Oggi ho ricevuto un invito a cena da un caro amico. Di solito se non ho impegni accetto, anche se con qualche riserva, fondamentalmente di carattere culinario: prepara spesso piatti improbabili e dai gusti decisamente.. non gustabili.
Le cose sono migliorate un poco da quando si è sposato, ma neanche troppo visto che ai fornelli vuole starci sempre lui!
Ad ogni modo, questioni culinarie a parte, stavolta ho rifiutato. Abita a una trentina di km da qui, c'è una nebbia che si taglia col coltello e a dirla tutta ho voglia di guardarmi un film in totale relax a casa!
Però averlo sentito mi ha portato alla mente un increscioso episodio risalente ad un paio di anni fa, e che vede coinvolti me, lui, quella santa (o pazza) donna che è ora sua moglie, e una ragazza sconosciuta.
Diciamo che era quel periodo dove il mio amico voleva farmi da agenzia matrimoniale. Visto che lui aveva trovato da poco la nuova fidanzata, non riusciva probabilmente a concepire il fatto che io non l'avessi, e per sistemare questa situazione per lui insostenibile provava con ogni scusa a "sottopormi" amiche e conoscenti.
E, per come sono fatto io, questo approccio che potrei definire con "conoscenza coatta di individui a caso" non è che sia proprio il massimo.
Quella sera il mio amico mi ha però trascinato in una trappola, dicendomi che a cena ci sarebbe stata un po' di gente, fornendomi accortamente informazioni plausibili su chi sarebbe venuto ecc. E ci sono cascato.
Questo è più o meno quello che è successo
Derek: Ue ciao G, come va? To, metti in frigorifero questa bottiglia, col dolce deve essere eccezionale
G: Oh grazie, la metto subito. Dai entra e togliti la giacca, gli altri stanno arrivando
Derek: Ok.
Entro e vedo un tavolo apparecchiato alla bell'e meglio, ricoperto da vassoi di tartine, ciotole con patatine, bottiglie di vino e bibite.
L'apparecchiatura era fuorviante, non si capiva quanti posti fossero stati preparati. Da qualche parte nel mio cervello una vocina diceva "4, sono 4 posti e basta cazzo, E' UNA TRAPPOLAAAAA"
Dovevo ascoltarla quella vocina, e invece ho visto i fonzies e non ho più capito niente.
Dopo qualche minuto arriva la ragazza di G.
Derek: Heila M, ciao!! Quanto tempo... allora, come va col tuo nuovo ometto, ti fa arrabbiare o lo stai tenendo in riga?
M: Hehe... he. No dai. (questa è stata più o meno la sua risposta. Sapete, era molto timida allora)
Derek: Beh, allora, ma i ragazzi arriveranno mica alle 10! Mi sa che il risotto tra poco sarà cotto e...
G: Beh dai, ti dico come stanno le cose. In verità stasera i L., A. e M. non ci sono. La cena con loro è la settimana prossima. Stasera invece viene una mia amica, S.
Derek: No dai cazzo, ma lo sai che a me...
G: ma dai, che problema c'è! Conosci una persona nuova, mica è detto che ci devi andare a letto subito no?
Derek: Non è questo il punto G, ziocantante, è che...
Non finisco la frase: G. Mi prende per il braccio e mi tira da una parte, lontano dalle orecchie della sua futura moglie
G: 'scoltam chi [Trad. dialetto locale: "Ascoltami un po'"], questa qua è una gran gnocca credimi. Ed è pure scrittrice! Cioè, non proprio. Lavora come assicuratrice ma scrive delle cose per conto suo e ha già pubblicato un racconto. E poi era scout con me ed è anche troppo simpatica. Ti fidi di me?!
Guarda se la sua ragazza sta origliando. No, via libera. Fa la faccia da cospiratore
G: E la sai una cosa? ha due tette così, secondo me è una quarta abbondante, sicuro.
Non sapevo se mettermi a ridere, incazzarmi o cosa
Derek: Scolta G. so che fai tutto questo per il mio bene, ma vedi, non credo sia la strada giusta...
G: Ma che cazzo dici, tho detto che è una gnocca da paura e ha due tette così e fai il difficile?
Derek: G, per quanto possa sembrarti impossibile, per me le dimensioni delle tette non sono un fattore determinante. E gli scout mi sono sempre stati sul cazzo, tu sei quasi una eccezione.
G: Senti, la tua ex era messa bene mi pare. E anche la tua ex ex, quindi non venirmi a raccontare cazzate sul "fattore determinante"
Derek: G pensala come vuoi, fatto sta che mi stai mettendo in una situazione del cazzo nella quale non vorrei assolutamente essere, e anche se le tue motivazioni erano nobili..
Suona il campanello. G va ad aprire
Derek: questa me la paghi G, ah se me la paghi!!!
Entra lei. Una ragazza appariscente, lunghi fluenti capelli rossi, minigonna e tacchi. Un po' timida forse. Gli attributi descritti da G c'erano tutti, nulla da obiettare. Però avrei voluto teletrasportarmi su plutone ugualmente.
G: S, ti presento Derek.
S: Ciao Derek, piacere
Derek: Il piacere è mio (sorridevo ma avrei voluto strangolare G, letteralmente)
G: Forza ragazzi, è pronto il riso, a tavola!
E così, eccomi al mio primo appuntamento al buio. Forzato.
Si è cenato, discusso del più e del meno e anche riso abbastanza... tutto sommato credevo peggio, sembrava una tranquilla serata in amicizia come tante altre. Ma mi illudevo.
Sul tavolo a fine cena, ancora prima del dolce, c'erano 2 bottiglie di vino rosso finite e una poco più che a metà, ed eravamo in 4. E la ragazza d G. è quasi astemia.
I conti son presto fatti, G e S erano amabilmente brilli, mentre M era solo allegra. A lei basta poco per sentirsi le gambe molli.
Io ero l'unico lucido, o comunque sufficientemente lucido per rendermi conto della piega grottesca, surreale, che stava prendendo il tutto.
M si alza e dice: ragazzi, io vi saluto che domattina mi devo alzare presto. Ciao!
Dentro di me pregavo che rimanesse, capivo che rappresentava in qualche modo il baricentro dell'equilibrio instabile della situazione. Se ne andò. E l'equilibrio, scusate il termine, andò a farsi fottere.
G: (guardando con gli occhi lucidini color lambrusco me e S, seduti dall'altra parte del tavolo) Beh, allora?
Derek: Eh allora mi sa che è un po' tardi anche per me, la giacca dove l'hai...
G: nono, siediti dai, dicevo... cioè, allora? Vi baciate si o no?!
Ragazzi, questa frase sembra presa da uno di quei vecchi telefilm, "Ai confini della realtà", e invece era reale.
Derek: Cosa?!? Va la, va la, mi sa che G ha bevuto un po' eh S, cosa ne dici?
Mi giro verso di lei e mi sta sorridendo un po' bevuta e un po' gattona...
Mi rigiro verso G, allibito.
G: Vedi, sei tu che trascendi sempre la norma... essù baciatevi dai. Se vuoi mi giro così non ti senti osservato.
A questo punto anche plutone sarebbe stato troppo vicino, vi giuro!!!
Mi giro di nuovo verso di lei ed era a non più di 20 cm da me con le labbra protese. L'intenzione era inequivocabile.
Non sapevo cosa fare, avrei voluto mandare a quel paese tutti ma mi dispiaceva per lei, mi sembrava una buona ragazza, ubriaca e un tantino "invadente", ma buona.
Ma non potevo baciarla, su dai, ma neanche alle scuole medie succedevano cazzate così. E poi bacio chi mi pare (e piace soprattutto), mica a caso, cazzo!
E così le ho messo un braccio attorno alle spalle, ruotandola delicatamente per deviare la traiettoria delle sue labbra, e dicendo a G che era ancora girato: Senti un po' G, magari per il bacio facciamo la prossima volta, non sarebbe galante baciare una ragazza al primo appuntamento no?
G Si gira, con la faccia di chi ce l'ha messa tutta per fare una buona azione ma che alla fine non ce la fa e dice: Ok dai, ma non sai cosa ti perdi!! (e fa l'occhiolino a lei).
Quella serata me la ricorderò per sempre, credo sia stata una delle più imbarazzanti e grottesche situazioni che abbia mai vissuto!
Chissà, forse quella ragazza non mi sarebbe piaciuta a prescindere, anche se l'avessi incontrata per caso (di solito sento una scintilla, o un rimescolio alla base dello stomaco, o un tuffo al cuore... con lei nulla di tutto ciò, con sommo dispiacere del mio premuroso amico), ma l'incontro a casa di G quella sera è quanto di più lontano possa esserci dall'idea di romanticismo, o almeno dalla mia idea di romanticismo.
Da quel giorno il mio amico ha pressoché smesso di presentarmi amiche e conoscenti. Ogni tanto ci riprova, ma a quel punto gli ricordo la "tremenda serata" e a quel punto alza le mani, affranto, e se ne va come il tenente Colombo quando esce di scena.