Una brezza leggera mi culla piano,
E sa di terra umida e di granoturco giovane
E di sole caldo, e di foglie profumate.
Forse sto sognando, perchè non so bene dove mi trovo,
Ma qui mi piace, vorrei poterci rimanere per sempre.
Ovunque mi trovi, non mi importa.
Sento l'alito tiepido del vento carezzare le fronde degli alberi
Creando un suono che ricorda la risacca dell'oceano
Ed è come un'illusione dentro un'illusione.
Il mio sguardo spazia fino al limitare dell'orizzonte
E vedo solo campi sconfinati, del colore dell'oro
E nuvole bianche in un cielo talmente azzurro da ferire la vista
Potremmo venire ad abitare qui, sarebbe bellissimo
Questa sera la vedrò, in quel luogo segreto che solo io e lei conosciamo
E le chiederò di sposarmi, e costruiremo una piccola casa proprio su questa collina
Lui non vuole, lo so. Lo capisco da come mi guarda, dal furore che leggo nei suoi occhi
Ma questa notte la porterò via con me, e la proteggerò, sempre
E invecchieremo nella nostra casa circondata da piante da frutto, crescendo i nostri bambini
Mi sembra quasi di sentire il suo profumo, in quest'aria dolce
O forse è il profumo di quei fiori rossi,
Sbocciati laggiù, vicino alla strada di terra battuta, tra le pietre e i sassi.
Tra un po' mi incamminerò, ma ancora per qualche minuto
Voglio godermi questo sole caldo
E lasciarmi cullare,piano, dalla brezza leggera.
M.L. (1850-1873), fu ucciso con una impiccagione sommaria per mano di alcuni soggetti vicini alla poco limpida figura del reverendo J.W.
Le cronache dell'epoca raccontano di una storia d'amore nata tra il ragazzo e la giovane S.M., nipote (anche se taluni ritenevano fosse in realtà la figlia) proprio del reverendo.
Al tempo correvano voci, mai totalmente confermate, sulle "particolari" attenzioni che il reverendo avrebbe riservato alla ragazza, che con lui viveva fin dalla tenera età nella casa a fianco della chiesa.
Tre giorni dopo la morte del giovane, poco prima della celebrazione della messa domenicale, un'anziana signora scoprì il cadavere della ragazza ai piedi dell'altare. Al suo fianco, i cocci di vetro con i quali si era tagliata le vene, e una lettera per un ragazzo che amava.
Non c'entra nulla col post...ma ora Derekuccio ci vorrebbe proprio un "panino conviviale"....lungo le salite...=)
RispondiEliminaMidoriQuellaMaiLoggata!
...sisi panino conviviale pure a me grazie! ...magari con la mortazza!
RispondiElimina:-D
P.s. Hai visto Stefy? sotto questo tuo bellissimo post che, almeno inizialmente, sapeva di primavera ci sono di nuovo tutte e due le tue angiolette!
Hehe vi ho visto... e ho visto anche i panini con la "mortazza" :-)
RispondiEliminaVi stritolo...