domenica 6 aprile 2008

Tra il passato e il futuro

Qualche tempo fa ho scoperto una zona della mia città che non conoscevo e che mi ha affascinato incredibilmente.
Mi sono imbattuto in questo quartiere un po' periferico per caso, un giovedì, mentre cercavo disperatamente un parcheggio che fosse distante meno di 5km dal mio piccolo studio.
Giovedì a Mantova è giorno di mercato, e il parcheggio che utilizzo di solito è pieno dalle 8 in poi con auto praticamente accatastate le une sulle altre, un macello.

Mantova è una città storica, vecchia e bellissima, che amo. Ma in questo quartiere l'atmosfera era diversa. Nessun antico portico invaso da vetrine luccicanti, nessuna chiesa maestosa, nessun viavai di gente col telefonino in una mano e la borsa di prada nell'altra.
Sembrava semplicemente uno scorcio di un piccolo paese fermo agli anni 50. La prima cosa che mi ha stupito era il silenzio. I suoni della città arrivavano ovattati e distanti. Una stradina, stretta e ciottolata, gira attorno al quartiere. A sinistra case dai muri solidi, finestre basse e grossi portoni, a destra alcune vecchie case disabitate e un lungo muro di cinta in mattoni rossicci, vecchi e rovinati dal tempo, ricoperti di rampicanti.
Di sera dalle finestre esce una luce gialla quasi da presepe, e camminando sul marciapiede puoi vedere dentro... piccole cucine con donne ai fornelli, tavole apparecchiate, bambini seduti sul tappeto a guardare la tv o giocare.

Una atmosfera particolare, anacronistica...e proprio per questo motivo mi ha affascinato.

L'altro giorno però ho notato che lungo gran parte del vecchio muro perimetrale c'erano transenne con segnali di pericolo. Al di la del muro vedo spuntare il braccio arancione di una ruspa. Tirava una brutta aria...

Torno alla sera per recuperare l'auto, e quello che vedo davanti a me è un paesaggio trasformato, devastato. Macerie ovunque, il tetto delle vecchie case divelto, le tegole sparse su cumuli di terra e pietra dai quali spuntavano simili a dita spezzate vecchi travi di legno.

Hanno tenuto in piedi, temporaneamente, solo la parte di muro che dava sulla strada.
Le vecchie finestre, ancora miracolosamente integre, nella penombra della sera sembravano occhi tristi, custodi fino a poche ore prima di un passato fatto di vecchie storie, suoni, odori e profumi, voci, forse musica. Di vite vissute all'interno di quelle mura.
Un passato che deve essere sgretolato per lasciare il passo al nuovo.

Non sono un reazionario, anche se un po' refrattario ai bruschi cambiamenti (questo lo ammetto).
E' naturale che nel tempo ciò che ci sta attorno sia destinato a mutare, e anche le stesse case distrutte l'altro giorno erano state probabilmente costruite 100 e passa anni fa sulle macerie di altre catapecchie.
Quello che però mi ferisce  è il senso di distruzione, di cancellazione del passato, di eliminazione dalla memoria che portano questi cambiamenti.

E' per quello che ogni qual volta mi capita di vedere vecchie foto, antiche mappe, della mia città o di altre, mi perdo ad osservarne i particolari, cercando di riconoscere quello che è rimasto uguale e cosa è cambiato, e in che modo.

Non si tratta di un interesse urbanistico, nè architettonico (nonostante trovi l'architettura una interessantissima "disciplina")...è un interesse viscerale che tocca cuore e cervello ma su altri piani...

Ma il fatto che, nonostante il mio lavoro, trovi più affascinante il passato rispetto al futuro è cosa probabilmente strana ma ormai assodata.

Passato e futuro.

In questo periodo della mia vita, un po' incasinato diciamo, mi capita spesso di pensare al passato, al presente e pure al futuro (futuro prossimo). Al mio personale e al futuro in generale che, datemi del menagramo, non vedo particolarmente roseo...

Il mio futuro prossimo potrebbe anche includere un radicale cambiamento di vita, con annesso spostamento della mia persona in una città lontana migliaia di km da qui, un'isola di cemento, acciaio e vetro circondata da mare e deserto e votata al business e al lavoro. Tra un paio di mesi andrò a vedere dal "vivo" com'è questa città, magari me ne innamoro.

Ma se mi conosco, probabilmente declinerò la proposta.
Accettare o rifiutare in qualche modo modificherà comunque la mia vita, lo so.
Qualcuno potrebbe dire che rifiutare significa dare un calcio alla possibilità di far fare un poderoso salto di qualità alla mia carriera, e ne sono cosciente.
Probabilmente il fatto è che quello che mi interessa veramente non è la carriera, ma la vita.
Purtroppo vita e lavoro sono indissolubilmente legate, per tanto che uno si sforzi di ammettere il contrario... e qui in Italia a lavoro (più che altro a retribuzioni) non siamo messi particolarmente bene, mi sembra chiaro.

Ciò nonostante l'idea di abbandonare, famiglia, amici, luoghi che amo in favore di una carriera sbrilluccicante e con ogni probabilità più prospera di quanto non si possa sperare qui, mi atterrisce un po'. Un po' tanto.

Non mi va l'idea di distruggere con la benna di una ruspa il mio passato, anche se fosse per costruirci sopra un futuro più moderno, più ricco, con più certezze... che importanza hanno queste cose se le puoi condividere solo con dei cammelli?!

A chi mi ha detto che manco di lungimiranza ho semplicemente risposto che lontano ci vedo, è solo che quello che vedo non mi piace.

Concludo con una canzone ritrovata per caso nei meandri dei miei archivi musicali, l'ho messa nel mediablog.
E' di Leonard Cohen, ed è intitolata appunto "The future". Apocalittica, ma molto bella....

Ci sono almeno due amiche speciali alle quali credo piacerà di sicuro (sempre che non la conoscano già!) :-)

6 commenti:

  1. che strana immagine vederti assorto nei tuoi pensieri con la sabbia tra le mani ed il " profumo " dei cammelli a farti compagnia. La vita è una, e le cose importanti si contano solo in una mano. Decisione sofferta, ciao *

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  2. anch'io un tempo mi son trovata a decidere pe rua cosa simile. Anch'io , attaccata di più al passato che non al futuro, ho rifiutato. Non me ne sono pentita. Ma ognuno ha il suo poi, eh.

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  3. @Sestosenso67: Ti dirò che passare un po' di tempo ad assaporarmi il deserto lo passerei anche volentieri hehe. Cammelli a parte. :D

    Poi da li a passarci la vita... ma ho ancora qualche mese per pensarci! :-)


    @entina: è il solito dilemma, cuore o cervello? E figurarsi se sono mai d'accordo quei due! :-) Ciao!

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  4. restare o partire è un dilemma che affligge molte delle persone che conosco...me compresa! Posso immaginare che non sia facile prendere una decisione di questo tipo soprattutto considerata la distanza del luogo in questione....tuttavia sono certa che tu, mio caro e dolce amico, prenderai la decisione più saggia!

    P.s. Se decidi di trasferirti là considera che io e l'altra socia passeremo sicuramente a trovare sia te ..che i cammelli ovviamente!

    t.v.b.

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  5. dimenticavo...ti ho coinvolto in un gioco!

    passa da me!

    besos

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  6. Curlyz cara, ovunque sarò, da qualche parte qui nel nebbioso nord, nel deserto mediorientale o (magari) in qualche località nel sud della Spagna... "mi casa es tu casa".


    Appena ho un attimo passo a dare un occhio al gioco hehe, chissà cos'ha combinato la mia riccia amica...


    Tvb

    Ste




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