domenica 30 novembre 2008

Through the grapevine...

GrapevinesNon mi sono mai piaciute le sfumature di grigio, sono indecifrabili e destabilizzanti... non sai mai bene a che punto del gradiente ti trovi.
Dicevo, non mi piacciono, ma come tutti mi trovo naturalmente costretto a fare i conti con loro, perchè il bianco e il nero sembrano in fondo essere concetti puramente astratti, entità che poco hanno a che vedere col mondo reale.
Molti in queste sfumature trovano il loro habitat naturale, e (consciamente o meno) si godono la libertà data dall'assenza di punti di riferimento precisi. Un relativismo che in fondo rende tutto giustificabile, basta cambiare il punto d'osservazione... in un certo senso diventa tutto molto più semplice, no?

Ma io in questa melma grigiastra annaspo a fatica, in perenne tensione verso quel bianco o quel nero che determinano l'orizzonte dei miei sentimenti e della mia morale.
E' faticoso, e lo diventa ancor di più quando mi tocca affrontare la realtà e tornare sul pianeta terra, rendermi conto che non sono nè Mr Spock nè un santone tibetano, e che talvolta l'unico modo per andare avanti è accettare un compromesso, e scegliere il grigio.

Un'altra cosa che crescendo ho imparato è che non solo esiste il grigio con le sue infinite sfumature, ma che addirittura il bianco e il nero si "spostano", e mi trovo ad accettare come naturali situazioni che fino a pochi anni fa mi sarebbero sembrate inconcepibili.
E' come navigare senza bussola col solo aiuto delle stelle, ma con la mia personale volta celeste che poco a poco si sposta secondo criteri imprevedibili.

Sto descrivendo con metafore sufficientemente cervellotiche forse quello che un vecchietto riassumerebbe con un incisivo "Crescendo si cambia, ragazzo mio"... ma quello che vorrei dire a quel vecchietto è "E allora a cosa cazzo devo credere se tutto cambia foma di continuo, io compreso?"

I rapporti tra le persone sono sempre più deformati, i concetti di amicizia, amore e rispetto, sembrano non avere più lo stesso significato che avevano per i nostri nonni e le eccezioni sono rare, purtroppo.

Nella mia cerchia di amicizie e conoscenze, le persone felici di quello che stanno costruendo col partner si contano sulle dita di una mano... tutto il resto è un favoloso cocktail di separazioni e divorzi, dubbi strazianti, paure, cornificazioni, reciproche sopportazioni.. capite bene che la linea del mio "orizzonte" di qualche anno fa non comprendeva assolutamente situazioni come queste. Forse ero solo ingenuo?
Ancora oggi mi sembrano dolorose assurdità, ma può darsi che sia solo questione di tempo, e poco a poco la volta celeste ruoterà ritarando di nuovo il concetto di cosa è accettabile e cosa è no.

Dal canto mio, scenderò dalla mia staccionata solo quando sentirò le "campane suonare", e a parte un tintinnio sentito lo scorso anno (prontamente soppresso, probabilmente era meglio così) è un po che non capita.
Che faccia anche questo parte di una mutazione dell'orizzonte, in atto a mia insaputa?
Mi spiacerebbe non sentirle più, perse nella nebbia (grigia)... era una bella sensazione.

Vorrà dire che per ora me ne starò su questa staccionata, con un filo d'erba in bocca, a guardare il mondo che mi esplode davanti.


Scritto in compagnia di un cd di Marvin Gaye (e uno scotch).




12 commenti:

  1. Stefy caro,

    mi ritrovo tantissimo in ciò che hai scritto (mi conosci e sai anche le righe esatte a cui mi riferisco!).

    Fino a qualche tempo fa credevo anch'io che il mondo, i pensieri e le persone si dividessero nelle categorie astratte del bianco e del nero...ma poi la vita ti mette di fronte a situazioni che ti fanno necessariamente ricredere ...o forse capire che, per non impazzire, bisogna scedere a compromesso con le tonalità del grigio!!!

    ti voglio bene (in tutte le tue sfumature :-D)

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  2. Curlyzina, è proprio così... lo si fa per non impazzire, o per non essere costretti a isolarsi dal resto del mondo... l'interazione col prossimo sembra richiedere continuamente piccoli o grandi adattamenti del nostro "io", compromessi appunto.


    Forse l'unica cosa che possiamo fare è cercare di capire quanto ci stiamo allontanando dalla boa bianca, per nuotare almeno in quella direzione.

    Dovesse mai servirti un pedalò, sul mio ho anche una buona scorta di caffè e sambuca :-)


    Intanto ti abbraccio un po', visto che è da qualche tempo che non capita l'occasione... :D

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  3. Io ho cominciato a capire da poco che a cambiare non sono le cose della mia vita, ma il mio modo di percepirle. E ho anche capito di aver cominciato a crescere la prima volta che ho dovuto spostare il mio nero un bel pezzo avanti. Crescerò forse del tutto quando mi sentirò in grado di restare a guardare come te, dalla staccionata, tutte le mie convinzioni andare allo sfascio.

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  4. Forza che c'è posto Nephie, siamo in tanti ma la staccionata è lunga! :-)

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  5. Mi sarebbe piaciuto sentire queste parole nella mia cucina,accompagnati dal caffè di questa casa...Forse non saremmo venuti a capo di un bel niente ma avrei diviso con te qualcosa che mi manca:discorsi seri e intelligenti (con qualche tua meravigliosa battuta!)...

    Inutile dirti Ste che i cambiamenti aiutano,ma ce ne rendiamo conto solo dopo...Ciò che conta è proprio quel dopo.Il sentirsi destabilizzati è una "prerogativa" solo di persone che hanno una mente attiva.Fidati...

    Intanto ti abbraccio e quando vuoi il caffè c'è sempre da queste parti =)

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  6. Piccola Midori, un bel caffè tutti assieme ci starebbe proprio sai? Manca da troppo, lo dicevo pocanzi anche alla tua ricciola socia!

    Magari, dopo il caffè, ci facciamo anche un bel giro di sambuca, e brindiamo alle affinità elettive! :D

    Ti lascio una bella stritolata doc!

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  7. Sai la differenza tra atto e potenza? Sia in atto che in potenza, un'identità resta tale. Non c'è una non identità (un "non è"?). Anch'io ho sempre cercato di raggiungere un punto fermo, un punto d'arrivo, un colore netto che potessi sentire mio e che potesse "dirmi chi sono". Ma io sono i miei (pochi ma buoni) punti fermi, e tutta la mia magica potenzialità... di progredire, di regredire, di cambiare idea. In questo mondo mutabile e leggero, costanza è spesso il variar pensiero, si dice. Io credo che il nostro io si trovi nella capacità di racchiudere nel nostro corpo tutto questi cambiamenti, rendendoli energia vitale e ciclo esistenziale, anziché lasciare che si spargano al di fuori facendoci sentire smarriti. E la morale non è meno salda se fa substrato ad un terreno mutevole, anzi. Solo quando saremo l'insieme di tutti i movimenti dentro noi, saremo davvero qualcuno e non un rigido concetto.


    Quanto ai tintinii... hai tutta la mia solidarietà: posso ascoltarli per un po', ma non mi bastano e se l'istinto mi dice di reprimerli... lui ne sa più di me, credo ;-) Quando suoneranno le campane... scenderò anch'io, forse. O forse no :-)

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  8. @bethany: da un certo punto di vista, impossibile darti torto: uno schema di pensiero totalmente "fermo", statico e immutabile nel tempo non è una gran caratteristica.

    Significherebbe non imparare mai dai propri errori, o dare per scontato di essere sempre nel giusto (o sempre nel torto).

    Il poter cabiare opinione sulle persone e su se stessi, in sè è una cosa buona.


    Ma quello che io critico è l'abuso che spesso si fa di questa nostra "malleabilità" per far rientrare nella sfera dell'accettabile quello che in quel momento ci fa più comodo. Ad esempio giustificando un nostro comportamento che abbiamo giudicato deplorevole fino a 2 giorni prima, quando magari stavamo giudicando un nostro amico.


    Capisco quello che intendi come "magica capacità di trasformarsi", ma secondo me dei punti fermi morali devono esistere eccome.

    Prendiamo ad esempio la giustizia: come puoi decidere se l'imputato X è colpevole o innocente se le leggi mutano di continuo, spostando l'asse della legalità prima da una parte e poi dall'altra?


    Ma è un mondo difficile... :-)

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  9. assolutamente mi trovi d'accordo con le tue riflessioni.... stavo per scrivere un post molto simile sul mio blog, ma a questo punto farei prima a fare copia e incolla del tuo....

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  10. Certo, ma le leggi, la storia lo insegna, talvolta sono frutto di un periodo storico ingiusto o magari anche giusto, ma allora... e non ora. divengono obsolete, o sono nate tali a seconda dei casi. Sarà per questo che pur trovando il male e il bene in entrambi i sistemi giuridici, tra quello romanista e quello anglo-americano ho sempre trovato "scientificamente" (e astrattamento) più corretto il secondo. Poi conta l'applicazione, ovvio.


    Quanto ai punti fermi nella nostra morale... sicuramente debbono essercene... ma anche il più estremo punto fermo, può tener conto delle circostanze in dati casi. E non dico mutare del tutto... ma rispetto a quel dato caso. Come quando diciamo che i genitori vanno rispettati, ma poi ci sono genitori degeneri su cui oggettivamente non puoi dirlo. E allora perdoni QUEL bambino che non li ha rispettati, ma questo non vuol dire cambiare idea su tutti i bambini.


    E' solo un esempio ovviamente.

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  11. Sai comunque a me capita di criticare qualcuno per cose che faccio anch'io... è che magari può succedere di farle senza rendersi conto... o di farle spinti dalla propria psiche e non dalla propria morale o ragione, e nemmeno dal proprio cuore!

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  12. @sally06: fai pure Sally! A meno che sia un racconto, non metto il copyright ai miei pensieri :D


    @bethany80: daccordissimo su tutto... il mio esempio sulle leggi era riferito a norme che magari cambiano da un anno all'altro e che puzzano di torbido lontano un miglio (vedi certi condoni, depenalizzazioni di reati e indulti vari). In molti di quei casi, è palese che la modifica è stata apportata per ragioni di convenienza e non perchè mutamenti epocali hanno stravolto la società o il comune pensiero.


    Ma in realtà quello era solo un esempio, e il nocciolo della discussione era proprio legato al discorso morale.

    Come tu dici (e io sono daccordo) anche chi ha principi morali rigidissimi deve necessariamente valutare gli aspetti "ambientali" di una determinata situazione prima di dare giudizi.

    Ma il "problema", se così vogliamo chiamarlo, non è chi li ha, questi solidi principi, quanto piuttosto chi non ne ha o li muta a seconda della necessità.


    Poi a tutti capita di sbagliare, per carità... :D

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