Io: "E con questo comando in pratica crei l'estrusione del profilo bidimensionale lungo un percorso definito."
Lei: "...estrusione del profilo..."
Io: "Esatto"
Lei: "........."
Io: "Hai presente il pastamatic? Ecco, funziona esattamente allo..."
Lei: "Non so cos'è"
Io: "Non sai cos'è il pastamatic"
Lei: "No"
Io: "Sai quello che in cucina si usa per..."
Lei: "Non ci vado in cucina. Io e il cibo non."
Io: "Ah... ok. Comunque, è un'estrusione. Alla prossima lezione ti spiego meglio, lasciami il tempo di trovare un pastamatic su Ebay"
(rido solo io)
p.s: come cazzo si fa a non sapere non dico usare, ma quantomeno dell'esistenza del Pastamatic?!?
Senza cultura, dove andremo a finire?
martedì 27 novembre 2012
domenica 25 novembre 2012
Nebbia e baci
Due sconosciuti. Forse non avremmo
dovuto farlo, o forse io non avrei dovuto farlo. Ma hai voluto
sederti di fianco a me, hai voluto studiarmi, e non hai mollato
l'osso fino a quando hai fatto cadere l'impalcatura della mia
indifferenza artefatta.
Fuori c'è la nebbia, una nebbia fittissima. Ha un buon profumo, che si mescola al profumo di lei ancora sui miei vestiti.
Forse volevi solo giocare, o forse no e
semplicemente non sapevi neppure tu fino a che punto avresti voluto
spingerti. Eri già addosso a me, nella penombra di quella stanza.
Anche li, continuavi a studiarmi. Piccoli bagliori di luce riflessa
sui tuoi occhi, e il profumo della tua pelle. Ti ho sorriso e forse è
stato questo a sciogliere gli ultimi residui di imbarazzo e di
resistenza. Le tue mani tra i miei capelli e la tua bocca sulla mia,
ti tengo stretta e ti accarezzo la pelle della schiena, che si inarca
sotto la camicia. Cerchi la mia mano con la tua, intrecci le dita,
stringi forte e ti abbandoni sul mio petto sospirando. Non abbiamo
altro tempo, e lo sappiamo. Torni dalle tue amiche, io dai miei amici
che mi chiedono dov'ero finito. Non si sono accorti di niente.
Fuori c'è la nebbia, una nebbia fittissima. Ha un buon profumo, che si mescola al profumo di lei ancora sui miei vestiti.
lunedì 15 ottobre 2012
Vento teso
Il tendone è gremito, non l'ho mai visto così pieno. Un mago gonfia palloncini, li annoda e li regala ai bambini che poi corrono via per le corsie, zizagando tra gli inservienti e gruppi di amici, fidanzati e famiglie alla ricerca di un posto libero. Il risotto è ottimo, e costa solo 5 euro al piatto. Vino e birra a due euro, liquore a un euro. Sorrido amaramente pensando che se questa sagra l'avesse organizzata la caritas, non avrebbe saputo fare un lavoro migliore.
Fuori l'aria è fresca, il vento teso odora di pioggia in arrivo. Mi fermo di fronte ad una casetta in legno dove vengono servite grappe aromatizzate e ne assaggio una. Mentre il mio amico mi parla, osservo gli stand davanti all'ingresso. Piccoli artigiani, un falegname, un salumificio, un negozio di dolci, un mercatino dell'usato. Allestimenti modesti, pochi clienti, e sorrisi un po' tirati e stanchi.
Ci muoviamo verso le giostre, una ragazza mezza zingara mi sorride distrattamente al di la del bancone del tiro a segno. Il calcinculo gira forte, mentre musica dozzinale viene sparata ad alto volume tra le luci intermittenti che sembrano venire da un'altra epoca. I seggiolini sono vuoti. Due ragazzi rumeni si sfidano al tirapugni, SBAM, e le loro fidanzate ridono ad ogni colpo. Tute adidas e capelli rasati all'ultima moda, giacche scamosciate, dentature approssimative.
La bimba vuole andare sui tappeti elastici, il mio amico le sorride e acconsente. La separazione dalla moglie è stata un duro colpo, ma l'ha superata bene. E ama sua figlia alla follia. Il grassone nel box di lamiera rossa intasca cinque euro, toglie il sigaro di bocca e biascica "vale per dieci minuti" attraverso una nuvola di fumo puzzolente.
La bimba mi chiede se posso tenerle la scimmietta di peluche mentre si lancia sui tappeti. I capelli biondo scuro ondeggiano mentre ride e saltella sotto una luce livida e volgare . Nessun bambino dovrebbe giocare sotto una luce come questa.
Ci salutiamo e raggiungo l'auto.
Passo davanti la stazione dei treni, gruppi di ragazzi ciondolano ubriachi da un kebab bar all'altro, e attraversano pericolosamente la strada senza neppure guardare. Auto scassate in doppia fila, schiamazzi. Un centro massaggi cinese ancora aperto di fianco a una pizza al taglio, gestita probabilmente dagli stessi titolari. "Massaggio, pompino e una malghelita signole, selvizio completo pel i nostli clienti!"
Penso a com'era una volta, a com'era tutto, e rabbia e tristezza spingono sull'acceleratore al posto mio per farmi andare via al più presto da li.
Fuori dalla città passo vicino ad alcune pompe di benzina. Una, due, tre auto in fila per il self service alle undici di sera, per risparmiare due euro a pieno. Anche solo due anni fa, sarebbe sembrata una scena surreale.
Pochi minuti ancora, e arrivo al mio paesino popolato da redneck, motociclisti e accaniti giocatori di carte. A un quarto d'ora dalla città, in aperta campagna, qui l'odore della decadenza non si sente... ancora, per ora, mi sento costretto ad aggiungere. Salgo le scale, entro a casa mia e mi chiudo la porta alle spalle. Sento i nervi tesi sciogliersi un po'.
Prendo un libro, vado in bagno e abbasso jeans e boxer mentre mi siedo sul wc.
L'occhio mi cade sull'etichetta all'interno dei pantaloni. W(34) Blake.
Va beh, saranno anche solo taglia e modello, ma vista la serata sempre meglio Blake che non so, Baudelaire.
The heavy - The lonesome road
Fuori l'aria è fresca, il vento teso odora di pioggia in arrivo. Mi fermo di fronte ad una casetta in legno dove vengono servite grappe aromatizzate e ne assaggio una. Mentre il mio amico mi parla, osservo gli stand davanti all'ingresso. Piccoli artigiani, un falegname, un salumificio, un negozio di dolci, un mercatino dell'usato. Allestimenti modesti, pochi clienti, e sorrisi un po' tirati e stanchi.
Ci muoviamo verso le giostre, una ragazza mezza zingara mi sorride distrattamente al di la del bancone del tiro a segno. Il calcinculo gira forte, mentre musica dozzinale viene sparata ad alto volume tra le luci intermittenti che sembrano venire da un'altra epoca. I seggiolini sono vuoti. Due ragazzi rumeni si sfidano al tirapugni, SBAM, e le loro fidanzate ridono ad ogni colpo. Tute adidas e capelli rasati all'ultima moda, giacche scamosciate, dentature approssimative.
La bimba vuole andare sui tappeti elastici, il mio amico le sorride e acconsente. La separazione dalla moglie è stata un duro colpo, ma l'ha superata bene. E ama sua figlia alla follia. Il grassone nel box di lamiera rossa intasca cinque euro, toglie il sigaro di bocca e biascica "vale per dieci minuti" attraverso una nuvola di fumo puzzolente.
La bimba mi chiede se posso tenerle la scimmietta di peluche mentre si lancia sui tappeti. I capelli biondo scuro ondeggiano mentre ride e saltella sotto una luce livida e volgare . Nessun bambino dovrebbe giocare sotto una luce come questa.
Ci salutiamo e raggiungo l'auto.
Passo davanti la stazione dei treni, gruppi di ragazzi ciondolano ubriachi da un kebab bar all'altro, e attraversano pericolosamente la strada senza neppure guardare. Auto scassate in doppia fila, schiamazzi. Un centro massaggi cinese ancora aperto di fianco a una pizza al taglio, gestita probabilmente dagli stessi titolari. "Massaggio, pompino e una malghelita signole, selvizio completo pel i nostli clienti!"
Penso a com'era una volta, a com'era tutto, e rabbia e tristezza spingono sull'acceleratore al posto mio per farmi andare via al più presto da li.
Fuori dalla città passo vicino ad alcune pompe di benzina. Una, due, tre auto in fila per il self service alle undici di sera, per risparmiare due euro a pieno. Anche solo due anni fa, sarebbe sembrata una scena surreale.
Pochi minuti ancora, e arrivo al mio paesino popolato da redneck, motociclisti e accaniti giocatori di carte. A un quarto d'ora dalla città, in aperta campagna, qui l'odore della decadenza non si sente... ancora, per ora, mi sento costretto ad aggiungere. Salgo le scale, entro a casa mia e mi chiudo la porta alle spalle. Sento i nervi tesi sciogliersi un po'.
Prendo un libro, vado in bagno e abbasso jeans e boxer mentre mi siedo sul wc.
L'occhio mi cade sull'etichetta all'interno dei pantaloni. W(34) Blake.
Va beh, saranno anche solo taglia e modello, ma vista la serata sempre meglio Blake che non so, Baudelaire.
The heavy - The lonesome road
sabato 22 settembre 2012
Avete mai sentito...
Avete mai sentito il profumo di un pioppeto di notte, o all'alba, prima che il sole inizi a scaldare le foglie? Dolce come una carezza.
(Almost) nothing to talk about, as another summer dies
I profumi dell'estate stanno svanendo lentamente, fa fresco di notte, e la luce del sole si è fatta più dorata. Ascolto una canzone di Lanegan mentre scrivo. Malinconica, e splendidamente autunnale.
Instabilità emotiva, instabilità economica, timori, desideri folli, sorrisi inaspettati, sogni criptici e sogni dalla limpidezza quasi infantile, distanze, silenzi.
Una sera decido di staccare da tutto, e cerco rifugio in un film e in qualche bicchiere di buon whiskey.
E funziona, a meraviglia. Mi perdo tra i fotogrammi (22 al secondo, anzichè 24) e le note della colonna sonora del favoloso film di Michel Hazanavicius, l'ormai famoso The Artist, del 2011.
Un film muto, in bianco e nero, il cui protagonista è proprio un divo del cinema muto spinto ai margini del business dall'avvento del sonoro.
Un omaggio continuo al cinema degli anni venti e trenta, a Douglas Fairbanks e Rodolfo Valentino, a Ginger Roger e Fred Astaire, alle musiche di Glenn Miller e Bernard Herrmann (e pure Bernstein direi), e tutto quanto ruotava attorno alla Hollywood allo stesso tempo pioneristica e dorata di quegli anni.
A metà strada tra "E' nata una stella" e "Il viale del tramonto" di Billy Wilder, Hazanavicius ha realizzato un film che, complice forse la mia passione per il cinema d'altri tempi (grazie, mamma), e forse complice anche il terzo bicchiere di Laphroaig, ha meritato il mio applauso.
Bravissimo Jean Dujardin, incredibilmente bella Bérénice Bejo, sceneggiatura e tempi perfetti, musiche godibili e orchestrate magistralmente, ironia, classe, e un candore al quale non ero più abituato.... giù il cappello.
Instabilità emotiva, instabilità economica, timori, desideri folli, sorrisi inaspettati, sogni criptici e sogni dalla limpidezza quasi infantile, distanze, silenzi.
Una sera decido di staccare da tutto, e cerco rifugio in un film e in qualche bicchiere di buon whiskey.
E funziona, a meraviglia. Mi perdo tra i fotogrammi (22 al secondo, anzichè 24) e le note della colonna sonora del favoloso film di Michel Hazanavicius, l'ormai famoso The Artist, del 2011.
Un film muto, in bianco e nero, il cui protagonista è proprio un divo del cinema muto spinto ai margini del business dall'avvento del sonoro.
Un omaggio continuo al cinema degli anni venti e trenta, a Douglas Fairbanks e Rodolfo Valentino, a Ginger Roger e Fred Astaire, alle musiche di Glenn Miller e Bernard Herrmann (e pure Bernstein direi), e tutto quanto ruotava attorno alla Hollywood allo stesso tempo pioneristica e dorata di quegli anni.
A metà strada tra "E' nata una stella" e "Il viale del tramonto" di Billy Wilder, Hazanavicius ha realizzato un film che, complice forse la mia passione per il cinema d'altri tempi (grazie, mamma), e forse complice anche il terzo bicchiere di Laphroaig, ha meritato il mio applauso.
Bravissimo Jean Dujardin, incredibilmente bella Bérénice Bejo, sceneggiatura e tempi perfetti, musiche godibili e orchestrate magistralmente, ironia, classe, e un candore al quale non ero più abituato.... giù il cappello.
martedì 11 settembre 2012
Touch too much
It was one of those nights, when you turn off the lights
And everythin' comes into view
She was taking her time, I was losing my mind
There was nothin' that she wouldn't do
It wasn't the first, it wasn't the last
She knew we was, makin' love
I was so satisfied, deep down inside
Like a hand in a velvet glove
Seems like a touch
A touch too much
Seems like a touch
A touch too much
Too much for my body, too much for my brain
This damn woman's gonna drive me insane
She got a touch
A touch too much
She'd had the face of an angel, smilin' with sin
The body of Venus with arms
Dealin' with danger, strokin' my skin
Like a thunder and lightenin' storm
It wasn't the first, it wasn't the last
It wasn't that she didn't care
She wanted it hard, she wanted it fast
She liked it done medium rare
Seems like a touch
A touch too much
Seems like a touch
A touch too much
Too much for my body, too much for my brain
This damn woman's gonna drive me insane
She got a touch
A touch too much
Seems like a touch, touch too much
You know it's much too much, much too much
I really want to feel your touch too much
Girl you know you're getting me much too much
Seems like a touch
Just a dirty little touch
I really need your touch
Cause you're much too much too much
Ac/Dc - Touch too much - 1979
mercoledì 5 settembre 2012
8 Istantanee
Istantanea #1
Uccelli candidi volano sullo sfondo di un cielo grigio come il piombo, gonfio di acqua. Si riflettono sul lago scuro, la superficie calma puntellata di fiori di loto. Quiete innaturale. Oltre le cime degli alberi, si intravedono gli alti camini del complesso petrolchimico. Brillano illuminati da alcuni raggi di sole, gli ultimi rimasti. Per una frazione di secondo penso che sembrano quasi belli.
Istantanea #2
Tre donne, sedute ad un tavolo al bar. Mamma, nonna, figlia. Abbronzate, truccate, con voluminose capigliature e voluminosa bigiotteria al collo, ai polsi, alle caviglie. Vestite con variazioni sul tema del medesimo tubino, colori sgargianti. Giallo, verde smeraldo, arancio. Occhi fissi sul tavolo, non si guardano, e quasi non parlano. Una moneta tra indice e pollice, e un plico di gratta-e-vinci alto come un bloc notes davanti ad ognuna di loro. I gioielli di plastica brillavano sulla loro pelle abbronzata e vecchia, anche quella della ragazza.
Istantanea #3
A.S.L., commissione patenti. Le poltrone della grande sala d'aspetto sono tutte occupate. Di fronte a me, tre personaggi appoggiati ad un muro. Mancano solo le linee orizzontali alle loro spalle e sembrerebbero gli indiziati in un confronto all'americana. Un culturista sui 45 anni, enorme, vestito come un giocatore di basket. Posa da bodyguard. Al suo fianco, uno smilzo in nero, carnagione olivastra, faccia rovinata, piena di buchi, occhi neri come i capelli, tirati all'indietro e lucidi di brillantina. Sembra un mafioso da film anni sessanta. Il terzo è un prete. Sgrana un rosario lentamente e ogni tanto guarda la porta dell'ufficio, in apprensione. Quando arriverà il suo turno?
Istantanea #4
Mattina, i raggi di un sole ancora basso all'orizzonte filtrano attraverso i rami dei tigli. Su un campo appena arato, vedo un trattore che attraversa in velocità la distesa bruna in diagonale, travolgendo così ogni regola, ogni consuetudine. Vivo da sempre in campagna, e non ho mai visto un trattore muoversi su linee che non fossero longitudinali o trasversali . Vedere questo trattore infrangere le regole - quasi divertito- scorrazzando su quel campo perfettamente arato, mi ha messo di buon umore.
Istantanea #5
Una frazione di secondo. Cielo azzurro e nuvole, il sole bagna la curva dolce di quel seno, intuisco il capezzolo, immagino la mia mano che lo accarezza, i battiti del cuore aumentano e mi si stringe la gola, mi giro dall'altra parte per non fare figuracce. Con la coda dell'occhio mi illudo di aver visto un abbozzo di sorriso, ma non lo saprò mai.
Istantanea #6
L'autostrada, trafficata fino a pochi minuti prima, dentro quel tunnel sembra essersi svuotata, e viaggio da solo nella corsia centrale. Mi avvicino in velocità alla grande bocca di uscita della galleria, rettangolare e incorniciata da enormi pannelli di metallo color ruggine. Fuori dal tunnel la pioggia cade fitta, verticale, un muro d'acqua monolitico e scintillante, mi preparo al tuffo quasi trattenendo il fiato.
Istantanea #7
Cena con amici sul lago di Garda. Al tavolo di fronte stanno festeggiando un compleanno, ragazzi e ragazze giovani ridono e scherzano e bevono in onore del festeggiato. Un signore sulla cinquantina, indiano, se ne sta in piedi li vicino. Ha una borsa di plastica piena di rose e sorride anche lui assieme ai festeggiati. Ma nessuno lo vede, e io mi sento male, e butto giù tutto il liquore che ho nel bicchiere, nella speranza che il calore in mezzo al petto mi impedisca di piangere anche una sola lacrima.
Istantanea #8
Sto camminando lungo un viale alberato, quando incrocio una ragazza che sta facendo jogging. Mi passa vicino, e vengo inondato dalla fragranza del suo profumo. E' il profumo che usava mia nonna, quando ero piccolo. Un profumo buono, che non sentivo da almeno venticinque anni, che mi ha riportato alla vecchia casa, ai lego, al vestito di lana leggera di mia nonna, quello grigio col motivo di auto da corsa rosse stilizzate, alle bistecche di manzo cotte in acqua e olio, al tavolo di formica rosso, alla piccola cucina in smalto bianco.
Sono stato tentato di rincorrere la ragazza e chiederle che profumo fosse, ma era già lontana, aveva gli auricolari del lettore mp3, e il ricordo stava già svanendo.
Scrivere non è quasi mai semplice. Non per me, almeno. La prima parte del lavoro consiste nel lavorare il blocco marmoreo dell'idea per dargli un abbozzo di forma. Poi, una volta ottenuto il soggetto grezzo, si procede rifinendo per limature, aggiunte, tagli netti e piccole incisioni. Lo sto facendo anche in questo momento, che credete? Un lavoro lungo, a volte mi dico anche esageratamente lungo rispetto alla lunghezza di quello che scrivo, ma non riesco ad evitarlo. Una sfiancante ricerca di "equilibrio", tra le cose dette e quelle solo suggerite, tra immagini e significato.
Ma per fare questo serve energia, e visto che ultimamente ne sono sprovvisto, in questo post mi sono limitato a fissare istantanee di momenti che ho vissuto e che in qualche modo avrei voluto immortalare, fosse stato possibile, con una macchina fotografica. Conoscessi la differenza tra lunghezza focale e apertura, sarebbero venute foto forse non degne della Magnum, ma credo belle foto...
Uccelli candidi volano sullo sfondo di un cielo grigio come il piombo, gonfio di acqua. Si riflettono sul lago scuro, la superficie calma puntellata di fiori di loto. Quiete innaturale. Oltre le cime degli alberi, si intravedono gli alti camini del complesso petrolchimico. Brillano illuminati da alcuni raggi di sole, gli ultimi rimasti. Per una frazione di secondo penso che sembrano quasi belli.
Istantanea #2
Tre donne, sedute ad un tavolo al bar. Mamma, nonna, figlia. Abbronzate, truccate, con voluminose capigliature e voluminosa bigiotteria al collo, ai polsi, alle caviglie. Vestite con variazioni sul tema del medesimo tubino, colori sgargianti. Giallo, verde smeraldo, arancio. Occhi fissi sul tavolo, non si guardano, e quasi non parlano. Una moneta tra indice e pollice, e un plico di gratta-e-vinci alto come un bloc notes davanti ad ognuna di loro. I gioielli di plastica brillavano sulla loro pelle abbronzata e vecchia, anche quella della ragazza.
Istantanea #3
A.S.L., commissione patenti. Le poltrone della grande sala d'aspetto sono tutte occupate. Di fronte a me, tre personaggi appoggiati ad un muro. Mancano solo le linee orizzontali alle loro spalle e sembrerebbero gli indiziati in un confronto all'americana. Un culturista sui 45 anni, enorme, vestito come un giocatore di basket. Posa da bodyguard. Al suo fianco, uno smilzo in nero, carnagione olivastra, faccia rovinata, piena di buchi, occhi neri come i capelli, tirati all'indietro e lucidi di brillantina. Sembra un mafioso da film anni sessanta. Il terzo è un prete. Sgrana un rosario lentamente e ogni tanto guarda la porta dell'ufficio, in apprensione. Quando arriverà il suo turno?
Istantanea #4
Mattina, i raggi di un sole ancora basso all'orizzonte filtrano attraverso i rami dei tigli. Su un campo appena arato, vedo un trattore che attraversa in velocità la distesa bruna in diagonale, travolgendo così ogni regola, ogni consuetudine. Vivo da sempre in campagna, e non ho mai visto un trattore muoversi su linee che non fossero longitudinali o trasversali . Vedere questo trattore infrangere le regole - quasi divertito- scorrazzando su quel campo perfettamente arato, mi ha messo di buon umore.
Istantanea #5
Una frazione di secondo. Cielo azzurro e nuvole, il sole bagna la curva dolce di quel seno, intuisco il capezzolo, immagino la mia mano che lo accarezza, i battiti del cuore aumentano e mi si stringe la gola, mi giro dall'altra parte per non fare figuracce. Con la coda dell'occhio mi illudo di aver visto un abbozzo di sorriso, ma non lo saprò mai.
Istantanea #6
L'autostrada, trafficata fino a pochi minuti prima, dentro quel tunnel sembra essersi svuotata, e viaggio da solo nella corsia centrale. Mi avvicino in velocità alla grande bocca di uscita della galleria, rettangolare e incorniciata da enormi pannelli di metallo color ruggine. Fuori dal tunnel la pioggia cade fitta, verticale, un muro d'acqua monolitico e scintillante, mi preparo al tuffo quasi trattenendo il fiato.
Istantanea #7
Cena con amici sul lago di Garda. Al tavolo di fronte stanno festeggiando un compleanno, ragazzi e ragazze giovani ridono e scherzano e bevono in onore del festeggiato. Un signore sulla cinquantina, indiano, se ne sta in piedi li vicino. Ha una borsa di plastica piena di rose e sorride anche lui assieme ai festeggiati. Ma nessuno lo vede, e io mi sento male, e butto giù tutto il liquore che ho nel bicchiere, nella speranza che il calore in mezzo al petto mi impedisca di piangere anche una sola lacrima.
Istantanea #8
Sto camminando lungo un viale alberato, quando incrocio una ragazza che sta facendo jogging. Mi passa vicino, e vengo inondato dalla fragranza del suo profumo. E' il profumo che usava mia nonna, quando ero piccolo. Un profumo buono, che non sentivo da almeno venticinque anni, che mi ha riportato alla vecchia casa, ai lego, al vestito di lana leggera di mia nonna, quello grigio col motivo di auto da corsa rosse stilizzate, alle bistecche di manzo cotte in acqua e olio, al tavolo di formica rosso, alla piccola cucina in smalto bianco.
Sono stato tentato di rincorrere la ragazza e chiederle che profumo fosse, ma era già lontana, aveva gli auricolari del lettore mp3, e il ricordo stava già svanendo.
Scrivere non è quasi mai semplice. Non per me, almeno. La prima parte del lavoro consiste nel lavorare il blocco marmoreo dell'idea per dargli un abbozzo di forma. Poi, una volta ottenuto il soggetto grezzo, si procede rifinendo per limature, aggiunte, tagli netti e piccole incisioni. Lo sto facendo anche in questo momento, che credete? Un lavoro lungo, a volte mi dico anche esageratamente lungo rispetto alla lunghezza di quello che scrivo, ma non riesco ad evitarlo. Una sfiancante ricerca di "equilibrio", tra le cose dette e quelle solo suggerite, tra immagini e significato.
Ma per fare questo serve energia, e visto che ultimamente ne sono sprovvisto, in questo post mi sono limitato a fissare istantanee di momenti che ho vissuto e che in qualche modo avrei voluto immortalare, fosse stato possibile, con una macchina fotografica. Conoscessi la differenza tra lunghezza focale e apertura, sarebbero venute foto forse non degne della Magnum, ma credo belle foto...
sabato 18 agosto 2012
Alba
Io coricato, e tu sopra di me. Il busto eretto. I capelli -lunghi- scendono sulle spalle. Hai gli occhi chiusi, e ti mordi le labbra mentre accarezzo i tuoi seni, meravigliosi e pieni. Li stringo piano, e sfioro i tuoi capezzoli rosa. Dio, la tua bellezza mi travolge. Le mie mani scivolano sulla pelle chiara, le lascio scorrere sulla tua schiena, che si inarca lievemente mentre ti inchini verso di me. Sfiori le mie labbra con il capezzolo destro, lo mordo, ti sento rabbrividire. Cerco le tue labbra, la tua lingua, e finalmente ti bacio.
Ma non succederà mai.
Poi, mi sono svegliato. Era l'alba. E sono andato a farmi un caffè.
p.s: Ieri sera ho cenato con due pesche e una redbull, devo segnarmi la ricetta.
Ma non succederà mai.
Poi, mi sono svegliato. Era l'alba. E sono andato a farmi un caffè.
p.s: Ieri sera ho cenato con due pesche e una redbull, devo segnarmi la ricetta.
giovedì 26 luglio 2012
Gasmask Revival [Voivod - Traduzione]
Si, devi indossarla amico mio,
Dovrai scagliare di nuovo le pietre
Sbrigati, unisciti agli altri
Perchè è per ora, e per il futuro
Tratteni il respiro, controlla la tua paura
Ricordati del perchè sei qui
Tutto il resto andrà a puttane
A meno che questa cosa funzioni.
Solo ricordati
E' un bel giorno per tirare fuori quello che hai dentro
E' un bel giorno per scatenere l'inferno
E' così che mi sento anche io
Stiamo aspettando e non abbiamo ancora nessun indizio
Attraverso la staccionata loro ti osservano
E non c'è molto che tu possa fare
Diciamo basta con le bugie
I lacrimogeni non ci faranno piangere
Alzati in piedi e difendi i tuoi diritti figliolo
E non dimenticare quello che loro hanno fatto
No, non sono più un buon cittadino, e non lo sono mai stato
E' un bel giorno per tirare fuori quello che hai dentro
E' un bel giorno per scatenere l'inferno
Sono stato colpito da una pietra in testa
E ora, vedo, ROSSO.
Voivod - Gasmask Revival
[Testo originale]
Yeah! You'll have to wear this my friend
You'll have to throw rocks once again
Hurry up get yourselves together
Because it's for now and for the future
Hold your breath, control your fear
Remember why you're here
Everything else will go wrong
Unless this has settled down
Just keep it in mind
It's a good day to express yourself
It's a nice day to raise hell as well
That's the way I'm feeling too
You're waiting here and you don't have a clue
Beyond the fence they're watching you
And there is not much you can do
We are saying no more lies
Tear gas won't make us cry
Stand for your right and yell my son
And don't forget what they have done
No, I'm no more a good citizen and never was
It's a good day to express yourself
It's a nice day to raise hell as well
I got hit by a rock on the head
And now I'm seeing red
sabato 21 luglio 2012
Almost Blue [Chet Baker, Elvis Costello]
Dolcezza e malinconia. Fuori sta per piovere.
Almost doing things we used to do
There's a girl here and she's almost you
Almost all the things that your eyes once promised
I see in hers too
Now your eyes are red from crying
Almost blue
Flirting with this disaster became me
It named me as the fool who only aimed to be
Almost blue
It's almost touching it will almost do
There's a part of me that's always true...always
Not all good things come to an end now it is only a chosen few
I've seen such an unhappy couple
Almost me
Almost you
Almost blue
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