde
Ricorda quando mi amavi.

Tom Waits - Green grass

Ho provato a tradurla al meglio, prendendomi solo qualche piccola licenza. Splendido il testo, magistrale l'interpretazione. Concentrandomi sulla traduzione, sono quasi riuscito a non commuovermi, stavolta...


Testo originale
Lay your head where my heart used to be
Hold the earth above me
Lay down in the green grass
Remember when you loved me

Come closer don't be shy
Stand beneath a rainy sky
The moon is over the rise
Think of me as a train goes by

Clear the thistles and brambles
Whistle 'Didn't He Ramble'
Now there's a bubble of me
And it's floating in thee

Stand in the shade of me
Things are now made of me
The weather vane will say...
It smells like rain today

God took the stars and he tossed 'em
Can't tell the birds from the blossoms
You'll never be free of me
He'll make a tree from me

Don't say good bye to me
Describe the sky to me
And if the sky falls, mark my words
We'll catch mocking birds

Lay your head where my heart used to be
Hold the earth above me
Lay down in the green grass
Remember when you loved me

sabato 23 giugno 2012

Con una rosa

Probabilmente è anche questione di gusti, come quasi tutto del resto.
E come per i vini, così per la poesia non sono di certo uno dei massimi esperti del settore... tuttavia quando ne assaggio uno particolarmente buono, o ne sento una che sa conficcarsi nel cuore in profondità e con stile, lo e la so riconoscere.


Con una rosa hai detto
vienimi a cercare
tutta la sera io resterò da sola
ed io per te
muoio per te
con una rosa sono venuto a te

bianca come le nuvole di lontano
come la notte amara passata invano
come la schiuma che sopra il mare spuma
bianca non è la rosa che porto a te

gialla come la febbre che mi consuma
come il liquore che strega le parole
come il veleno che stilla dal tuo seno
gialla non è la rosa che porto a te

sospirano le rose nell'aria spirano
petalo a petalo mostrano il color
ma il fiore che da solo cresce nel rovo
bianco non è il dolore
rosso non è l'amore
il fiore solo è il dono che porto a te

rosa come un romanzo di poca cosa
come la resa che affiora sopra al viso
come l'attesa che sulle labbra pesa
rosa non è la rosa che porto a te

come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te

lacrime di cristallo l'hanno bagnata
lacrime e vino versate nel cammino
goccia su goccia, perdute nella pioggia
goccia su goccia le hanno asciugato il cuor

portami allora portami il più bel fiore
quello che duri più dell'amor per sé
il fiore che da solo non specchia il rovo
perfetto dal dolore
perfetto dal suo cuore
perfetto dal dono che fa di sè

Con una rosa hai detto
vienimi a cercare
tutta la sera io resterò da sola
ed io per te
muoio per te
con una rosa sono venuto a te

bianca come le nuvole di lontano
come la notte amara passata invano
come la schiuma che sopra il mare spuma
bianca non è la rosa che porto a te

gialla come la febbre che mi consuma
come il liquore che strega le parole
come il veleno che stilla dal tuo seno
gialla non è la rosa che porto a te

sospirano le rose nell'aria spirano
petalo a petalo mostrano il color
ma il fiore che da solo cresce nel rovo
bianco non è il dolore
rosso non è l'amore
il fiore solo è il dono che porto a te

rosa come un romanzo di poca cosa
come la resa che affiora sopra al viso
come l'attesa che sulle labbra pesa
rosa non è la rosa che porto a te

come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te

lacrime di cristallo l'hanno bagnata
lacrime e vino versate nel cammino
goccia su goccia, perdute nella pioggia
goccia su goccia le hanno asciugato il cuor

portami allora portami il più bel fiore
quello che duri più dell'amor per sé
il fiore che da solo non specchia il rovo
perfetto dal dolore
perfetto dal suo cuore
perfetto dal dono che fa di sè


Vinicio Capossela - Con una rosa

lunedì 18 giugno 2012

Di puglia, di edera e di finestre su cortili


Vedete questa foto? Forse non è un gran che, ma ritrae un istante di assoluta perfezione... mi trovavo nella campagna pugliese a poche centinaia di metri dal mare, in una giornata splendida, respirando il profumo di quegli arbusti cotti dal sole e la brezza che arrivava dalla costa, sentendo sulla pelle ogni raggio sparato da quella enome palla di idrogeno infuocata che brucia a 150 milioni di km da noi, pronto ad intrufolarmi in un rudere pericolante per scattare foto in compagnia forse dell'unica persona sulla faccia della terra che avrei voluto con me in quel momento.

Un momento in cui mi sono sentito finalmente lontano da quella melanconia che mi marca stretto da tempo, e che di giorno riesco solitamente a tenere a bada... mentendo anche un po' a me stesso, ma chissenefrega, tanto è il mio subconscio che fa tutto.
Poi ritorna. Mi succede più spesso di mattina presto, quando mi trovo ancora tra il sonno e la veglia, oppure poco prima di andare a letto... i pensieri iniziano ad aggrovigliarsi ed ad arrampicarsi come edera su un muro che una volta era solido come la roccia, mentre adesso avverto pericolosamente in bilico.

Il tempo che scivola via troppo velocemente, i miei genitori che invecchiano tra mille preoccupazioni che non meritano, nuove rughe sul mio viso che sorride poco, l'incertezza del lavoro, l'assenza di alternative... è come se tutta la realtà di fronte a me stesse appassendo, ed io con lei. E quello che mi fa sorridere (amaramente) è che si tratta di cose assolutamente normali, capitano a tutti e a molti capita di molto peggio...di questi tempi poi. E allora perchè diamine mi faccio schiacciare da queste banalità?!

“Hai bisogno di una vacanza Ste.” Aveva ragione chi me lo diceva, e in cuor mio lo sapevo bene... ho temporeggiato giusto un paio d'anni poi ho ceduto. Eh ho i miei tempi, lo so, e se ci aggiungiamo che ultimamente è il portafoglio a dettare il ritmo degli svaghi... ci siamo capiti.

Ad ogni modo era vero, avevo bisogno di quella vacanza, e ho goduto di ogni singolo chilometro percorso su quelle strade dissestate, e di ogni respiro. Ho perfino resistito alla tentazione di eliminare fisicamente due o tre animatori del villaggio, quindi dovevo essere particolarmente rilassato, a livelli quasi tibetani.

Poi, una sera, un pittoresco figuro a metà strada tra un imbonitore televisivo, una macchietta di paese e un indovino da luna park, dopo avermi venduto una bottiglia di liquore artigianale niente male, inizia a parlare di economia, di vita, di sentimenti, di segni zodiacali (!), di come dovrebbero andare le cose, a fare domande... e ci sono cose che so bene, le ho imparate a memoria, le ho minuziosamente tatuate su ogni neurone, tuttavia quando le senti hanno ancora la stessa forza, e i pensieri ricominciano ad arrampicarsi sul muro assieme a tutto il resto.

Col tempo ho imparato a rialzarmi più velocemente e a continuare a far finta di nulla, ma certo la cosa funziona se chi ti sta di fianco non ti conosce come le sue tasche e percepisce le variazioni della forza in modo quasi sovrannaturale (questo si che non è leale, altrochè scattare foto "a tradimento", di nascosto come il tizio de La finestra sul cortile).
Mi auguro solo di essere stato “un dito ar culo” il più breve tempo possibile... in caso contrario, spero mi perdonerà.

La vacanza è finita, il rientro nel mondo reale è stato tutto sommato meno scioccante di quanto pensassi, e in questi giorni l'edera sembra non essere così ansiosa di arrampicarsi di nuovo sul mio muro, anche se credo si tratti solo di una tregua. Vedremo.

Nel frattempo continuo a fare sogni assurdi che tanto assurdi non sono, con Freud che se la ride sotto i baffi, accontentandomi per ora di osservare tutto, un po' anche la mia vita, come il James Stewart voyeur nel Film di Hitchcock di cui sopra, anche se sicuramente con molta meno classe, e con qualche bicchiere da whiskey vuoto in più sul tavolo.


venerdì 1 giugno 2012

Spettri

Mentre mi allontanavo da loro, da casa, guidando attraverso la campagna su strade buie e deserte, la strana e cupa sensazione che ho provato per tutta la giornata si è fatta più forte, più densa. La luna era offuscata da un velo di umidità che le dava un'aria spettrale, e gli alberi ai bordi della strada, con le loro fronde cadenti stracariche di foglie, sembravano troppo neri in lontananza, e troppo vicini all'auto quando gli abbaglianti arrivavano ad illuminarli, quasi come volessero... si, esattamente come in quel racconto di King. L'aria dolce che filtrava dal finestrino semiaperto sapeva, non chiedetemi come faccio a saperlo, di Lousiana e di paludi sconfinate.
Suggestioni filmiche, suggestioni letterarie... sono stanco, e quando capita spesso quei mondi si rovesciano nel mio.
Il terremoto, le distanze, gli anni che volano, le incertezze... mi hanno sfiancato. Vado a letto, sperando di riuscire a dormire.

Meno male che domani, con un po' di fortuna e un po' di altro, so che mi verrà naturale sorridere. Ma questa è un'altra storia...

lunedì 28 maggio 2012

Another night in London (2012)

Amici veri
Una città vista, assieme, quando eravamo poco più che ragazzi
Uno di noi ora vive la
E siamo volati a Stansted, a trovarlo
Per ritrovarci.
E ci siamo riusciti, come sempre.

Set #1


Set #2


Set #3


Set #4


Set #5


Set #6

martedì 15 maggio 2012

Fuliggine

Mentre facevo trasloco, ho ritrovato un portachiavi peluche fatto a fiore, vecchio di 10 anni... mi sono accorto che premendo un petalo dice "I love you".
Un fugace ricordo della persona che me l'aveva regalato, una impercettibile palpitazione ventricolare, e poi di nuovo tutto spento. Risate, amore, lacrime, sesso, progetti... è incredibile come la polvere si depositi anche sul cuore, nascondendo tutto sotto una coltre di fuliggine grigia.
O forse è un processo del tutto naturale... tutti i fuochi che si spengono, anche quelli più luminosi, alla fine diventano polvere.
Eppure mi sembra strano che di tutte quelle emozioni, e di tutto quel dolore, non sia rimasto dentro di me nient'altro che un'eco sbiadito.

sabato 12 maggio 2012

Tu cosa vuoi da me? [Elegia]

C'è caldo, ma la indosso ugualmente come un mantello questa sera...

Avevo una passione per la musica di ruggine
nerastra tinta a caldo di caligine
metropoli
le tentazioni andavano e venivano
cosa farò di me?

guidavo nella notte ferma immobile
friabile
venivo da una valle dove annuvola
nell'umido
sentivo sulle spalle un bel solletico
tu cosa vuoi da me?

lasciando alla mia infanzia
ogni ingenuità sensibile
l'amore è uno stregone, un fuoco
isterico magnifico
carezza di una mano che semplifica
cosa sarà di me?

l'abbraccio adulto in un silenzio
scenico visibile
l'incendio è la stagione
delle tenebre bellissime
avevi fatto in aria un incantesimo
tu cosa sei per me...

Paolo Conte - Elegia

sabato 5 maggio 2012

Hurts

You don't lie awake at night like I do.
Cause you don't feel the way I feel about you.
You don't know how much this whole thing hurts me.
Cause you don't cry, cause you don't need me now, cause you don't want me now.
You don't want me, cause you don't love me. That's what kills me.
You don't lie there wishing you could kiss me.
I bet you don't even miss me.
You don't know how much this whole thing hurts me.
Cause you don't cry, cause you don't need me now, cause you don't want me now.
You don't cry, cause you don't need me now, you don't want me.
You don't want me, you don't love me. That's what kills me.
How long will my heart wait?
Each night I pray to be with you.
How will long will this heart ache?
Until the day you love me too.
Well you don't cry, cause you don't need me now, cause you don't want me now.
You don't want me, cause you don't love me. That's what kills me.
You don't lie awake at night like I do.
Cause you don't feel the way I feel about you.

Chris Isaak - You don't cry like I do


giovedì 26 aprile 2012

Distorsioni [Müller-Thurgau & sogni]

Ora di pranzo, esco da casa dei miei per tornare al lavoro, dopo essermi scolato quasi senza accorgermene mezza bottiglia di vino bianco. La testa mi gira, ma è una sensazione piacevole, di benessere diffuso che si irradia dallo stomaco fino alle estremità degli arti. Nessuna voglia di salire in auto, nessuna voglia di accedere il motore e rimettermi in strada per ficcarmi di nuovo in quell'ufficio. Fa caldo e mi tolgo la giacca mentre con una mano cerco le chiavi.
Di fronte a me vedo di nuovo casa mia. Come in un gioco di specchi, quello che credevo essermi lasciato alle spalle me lo ritrovo davanti. Mi giro, e la casa è ancora li, quindi quella che ho davanti deve essere qualcos'altro. Seguo il sentiero di porfido che taglia in due il giardino rigoglioso, attraverso il porticato della nuova casa ed entro.

Dovrei trovarmi in soggiorno, e invece quella che vedo davanti a me è una grande stanza a pianta rettangolare, col pavimento fatto di logore assi di legno, pressochè vuota e immersa nella penombra afosa del pomeriggio. Le imposte semichiuse lasciano entrare pochi raggi leggermente polverosi che si posano sul corpo di lei. Coricata su quello che sembra essere un divano senza schienale o forse un letto moderno, le lunghe gambe rivolte verso l'ingresso e verso di me. Dorme, e non indossa nulla fuorchè una sottile collana che pare d'argento. Brilla dei riflessi del sole. Mi avvicino facendo piano, più piano che posso. Osservo le labbra semichiuse, quasi un sorriso, il seno pieno, ben tornito, i capezzoli rosa, il suo respiro tranquillo, il sesso liscio e curato tra le gambe lievemente aperte. Il cuore inizia a battere più forte e l'eccitazione aumenta assieme al desiderio di baciare quella pelle di sentire il suo sapore sulle mie labbra. Mi rendo conto di essere nudo al suo fianco, e in quel momento - come se fosse in dormiveglia - la sua mano inizia ad accarezzarmi piano la gamba, salendo fino a stringermi dolcemente per avvicinarmi a lei. Amore o puro desiderio... i miei sensi e i miei sentimenti sono totalmente obnubilati, non so più distinguere i confini tra l'oceano in tempesta e la terraferma, e forse non voglio. Voglio solo vivere ogni singolo miliardesimo di secondo di questa cosa, correndo il rischio di schiantarmi sulla scogliera.

La stanza ora è vuota, sono di nuovo vestito e lei è scomparsa. La luce che penetra dalla porta d'ingresso è abbacinante, sento un rombo d'aerei in lontananza. Un rombo cupo, pesante, di cargo che volano bassi. Esco nel giardino e guardo nel cielo azzurro e senza nuvole, le carlinghe e i motori ad elica degli Hercules luccicano nel sole diretti a Nord. Sono tanti, quindici forse venti, e volano in formazione perfetta, lenti come enormi tartarughe d'aria. Più in alto, sfrecciano uno dopo l'altro tre velocissimi caccia, disegnando scie bianche alle loro spalle che poco a poco si dissolvono lasciando solo l'eco del feroce fischio dei reattori. Sta per succedere qualcosa di drammatico e al telegiornale non hanno detto niente. Non ne sapevano nulla? O l'hanno fatto per non scatenare crisi isteriche e panico nella popolazione?

Davanti ai miei occhi vedo la barchetta di carta che ho fatto qualche giorno fa, quella con scritto Titanic sulla fiancata. Come in un film in stop motion di Tim Burton, dal ponte si lanciano nel mare immaginario tanti piccoli omini stilizzati, disegnati con la biro blu sul fianco della barca. Che strano, volevo disegnarli davvero ma non l'ho fatto... gentile il mio cervello a prendere l'iniziativa. E li ha anche animati.

Mi siedo nel giardino di casa, con la barca di carta tra le mani mentre gli aerei sopra di me contunuano a solcare il blu. Davanti a me, nel prato, c'è qualcosa di lucido, cheratinoso e viscido che si muove...  sono insetti, una brulicante onda fatta di vermi, formiche, ragni e coleotteri avanza nella mia direzione. Siete venuti per me ragazzi? E' già ora di portarmi di sotto? Il primo verme inizia a salire sulla scarpa. Ok accomodatevi, ma fate avere questa barchetta ai miei. Non è un gran che, ma pur sempre un ricordo.
Forza, fate quello che dovete fare, tanto avevo finito.

[Strani, certi sogni pomeridiani]


Edna Million in a drop dead suit
Dutch pink on a downtown train
Two dollar pistol but the gun won't shoot

I'm in the corner in the pouring rain
16 men on a deadman's chest
And I've been drinking from a broken cup
2 pairs of pants and a mohair vest
I'm full of bourbon; I can't stand up.

Bloody fingers on a purple knife
A flamingo drinking from a cocktail glass
I'm on the lawn with someone else's wife
Come admire the view from up on top of the mast

Hey little bird, fly away home
Your house is on fire; your children are alone


venerdì 13 aprile 2012

Black flowers



Children lying in there beds.
Just remember what your mother said.
Don't you worry, don't you cry.
Little black flowers grow, in the sky.
In the sky.

Make a promise, cross your heart.
Kings vow that we'll never part.
Sign in blood and hope to die.
Little black flowers grow, in the sky.
In the sky.

And I believed you.
I believed you when you said you would be mine.

Tell me mother, will I die.
Yes my child and so shall I.
And never know the reason why,
little black flowers grow, in the sky.
In the sky.

And I believed you.
I believed you when you said you'd cried,
believed you when you said you'd try,
believed you when you said you loved me too.

Chris Isaak - Black flowers

domenica 8 aprile 2012

Das Modell - Kraftwerk

Non avrei mai pensato di dirlo di un pezzo elettronico e cantato in tedesco,  ma la trovo splendidamente malinconica. Già...



Gute Nacht