giovedì 26 gennaio 2012

Ian McEwan - Sabato [non proprio una recensione ma...]

Ho finito il libro alcuni giorni fa, e al momento giace ancora sul comodino, in attesa del prossimo (Deaver o Ellroy?).

McEwan è un autore che ho conosciuto proprio attraverso questo romanzo... sulle prime ero orientato su Solar (l'ultimo uscito) ma poi mi sono consultato col portafoglio e  ho deciso a un po' a malincuore di orientarmi su una edizione economica di un suo romanzo precedente. Niente lussuosa copertina rigida insomma.

Perchè continuo a tenere quel libro sul comodino? E perchè continuo ad osservare quella copertina? Perchè non mi ero mai imbattuto in un libro simile prima d'ora.
Una storia fiacca, ambientata in un sobborgo di Londra, cronologicamente collocata in quel periodo che sta tra l'attacco alle torri gemelle e la decisione di invadere l'Iraq.

Il protagonista è un brillante neurochirurgo sui 50, che presenta sintomi di crisi di mezza età mixati ad un lieve disagio dovuto alla tesa situazione internazionale, al terrorismo, ai movimenti pacifisti che non condanna ma che allo stesso tempo non appoggia fino in fondo, eccetera, eccetera, eccetera...
Paturnie a parte, va detto che è ricco, gioca a squash, gira per le vie di londra con una Mercedes grande come un incrociatore, e ha una famiglia favolosa.
La moglie  giornalista di fama, innamoratissima del marito (e fanno splendidamente sesso ogni volta che si vedono, pare), il figlio è una giovane promessa della musica blues in procinto di partire per un viaggio di 15 mesi a New York - per studiare coi grandi, ovviamente - , la figlia che vive a parigi dove si è laureata in nonmmiricordo cosa e sta per pubblicare il suo libro di poesie per una famosa casa editrice, ed infine il nonno, un burbero ed illustre letterato d'altri tempi che vive in una sorta di castello in Francia assieme alla sua terza moglie.

Non viene anche voi istintivamente voglia di riempirli di legnate? No? A me si.

Io capisco che puoi, da autore, decidere che i protagonisti del tuo libro siano dei ricchi (che fa molto soap opera, ma lasciamo stare), ma il problema che questo quadretto familiare risulta essere quasi parodistico.
Impressione che viene amplificata quando incontriamo quelli che saranno gli altri personaggi della storia, balordi attaccabrighe della Londra più malfamata, dipinti non solo come ignoranti e violenti, ma anche brutti e stupidi.
Il contrasto tra la famiglia ricca e bella e piena di risorse e speranze, e i neds in cerca di soldi facili con un leader dall'aspetto scimmiesco e psicologicamente instabile a causa di una grave malattia neurodegenerativa, è talmente forte, talmente stridente, da sperare quasi che sia voluto. Forzato e voluto.
E poi c'è la trama. Una trama che pare andare in qualche direzione senza mai arrivarci, neppure alla fine, avvitandosi spesso in paragrafi tediosi e -obbiettivamente- inutili, dove McEwan si perde in minuziose descrizioni di interventi chirurgici, e disserzioni in campo musicale e letterario piene di tecnicismi da addetti ai lavori che nulla, ma proprio nulla aggiungono alla storia.

E allora perchè sto parlando di un libro che, rileggendo io stesso quello che ho appena scritto, nel migliore dei casi meriterebbe di stare non in libreria ma -come supporto- sotto quell'asse di truciolare che uso come temporaneo mobile-tv?

Perchè è scritto incredibilmente (per me che non conoscevo McEwan) bene, con una prosa scorrevole ed impeccabile. Frasi eleganti e mai "appesantite" da inutili orpelli, cesellate alla perfezione, capaci di racchiudere in tre parole quello che un autore meno esperto e raffinato avrebbe spiegato in tre righe.
Se posso muovere un solo, personale appunto sul suo modus scribendi, è che la sua perizia chirurgica nello scrivere e nello smembare emozioni per ricomporle sotto forma di parole e frasi, può risultare fredda, anche quando tratta di argomenti toccanti come la vecchiaia e la malattia. Leggere McEwan è come osservare situazioni e suggestioni attraverso l'occhio di un agente della CSI... ogni minimo gesto, ogni rapido pensiero viene frantumato e analizzato al microscopio.

Una capacità di analisi e una profondità invidiabili, che tradiscono l'esistenza di un cuore nel petto di questo "gelido, perfetto e cerebrale" McEwan, ma che non bastano per creare una storia avvincente, non bastano a rendere credibili personaggi e situazioni, e a far dimenticare quel finale che pare tratto da un manuale tardo-ottocentesco di antropologia criminale.
I ricchi, belli ed  intelligenti vincono su quei malviventi dall'aspetto goffo e animalesco,  gli ignoranti  rifiuti della società che hanno incrinato - per qualche pagina - la perfezione dorata della famiglia Perowne.
Il villain viene messo fuori gioco più dalla sua stessa malattia che dai due imbranatissimi uomini di casa,  e già questo non aiuta a rendere meno odiosi i buoni.
Ma il vero colpo di grazia alla storia, e forse anche al malvivente  che giace incosciente e piantonato da due poliziotti su un letto di ospedale , è lo stucchevole  perdono del capofamiglia, che decide di operarlo egli stesso, per ridare momentanea luce alla vita di un uomo inesorabilmente destinato all'oblio a causa della sua malattia neurodegenerativa.
Non bastava la vittoria sul piano fisico, la famiglia Perowne ha avuto anche la vittoria morale, dimostrando infine che, quantomento nella mente di McEwan, Lombroso aveva tutto sommato ragione.

Peccato Ian, scrivi in modo eccelso, molto meglio di  molti  autori ben più famosi (credo tra l'altro che tu abbia dato filo da torcere alla traduttrice),  e probabilmente un giorno mi verrà voglia di leggere qualcos'altro di tuo ma... al momento, con rammarico, credo passerò la mano.

“[...] Procedendo a passo d'uomo  verso le luci del Gypsy Corner, Henry abbassa il finestrino per godersi la scena fino in fondo: la pazienza bovina di un ingorgo, l'odore acre dei gas di scarico gelati, l'assordante catena di montaggio improduttiva disposta su sei linee quasi ferme in direzione est e ovest, il lampione giallo che sbiadisce il colore della carrozzeria, l'insistente rimbombo degli impianti stereo, e le code interminabili di luci rosse posteriori incolonnate verso il centro, e di luci bianche dei fanali in direzione opposta.
Si sforza di vedere, o meglio di percepire in termini storici questo specifico momento agli sgoccioli dell'era del petrolio, in cui un ritrovato del diciannovesimo secoloraggiunge livelli di massima perfezione nei primi anni del ventunesimo; in cui il benessere senza precedenti delle masse impegnate in giochi molto seri nella realtà spietata della metropoli moderna si manifesta in uno scenario che nessuna era passata avrebbe potuto immaginare. Gente comune! Fiumi di luce! Si sforza di vedere tutto ciò come sarebbe parso a Newton, o ai suoi contemporanei, Boyle, Hooke, Wren, Willis: quei curiosi geni dell'Illuminismo inglese che per una manciata d'anni custodirono nelle rispettive menti tutta la scienza del mondo [...]”

Ian McEwan – Sabato







5 commenti:

  1. Non lo conosco, ma varrebbe la pena leggere qualcos'altro, forse (magari il secondo o terzo libro che ha scritto, sperando che Sabato non lo sia!). Però tra Ellroy e Deaver dico Deaver.

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    1. Caso ha voluto che, prima di addormentarmi, ho scelto proprio Deaver. O forse è telepatia?! :-)

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  2. Non è telepatia: è che è oggettivamente meglio. E se hai dovuto scegliere un libro dopo aver letto questo Sabato un po' lento, era anche piuttosto scontato.
    ;)

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    1. Guarda Nephie, a me Deaver piace ed ero curioso di vedere come se la cavava con un romanzo come "Carta Bianca" (incentrato sulla figura di James Bond, una cosa un po' strana quindi).
      Però parlando di scrittura, secondo me Ellroy è parecchie spanne più avanti... lo leggo dopo forse solo perchè mi serviva qualcosa di meno "denso" :-)

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  3. Quello che ti è piacuto insomma è stato più che altro il lavoro della traduttrice. Dovresti leggere il testo in lingua per poter affermare che ti piace come scrive McEvan. Per il resto dissento su tutto. Descrizioni e tecnicismi usati alla perfezione, e non ho trovato traccia di appesantimento. E venivo da letture quali Midnight's Children, The French liutenant's woman, Mrs Dalloway e Robinson Crusoe. E McEvan NON è pesante. A mio parere, ovvio. A presto

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