mercoledì 29 febbraio 2012

Lady luck e qualche riflessione

Mi trema l'occhio da qualche giorno.
L'orecchio sordo -in attesa di visita specialistica da otorino della mutua- questa sera mi fa dannare con acufeni ad alta frequenza... sembra che ci sia dentro la squadra nazionale di fischietto che si allena per i prossimi mondiali.
Devo dare brutte notizie a persone che non lo meritano. Credo.
In banca sto facendo surf sul filo del baratro.
Ai miei non va molto meglio.
Per qualche motivo non riesco a gestire decentemente e a godermi il tempo libero, che sta diventando sempre più solo il tempo che sta tra una giornata di lavoro e un'altra giornata di lavoro.
Però sta arrivando la primavera (e ne respiro il profumo a pieni polmoni)
E' ora di riprendere a fare un po' di sport. Magari anche tennis, se riesco a convincere qualcuno a seguirmi.
E sto facendo sogni molto cinematografici, chissà che non ne tiri fuori qualche racconto.
Quindi non va così male, no? Bisogna sapersi accontentare, in periodi come questi... però ecco, una botta di culo ogni tanto non mi spiacerebbe.
Anche JJ Cale è daccordo...



Lady luck, please just listen to me
Mistress of fantasy
Send a dream my way
Can you come and make my day
Lady luck, elusive as you are
You're just a fleeding star
You never hit the sky
With you I seem to fly
Lady luck, hold on to my hand
I'm standing on shifting sand
I'm a dreamer don't you know
Lady luck, just don't let go
Lady luck, hard as it may seem
When you pass out all your dreams
Could you keep me in your mind
I'd like to see you one more time

Lady Luck - JJ Cale

sabato 25 febbraio 2012

Trittico (Rammstein - De Pedro - Fleet Foxes)

Capita che, per una serie di motivi, brani apparentemente slegati tra loro trovino un senso nel mio continuum emotivo...



Rammstein - Mein herz brennt



DePedro - Don't leave me now



Fleet Foxes - The Shrine / An Argument

venerdì 24 febbraio 2012

Derek e la zingara

Interno ufficio, pomeriggio, nessuna telefonata di possibili clienti da 2 giorni circa. Fuori: sole primaverile, tepore e vita, dentro: pessimismo e fastidio.
Entra una zingara panzuta, età indefinita tra i 30 e i 60, armata di vassoio di piante da vendere (con ogni probabilità rubate), e con la nochalance di chi è abituato ad entrare senza chiedere permesso.


"Buonsciorno bel ragazu. Che bello ufficio, meravilia."
"Buongiorno a lei, e grazie, mi dica."
"Tu compra piante grazie."
"Non prendo niente, mi spiace. Niente piante."
"Ma allora dammi offerta, uno, due euro."
"Non credo lo farò"
"Daaaami oferta, no ti costa nientu."
"A parte che lo so io se mi costa o no, niente offerta. Però se vuoi ti do i nomi di un paio di fabbriche che assumono."
"No fabrica non me vuole. Due euro dai, ti lascia pianta bella che regali a tua donna"
"Mi spiace signora, ma no, niente pianta e niente offerta."
"Ma bel ragazu, io sono poverina..."
"E neppure io sono messo bene signora, quindi arrivederci."
"Tu sa che se dio vede che tu fa opera buona lui da te tanta fortuna!"
"Signora?"
"Si?"
"Dio non esiste, e se esiste è un pezzo di merda, arrivederci."

Interno ufficio, pomeriggio, la zingara esce maledicendomi. Credo più per l'euro che non ha intascato che per il mio attacco al signore barbuto col triangolo in testa.


p.s: la considerazione finale non rappresenta forse al cento per cento il mio pensiero, ma anche se un po' brusca (sic), ne è comunque una buona approssimazione.



mercoledì 22 febbraio 2012

Il cielo, la luna, e bang supersonici

Un paio di giorni fa ero seduto vicino alla finestra della mia camera da letto, mentre riflettevo su come archiviare quella montagna di documenti bancari, assicurativi e di lavoro che si accumula con ritmo sempre costante sulla mia scrivania. Non ce la farò mai, non sarò mai così ordinato da riuscirci.
All'improvviso un rumore familiare eppure quasi dimenticato cattura la mia attenzione, e cerco  fuori dalla finestra, in alto, nello spazio di cielo blu tra la casa dei miei e     quella dei loro vicini.
Era un jet militare, volava a quota relativamente bassa, diretto a nord... e nella frazione di un secondo quel fragore quasi supersonico ha letteralmente aperto nella mia memoria un baule di ricordi... e forse non era neanche un baule, ma di un grosso fustino di Dixan in polvere,  quello nel quale da piccolo raccoglievo tutti i miei Lego. Una collezione di preziosi mattoncini di plastica, bianchi, neri, blu e rossi, e di piccoli ometti col casco,la testa gialla e piccole bombole dell'ossigeno sulla schiena, che profumavano inevitabilmente di detersivo, e coi quali costruivo i miei mondi e le mie avventure a cavallo tra gli anni 70 e 80.

E quindi un po' come succedeva a Proust con le sue Madeleine, a me è successo con un F16. Oggi  è raro che capiti, ma in quegli anni sopra le nostre teste sfrecciavano spesso caccia militari, immagino a causa delle tensioni Italia-Iran e probabilmente  anche al fatto che non erano ancora successi abbastanza disastri aerei in zone abitate.

E ricordo ancora benissimo i boati -emozionanti- di quando i jet abbattevano il muro del suono, e le strisce bianche di condensa lasciate nel cielo, e quando assieme ad alcuni amici facevamo a gara a chi notava più dettagli di quegli aerei dalle carlinghe a volte argentate, a volte dipinte in verde mimetico, che "sfioravano" (così immaginavamo, senza allontanarci troppo dalla realtà in effetti) a velocità incredibili i tetti delle nostre case , togliendoci il fiato ogni volta.

E sognavo di volare anche io, e creavo mondi fatti di cieli vastissimi, di spazio, di missili col marchio USAF stampigliato sul fianco, di astronauti esploratori e viaggi intergalattici,mondi fatti di puro stupore, di curiosità infinita... non c'era ancora alcuna traccia di quella violenza che avrei conosciuto qualche anno dopo per colpa dei famigerati, amati cartoni animati giapponesi.

Era una curiosità di bambino, innocente, verso un mondo che avevo conosciuto attraverso le illustrazioni USA anni 50 e 60 dell'enciclopedia "I quindici" che mamma e papà mi avevano comprato quando avevo appena 4 anni, attraverso i fotogrammi di Spazio 1999 visti in bianco e nero sulla tv della nonna, e  alle istruzioni di montaggio delle mie piccole astronavi Lego... quella Luna silenziosa, quelle sue dune grigie e immoti, lo spazio nero, vastissimo, puntellato di piccole stelle.

E nelle giornate d'estate, mi coricavo nel giardino e guardavo la luna azzurrina nel cielo, appena visibile, e mi chiedevo se lassù ci fosse qualcuno, mi chiedevo se forse realizzando finalmente quel mio progetto di astronave fatta di cartone e ali di polistirolo, avrei mai potuto raggiungerla.
Ma nell'odore al Dixan di quel ricordo ci sono i anche miei genitori, allora ancora giovani, forti e bellissimi, mia mamma con i capelli lunghi e mio padre con i suoi muscoli abbronzati, c'era la nostra casa in costruzione, un cantiere pieno di scavi e buche e mucchi di sabbia, e odore di calce e cemento, e c'era il cane dei miei zii, biondo, furbo e compagnone che ci veniva a trovare spesso, c'era la sensazione strana ed esaltante di trovarmi in un posto nuovo, che da li a qualche mese sarebbe diventato la mia casa.
E poi il profumo di mobili, alcuni nuovi e altri improvvisati, il sapore del primo toast mangiato per cena, io, mamma e papà, seduti su poltrone in vimini da giardino che per qualche anno sono state il nostro salotto.

Quel profumo di detersivo e il frastuono dei reattori sono il mio punto di contatto con un periodo fatto di speranze e di cose che nascevano, dove tutto sembrava infinito eppure raggiungibile, e puro come una mattina di primavera.
E anche se so che in un modo o nell'altro succede a tutti, mi chiedevo quando è successo che ho smesso di guardare il cielo con quegli occhi.

Eppure, mentre giocavo con photoshop per creare la copertina di queste righe, mi sono accorto che io la Luna la vedo ancora così... con quell'omino rosso col pianeta dorato sul petto, che sorride.

lunedì 20 febbraio 2012

Willing...



I been warped by the rain, driven by the snow
I'm drunk and dirty don't ya know, and I'm still, willin'
Out on the road late at night, Seen my pretty Alice in every head light
Alice, Dallas Alice

I've been from Tuscon to Tucumcari
Tehachapi to Tonapah
Driven every kind of rig that's ever been made
Driven the back roads so I wouldn't get weighed
And if you give me: weed, whites, and wine
And you show me a sign
I'll be willin', to be movin'

I've been kicked by the wind, robbed by the sleet
Had my head stoved in, but I'm still on my feet and I'm still... willin'
Now I smuggled some smokes and folks from Mexico
Baked by the sun, every time I go to Mexico, and I'm still

And I been from Tuscon to Tucumcari
Tehachapi to Tonapah
Driven every kind of rig that's ever been made
Driven the back roads so I wouldn't get weighed
And if you give me: weed, whites, and wine
And you show me a sign
I'll be willin', to be movin

Little Feat - Willing

venerdì 17 febbraio 2012

Naked in front of the Computer



You must be missing something
Keeping me dumb and hot
What'd I say? I'm empty.
And I'm sending it back to you

Naked in front of the computer - Faith no more

sabato 4 febbraio 2012

Sofferenza elettrica

Pensavo di scrivere un semplice status su facebook, ma avrebbe avuto una connotazione leggera (come molti degli status che posto) e che sarebbe stata poco in linea con quello che ho provato guardando questo filmato (lo trovate più sotto).

Mi sono imbattuto in questo video su un blog a tema tecnologico che visito di quando in quando, inserito nella categoria che un mio "altrove compare" chiamerebbe cazzetterie.
Quindi un qualcosa di divertente, sul quale ci si dovrebbe fare una risata, un filmato che potrebbe andare in onda in programmi preserali fatti per famiglie che consumano i loro sofficini bevendo tavernello e coca cola davanti alla tv.

Eppure, io guardandolo, ho provato sofferenza. Vera, e disturbante... ed è folle, lo so. Folle perchè sto semplicemente vedendo una vecchia lavatrice col motore spinto al massimo da una -supopongo potente- unità elettrica esterna, e che man mano che passano i minuti si rompe, sempre di più. Come è ovvio che sia.

Eppure quella telecamera fissa sul soggetto, il sibilo del motore che ruota sempre più velocemente, gli intervalli tra uno stacco e l'altro, il silenzio prima di un nuovo impulso elettrico, la lavatrice che inizia a perdere pezzi, e poco a poco si deforma, con l'oblò che si apre e si chiude istericamente come una bocca che chiede aiuto ma non riesce a prendere fiato, e il rumore sempre più assordante... non mi è piaciuto per niente, non ci ho trovato niente di comico, o di anche semplicemente curioso.
Mi è semplicemente sembrata una tortura, gratuita, violenta, senza senso.
Un bambino che strappa le ali a una farfalla, un uomo bendato e legato su una sedia in un carcere di Guantanamo in attesa della prossima scossa elettrica, una cavia da laboratorio con lunghi aghi cromati infilati ovunuqe... sono queste le immagini che mi ha in qualche modo restituito il mio subconscio, e per quanto mi dica "ma è solo una lavatrice, cazzo", non riesco a trovare meno atroci questi fotogrammi.

E non mi si venga a fare il paragone con i bambini che muoiono di stenti nelle "repubbliche" centrafricane, o i video di reali torture inflitte ad esseri umani... sto male anche quando vedo quelli, non preoccupatevi. E' che quello che ho visto attraverso quei fotogrammi è più sottile, è qualcosa al quale ero meno preparato, o visivamente abituato, e forse per questo motivo è riuscito (assurdamente, ripeto) ad entrare più in profondità.

E può darsi che ultimamente mi trovi ad essere, per vari motivi, particolarmente, eccessivamente sensibile, ma... in questo momento sto pensando che utilizzerei questo video per uno spot di Amnesty International, e credo che non sarei l'unico a coglierne l'anima. Un'anima gratuitamente violenta, che non mi è piaciuta per niente.



giovedì 2 febbraio 2012

Stramaledetti installatori

(Inglourious Basterds - Gran film)
Episodio uno
Buongiorno, mi chiamo Derek, vivo in una zona scarsamente servita dalla rete internet cablata, a sud di Mantova, e  sono interessato alla vostra proposta per connessione internet wi-fi, con chi posso parlare? Ah ok grazie attendo in linea. Si salve dicevo al suo collega... si esatto. Ah, c'è un problema? Sul sito sembrava non ci fossero problemi ma se mi dice così naturalmente... ah il nuovo ripetitore, capisco. Quello vecchio non serve più la mia zona quindi devo collegarmi a quello nuovo. Che non è pronto. Ma quando sarà pronto? Tra un mese? Quindi se a settembre vi chiamo può andare giusto? Giusto bene la ringrazio. Ci sentiamo a settembre.

Episodio due
Si salve sono Derek ho chiamato qualche tempo fa per una connessione wi-fi. Si, no, non mi ricordo con quale commerciale ho parlato, ma immagino che uno a caso possa andare no? Non avevo fatto in tempo ad affezionarmi, capisce. Si attendo in linea. Ah buongiorno signor commerciale avevo parlato con lei a luglio vero? Si ok perfetto, ho atteso ottobre giusto per stare sul sicuro, però vedo online sul sito che il ripetitore sembra non essere ancora attivo. Ecco chiamavo per sapere se semplicemente il sito non è aggiornato o se... è aggiornato mi dice, ok, quindi? Ah colpa dell'enel. Non vi da corrente. Avete pagato la bolletta? Haha no si faceva per ridere, si figuri. Ma avete un'idea dei tempi? Non avete un'idea, capisco. Avrei una certa urgenza ma capisco che non dipende da voi quindi... certo, le lascio il mio cellulare, mi chiami quando vuole non appena ha news. Grazie a risentirci.

Episodio tre
Ah salve sig. commerciale, finalmente l'enel ha collegato il ripetitore, bene! Ok, siamo ormai a fine dicembre ma accontentiamoci no? Guardi, in questi giorni sono incasinato su parecchi fronti, la chiamo io a gennaio ok? Perfetto, buone feste, a presto.

Episodio quattro
Buongiorno sig. commerciale sono Derek, come da accordi, eccomi! Quando volete potete tranquillamente passare per il sopralluogo e... scusi? Si sono Derek, quello che vi aveva chiamato a Dicembre. E anche a Ottobre... anzi, pure a Luglio. Si esatto il ripetitore a sud di Mantova. Perfetto è attivo, quindi sono a chiedere il famoso sopralluogo. Non lo fate? Ah lo fate ma solo ad aziende non a privati? E' una novità però, non mi risultava che. Senta, ho partita iva quindi sono sostanzialmente una azienda, no? Ah, no. Non sono abbastanza azienda. Eh no, non ce l'ho un capannone. Mi sta consigliando di comprarne uno per poter avere una antenna wi-fi? Compro anche due muletti. Le sembro sarcastico dice? Eh forse un po', visto che ve ne uscite con questa novità dopo 6 mesi dal primo contatto. Come dice, che non vi avevo detto che non ero una azienda? Ma se vi ho detto che dovevo installare l'antenna in un condominio, secondo lei cosa potevo mai intendere?! Quindi non lo fate, ok. Certo che sentirò qualche altro installatore, grazie per il consiglio, non ci sarei mai arrivato senza di lei. Salve. Click.

Episodio cinque

Buongiorno nuovo installatore, ho telefonato per accordarmi per il sopralluogo. Mercoledì prossimo, perfetto, ore 15, 15:30. L'aspetterò arrivederci.

Episodio sei, ore 12:30

Salve installatore, sono Derek, dell'appuntamento di oggi pomeriggio. Si esatto, chiamavo per sapere se la neve poteva rappresentare un problema. Si qui nevica abbastanza, e anche dalle parti di casa mia quindi nel caso rimandiamo, non vorrei prendermi un permesso dal lavoro per niente. Ah dice che non ci sono problemi? Perfetto, a più tardi allora. Salve.

Episodio sei bis, ore 16:00
Si salve nuovo installatore, è Derek che parla. Ah ha provato a chiamarmi? Quando? Ah 5 minuti fa... si mi dica. Nevica. Eh lo so che nevica, quindi? Dice che è un problema perchè c'è la neve sui tetti? Si di solito quando nevica il primo posto dove si appoggia sono i tetti, credo sia proprio una caratteristica della neve, e per questo motivo vi ho chiamato. Per evitare GIRI A VUOTO. Come dice, che non credeva? Che non credeva cosa, di preciso? (farfuglia) Senta io devo tornare al lavoro, ho perso un paio d'ore quindi... no domattina non posso. E poi, secondo lei, la neve domattina sarà evaporata, se adesso che è pomeriggio siamo a -3? Guardi facciamo così, rimandiamo alla prossima settimana ok? Ok, buona giornata.

To be continued...
(e sarà meglio che il sopralluogo dia un buon esito, altrimenti potrebbe finire male... giuro che lo prendo a MAZZATE)