domenica 25 ottobre 2009

Begin the beguine - Cole Porter (Traduzione e video dal film De-Lovely)

Begin the beguine è una canzone di Cole Porter, composta al piano dell'Hotel Ritz di Parigi nel 1935.

L'avevo sentita anni fa, non è che perle del genere le passino molto spesso per radio, e l'ho fortunatamente riscoperta guardando uno dei film più belli che siano capitati sul mio lettore dvd negli ultimi anni: "De-Lovely", una sorta di biopic sull'artista, che ricorda un po' - per l'espediente narrativo usato - il "Canto di Natale" di Dickens.

Un film stupendo, con tanta musica anche se non è propriamente un musical, due attori strepitosi (fantastico Kevin Kline e splendida Ashley Judd) e zeppo di "ospiti" che omaggiano l'opera di Porter intepretando in modo originale e fresco le sue canzoni senza stravolgerle.

Qui sotto trovate il video dell'interpretazione di Sheryl Crow di quella canzone, e sotto il testo tradotto. Non credo di aver mai sentito un testo più dolce e struggente di questo, quindi se ultimamente vi sentite emotivamente fragili, probabilmente questa è una tra le canzoni meno adatte a risollevarvi il morale.

Poi se siete scemi come me, potete leggere e ascoltare comunque la canzone (e rileggere, e riascoltarla di nuovo), ma non mi ritengo responsabile per eventuali tracolli emozionali.







Begin the beguine

Composer: Cole Porter - Singer: Sheryl Crow

Quando iniziano a suonare la beguine
mi torna alla mente il suono di una musica tenera,
mi torna alla mente una notte di splendore tropicale,
mi torna alla mente una memoria eterna.

sono con te ancora una volta sotto le stelle,
e giù alla spiaggia un'orchestra sta suonando
e anche le palme sembrano stiano ondeggiando
quando loro iniziano la beguine

E vivere di nuovo il passato è difficile
tranne quando quella musica stringe il mio cuore,
e noi siamo là, a giurarci amore per sempre,
e a prometterci che mai, mai ci lasceremo

che momenti divini, che estasi serena,
fino a quando le nuvole arrivarono a dissolvere le gioie che avevamo provato
ed ora, quando io sento persone maledire un opportunità sprecata,
capisco fin troppo bene ciò che intendono dire

quindi, non lasciare che inizino la beguine,
di anni d'amore, che una volta era un fuoco, rimanere una brace;
lasciali dormire come i desideri morti di cui mi rimane solo il ricordo
quando inizia la beguine.

oh sì, lascia che inizino la beguine, lasciali suonare,
fin che le stelle che erano là sopra tornino su di te
fino a bisbigliare a me una volta di più, "caro io ti amo!"
e noi improvvisamente sapremo di essere in paradiso,
quando inizieranno la beguine
quando inizieranno la beguine.



Testo originale


When they begin the beguine
it brings back the sound of music so tender
it brings back a night of tropical splendor
it brings back a memory of green

I'm with you once more under the stars
and down by the shore
an orchestras playing
and even the palms seem to be swaying
when they begin the beguine

to live it again is past all endeavor
except when that tune clutches my heart
and there we are swearing to love forever
and promising never never to part

a moments divine what rapture serene
to clouds came along to disperse the joys we had tasted
and now when I hear people curse the chance that was wasted
I know but too well what they mean

so dont let them begin the beguine
let the love that was once a fire
remain an ember
let it sleep like the dead desire I only remember
when they begin the beguine

oh yes let them begin the beguine
make them play
til the stars that were there before
return above you
till you whisper to me
once more darling I love you
and we suddenly know what heaven we're in
when they begin the beguine

giovedì 22 ottobre 2009

Signore e signori, la cena è servita

Nonostante non ami particolarmente la vita "mondana", capita di quando in quando che qualcuno riesca ad incastrarmi e a convincermi a partecipare  ad eventi che, solitamente, tendo ad evitare come la peste.

Eventi tipo "Hei ragazzi, ci troviamo tutti davanti al lounge-chillout-sushi-bar in centro a Verona, e poi dritti al locale di Alby che fa un mojito che è una favola, ed è pieno di bella gente. Una volta un tizio mi ha raccontato che ha visto il cugino di secondo grado del cognato di Vieri, giuro! E c'è pure la foto di Corona autografata appesa alla parete!"


Non è incredibile? Corona sa scrivere...


Ecco, di solito ste serate le evito, perchè qualcosa mi dice che potrei finire con l'esaurire tutte le mie scorte di savoir-faire prima delle 10...

Bene, qualche giorno fa una vecchia amica e collaboratrice mi ha convinto ad andare a questa favolosa cena organizzata in un ristorante abbastanza rinomato, in compagnia di ospiti vip e special guests altrettanto vip.

Come ha fatto ad incastrarmi questa amica? Adottando la tecnica del "non ti dico tutto subito, preferisco prenderti alle spalle".

  • Mossa nr 1: mi ha detto che la cena serviva a raccogliere fondi per una battaglia a sfondo ecologico che sta portando avanti con la sua cara amica VIP made in usa.

  • Mossa nr 2: ha taciuto il fatto che si trattava di una cena vegan.


Per chi non lo conoscesse, ecco il significato di vegan, tratto da wikipedia.

Il termine veganismo (più raramente detto vegetalianismo) indica una dieta e uno stile di vita che esclude l'uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo. Gli aderenti (detti vegani o, con prestito dalla lingua inglese, vegan) rifiutano quindi non solo di nutrirsi di carne e pesce, come i vegetariani, ma anche di latte, latticini, uova e derivati, nonché di acquistare e usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali.


Quindi se pensavate che stessi parlando dei cattivi di Altas Ufo Robot, ora sapete che vi eravate sbagliati.

Ora, io non ho assolutamente nulla contro i Vegan, così come non ho nulla contro i testimoni di Geova o contro i venditori porta a porta di spazzole per scarpe, ma l'idea di una intera cena a base di erba e foglie non che mi allettasse tantissimo.
La mia amica, oltre al sapermi (e accettarmi) carnivoro devoto, deve aver notato l'espressione sorpresa e sensibilmente schifata della mia faccia, ed subito corsa a ripari elencando una ad una tutte le voci del menù.


E i nomi dei piatti erano effettivamente interessanti: ics in salsa di ipsilon, alfa al profumo di gamma, zeta con ripieno di kappa e contorno di beta saltate al forno.

Forse non sarebbe stato così male.

Arriva il giorno del ricevimento, recupero il completo da latifondista sudamericano, e mi dirigo in auto verso il locale... avevo una fame da lupi, dato che al lavoro non ero riuscito a fare neppure 10 minuti di pausa pranzo.
E intanto che guidavo pensavo: in quell'enoteca ristorante si è sempre mangiato bene... salumi, vini e formaggi da bava alla bocca fino a 3 giorni dopo la degustazione. Certo, ci andavo a mangiare bacche e radici, ma mi convincevo sempre più che sarebbero state bacche e radici buonissime.

Ah che stolto, ah che artista dell'autoillusionismo!

Entrare nei dettagli è inutile, riassumerò quindi solo per sommi capi quella che non esito a definire "la madre di tutte le cene di merda".

1 - Il servizio: tra i peggiori mai visti. L'antipasto è arrivato circa un'ora dopo l'inizio ufficiale della cena, e abbiamo dovuto chiedere ben 3 volte che ci fosse portato quantomeno qualcosa da bere.

L'ordine delle pietanze sul menù era puramente indicativo, perchè lo stato confusionale nel quale si trovavano tutti i camerieri unito ad una molto probabile "ubriacatura di gruppo" avvenuta nelle cucine ha fatto si che i tre primi e i tre secondi diventassero qualcosa tipo "primo-secondo-primo-primo-secondo-sorbetto-secondo".

Secondo me il dolce è arrivato per ultimo solo perchè l'avevano perso.


2 - La qualità dei vini proposti era ignobile. Dopo le pressanti richieste (e sbuffavano, poveri camerieri confusi) ci hanno portato quello che che in origine doveva essere un semplice bianco frizzante e leggero, ma che si è rivelato invece solo vino vecchio e ormai marsalato.
Speravo di rifarmi col rosso. Hanno portato tre bottiglie con etichetta diversa, ma la raffineria dalla quale provenivano doveva essere la stessa... e anche la partita di polvere colorante, scricchiolava sui denti allo stesso identico modo.

3 - Il cibo: come non menzionare il cibo? Impossibile. Il mio primo pensiero, ma anche il secondo, il terzo, ecc, è stato "Dio mio come diamine si fa a mangiare questa roba?". E sostituite pure diamine con qualcosa di meno cinematografico.

Non entrerò in merito sul fatto che trovo il credo vegan abbastanza senza senso, sia dal punto di vista filo-logico che alimentare (non siamo conigli dai, il nostro corpo non può vivere solo di erba, alghe, prugne secche, prosciutto di soia, bistecche di soia, spaghetti di soia, gelato di soia...).


Ma tornando alla cena, il fatto puro è semplice è che ad eccezione dei dolci, non c'era nulla di lontanamente commestibile in tutto il menù.

Cibo insipido, spesso acidulo, mai caldo ma neppure freddo. I pomodori avevano lo stesso sapore del riso che aveva lo stesso sapore dell'involtino che aveva lo stesso sapore del mocio bagnato che ho usato per pulire in ufficio ieri.

4 - L'ospite era simpaticissima e di compagnia, e così pure la mia amica, ma davvero la cosa non bastava ad affievolire il senso di schifo generale. Ero attonito.

5 - Il conto: 35 euro. Non sono certo una follia ma una mia personalissima stima dice che ci sono almeno 34 euro di troppo, in quel conto. Si ok, ho contribuito a salvare la quercia nana, però vaffanculo.

Poco prima di mezzanotte me ne sono andato a casa con uno strano pensiero in mente: quanto sarebbe stato SPLENDIDAMENTE IMMORALE e ANTIVEGAN arrivare a casa, accendere il forno e preparare l'amata, umile, gustosa pizza surgelata con amorevoli dosi di fomaggio, finferli e speck? E una bella birra ghiacciata, naturalmente.

domenica 18 ottobre 2009

La notte e l'alba



E' notte fonda, e dormo avvolto da una coperta pesante sul divano. Il libro mi è caduto per terra, il bicchiere sul tavolino è vuoto.
Avverto i suoi passi leggeri mentre entra nella stanza, è scalza. La porta del frigorifero si apre per qualche secondo e poi si richiude, ne intravedo il bagliore al di là delle palpebre chiuse. Beve, poi posa il bicchiere. Poi si avvicina a me, lentamente, sento il suo profumo. Mi chiedo cosa indossi in questo momento... un pigiama, una tuta leggera, o forse solo intimo nero. Il cuore batte più forte, darei il mondo per poter aprire gli occhi, per poterla vedere, per poter anche solo sfiorarla, ma so che non posso. Vedrei solo il bicchiere vuoto e il libro rovesciato sul tappeto.
Di giorno mi illudo quasi di riuscirci, ma di notte non posso far nulla per fermare i sogni. Tra non molto è l'alba, sono salvo.

?

"Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei più profondi pensieri?" William Shakespeare



venerdì 16 ottobre 2009

Blue Hotel, on a lonely highway

Blue Hotel, on a lonely highway,
Blue Hotel, life don't work out my way.

Blue Hotel, on a lonely highway,
Blue Hotel, life don't work out my way.
I wait alone each lonely night.
Blue Hotel...
Blue Hotel...

Blue Hotel, every room is lonely,
Blue Hotel, I was waiting only.
The night is like her lonely dream.
Blue Hotel...
Blue Hotel...

Blue Hotel, on a lonely highway,
Blue Hotel, life don't work out my way.
I wait alone each lonely night.
Blue Hotel...
Blue Hotel...

Blue Hotel - Chris Isaak





lunedì 5 ottobre 2009

Era tempo che...

... un semplice "trailer" non mi regalava emozioni.







Questo c'è riuscito... lo trovo dolce e poetico come certi ricordi di infanzia. Ora aspetto il film.

Where the wild things are.

giovedì 1 ottobre 2009

Thirsty, and nowhere to go...








Non la canzone più allegra del mondo, vero, ma ha quella giusta miscela di malinconia, rabbia, orgoglio e visioni noir che mi fa dire "gran pezzo".