domenica 14 ottobre 2007

A perfect day - Un quasi racconto


Oggi ho riscoperto quanto ami svegliarmi presto la mattina, quando ancora c'è buio. Adoro il surreale silenzio che avvolge tutto, e quell'atmosfera carica di attese per il nuovo giorno che sta per accadere. Gli unici rumori sono quelli ovattati che giungono dalla statale lontana qualche chilometro da qui,e i primi timidi cinguettii degli uccellini più mattinieri


Ok, è ora di muoversi.


Rifaccio al volo il letto e poi mi butto sotto la doccia. A mille gradi come sempre. Ho già preparato i vestiti e alcuni CD, come d'abitudine accuratamente selezionati in base all'umore, ai vestiti che indosso, al clima e ad un'altra manciata di variabili. Sono malato, lo so.


Sono le 5... mentre mi vesto fuori dalla finestra il cielo inizia impercettibilmente a tingersi di viola, ma le stelle brillano ancora con forza


Esco di casa con i cd in una mano (non credevo di riuscire a tenerne tanti tutti un una mano!) e le chiavi nell'altra. Fa fresco, decisamente, e la giacca sportiva che ho deciso di mettere forse è un po' leggera per questa mattina di fine settembre. Ieri ho falciato il prato (adesso si che sta bene) e si sente il profumo umido dell'erba tagliata di fresco e di rugiada.


Premo il pulsante sul piccolo telecomando e le luci delle frecce mi avvertono che ora l'auto è aperta. Mi perdo un attimo a guardare le gocce d'umidità sulla carrozzeria, poi getto uno sguardo oltre la capote, al quartiere ancora addormentato in quell'aria immobile eppure vibrante. E penso quanti particolari spesso ci perdiamo trascinati giorno per giorno dalle nostre urgenze, vere o immaginarie che siano.


Salgo in auto e appoggio i CD sul sedile del passeggero. Non ho mai voluto un caricatore di CD, li cambio troppo di frequente. Accendo l'auto e subito il suono corposo, metallico e caldo dei 6 cilindri si riversa nelle mie orecchie. Penso che prima di accendere lo stereo mi gusterò un po' di quest'altra "musica".


Premo leggermente l'acceleratore e guido l'auto fuori dal vialetto. Passione sicuramente "frivola" quella per le auto, lo ammetto. Ereditata da mio padre con ogni probabilità. Ma deve essere una caratteristica di famiglia: fratello, zii e cugini... tutti amanti dei motori, chi delle 4 chi delle 2 ruote. Deve essere il fatto di essere nati nelle terre di Nuvolari hehe...


Credo che prima di partire mi berrò un bel caffè caldo.


Il bar centrale è nella piazza del paese, come nella più classica delle tradizioni. Parcheggio l'auto proprio davanti al bar. Ci sono un paio di camion in sosta, con le frecce accese. I due camionisti sono al bancone, bevono un cappuccio mentre discutono sorridendo.


Ho sempre provato simpatia per i camionisti. Il fatto che mio padre, mio nonno e mio bisnonno fossero camionisti dite che voglia dire qualcosa?


Saluto il barista e ordino il mio caffè. Un espresso, bello "carico" come lo fa lui (e come piace a me), niente amenità tipo "Ristretto macchiato freddo con tazza trasparente già zuccherato, grazie".


Prendo la tazzina e me la porto al tavolino, dove una gazzetta quasi calda di stampa mi aspetta.


Sbaglierò ma raramente leggo i quotidiani nazionali, per sentire bugie e banalità mi basta accendere la tv in qualsiasi momento. E lo faccio sempre più raramente. Preferisco restare in contatto con la realtà locale, del posto in cui vivo. Notizie che parlano di strade dissestate da sistemare, di premi consegnati a studenti modello, di sindaci indignati, di consiglieri volenterosi, di pesche eccezionali fatte sul Po, dei risultati della squadra locale di calcio o di rugby. E la pagina dei morti. Pure quella è una tradizione di famiglia, non chiedetemi perchè ma alla pagina dei morti una sbirciata la si da sempre.


Sono le 6:15, ho tutto il tempo che voglio. Sorseggio il caffè. Fuori albeggia ma c'è ancora abbastanza buio, e nelle vetrate l'interno del bar si rispecchia con le sue calde luci gialle.


Tra un paio d'ore circa una cara amica entrerà probabilmente a gustarsi la quotidiana dose di caffeina. Per quell'ora io sarò già abbastanza lontano. Mi spiace perdermi la colazione con lei.


Pago il caffè e mi compro un pacchetto di Fishermans, quelle classiche... le adoro! E le trovo solo in questo bar.


Fuori nella piazza inizia ad esserci un po' di fermento. Oggi è giorno di mercato, e stanno arrivando i primi furgoncini.


Raggiungo l'auto e salgo, mentre la luce di cortesia si accende lentamente. Prendo i CD dal sedile a fianco e inizio a "sofgliarli", decidendo quale si addice di più a questa mattina, fatta di sensazioni naturali e piacevoli che da tempo non gustavo.


Mentre ci penso, lo sguardo mi scivola sul sedile del passeggero, vuoto.


So di essere un solitario, e che in linea di massima basto a me stesso... o per lo meno il più delle volte riesco a convincermi della cosa. Ma non posso fare a meno di pensare che se su quel sedile ci fosse la mia dolce amica caffeinomane, beh... insomma, credo che con ogni probabilità ritratterei immediatamente sulla faccenda del "da soli è meglio" hehe.


Meglio che scelgo il CD, se resto qui a pensare ancora un po' fanno in tempo a costruirmi il mercato attorno!!


Ok: Chris Rea, Auberge. E' deciso.


Sulle ritmate note della prima canzone lascio il paese alla sua mattinata fatta di urla di venditori, di casalinghe e vecchiette che si lamentano del prezzo del formaggio e della carne, di arzilli anziani, veterani del "bicchiere di vino bianco dalle 9 di mattina in poi", che animatamente discutono di calcio e politica, esponendo le loro teorie in quel dialetto tanto prodigo di bestemmie e imprecazioni caratteristico di questa zona.


Decido di prendere solo strade secondarie o al massimo statali, niente autostrada oggi, voglio godermi il viaggio. Il sole inizia ad illuminare la campagna attorno a me. La terra bruna e umida, arata di fresco, luccica sotto i primi timidi raggi di sole. Fa ancora fresco, ma decido di abbassare ugualmente i finestrini per respirare a pieni polmoni questa dolce aria di settembre.


Da dove abito le colline non sono molto distanti, e dopo solo una mezz'ora di viaggio mi trovo già sulla serpeggiante strada che porta verso il lago, distante ormai non più di una trentina di chilometri. Tra le fronde degli alberi scuri filtra la luce gialla e rosa dell'alba. Gli uccellini ora cantano a squarciagola, sono ansiosi anche loro di godersi questa giornata.


In viaggio, da solo e senza frette, cullato dal suono del motore e dalle note della chitarra "slide" di mr. Rea, ho tutto il tempo per pensare.


Penso a tante cose: a me stesso, alla mia famiglia, ai progetti per il mio futuro.. al mondo che mi sta attorno e a quanto spesso mi ci senta fuori luogo.


A quanto mi trovi a mio agio da solo, ma anche quante volte, allo stesso tempo, mi capiti di sentire il desiderio di avere al mio fianco qualcuno con cui condividere sogni, risate e carezze.


Mi viene in mente il testo di una canzone stupenda...



"Everybody's looking for
Somebody’s arms to fall into
And it's what it is"



E mentre penso a queste cose in lontananza scorgo il lago, bellissimo e quieto. Canzoni calde, dolci e malinconiche mi accompagnano verso quello specchio d'acqua incastonato tra le montagne. L'auto scivola veloce tra le curve.


Nel portaoggetti il telefono cellulare è spento, non so se lo accenderò oggi, probabilmente no.


Penso al lavoro e alla vita che tutto sommato mi sono scelto, indirizzandomi negli anni verso la direzione che sto percorrendo ora.


A volte ci penso, è bizzarro... amo tutto ciò che sa di storia, di antico, e anche i miei valori sono decisamente "old-style" (cosa della quale vado anche abbastanza fiero, considerati i "valori" che vanno in questi tempi), e mi trovo a lavorare in un settore che ha nella tecnologia, nel marketing e nella pubblicità la sua ragion d'essere.


O "core business", come la definirebbero i miei soci. E come talvolta la chiamo anche io, di fronte a qualche cliente che ho la necessità di impressionare. Sorridendo dentro di me.


Alla fine, tolti i paroloni, continuo a sentirmi un artigiano che realizza con cura i suoi prodotti. Solo che invece di usare sega e martello uso tastiera e mouse.


Non so se resterò in questo settore per sempre... qualcosa mi dice di no, vedremo.


Spero che un po' dello spirito imprenditoriale di mia nonna (che mi manca parecchio) scorra nelle mie vene. Se ce ne fosse anche solo una goccia, sarei salvo!


La strada scorre a pochi metri dalla riva. Le spiagge sassose, alla mia sinistra, sono ancora deserte, ma tra poco inizieranno ad arrivare i primi turisti, con le loro sdraio pieghevoli sotto braccio, le ciabatte e gli asciugamani.


Attraverso uno ad uno i paesi nati a ridosso della sponda del lago, con le loro aiuole curate alla perfezione da solerti giardinieri, le viuzze ciottolate, antiche e perfettamente mantenute, con le raffinate case dai muri in pietra e le palme nei giardini, i fiori che fanno bella mostra di se da ogni balcone e le vetrine dei caffè alla moda che danno direttamente sulla strada.


Penso che non mi dispiacerebbe vivere da queste parti. Che genio eh?


Cambio CD, ora metto su una raccolta dei Dire Straits.


Sultans of swing, semplicemente favolosa.... è una canzone che ha da sempre il potere di mettermi in pace con me stesso.


La strada si allontana dalle rive del lago per lanciarsi a capofitto in una piccola vallata tra le verdi colline ricoperte di pini.


Il luogo dove voglio andare non è molto distante, a questa andatura non dovrei metterci più di mezz'ora. Mi gusto ogni singola nota come ogni singola curva, e giunto a Romeo and Juliet intravedo già la meta del viaggetto.


Un piccolo specchio d'acqua, nulla a che vedere con l'immenso lago fiancheggiato prima. E un castello, posto su un isolotto a un centinaio di metri dalla riva e collegato alla terraferma da una angusta striscia di terra.


Quando lo vidi la prima volta, anni e anni fa, pensai di avere le traveggole. Avrò avuto si e no 10 anni, e tornavo da una vacanza coi miei genitori.


Il lago è così piccolo e così protetto dalla vegetazione che se non fai attenzione rischi di perdertelo. E infatti nè mia mamma nè mio padre videro nulla, e quando gli chiesi se avevano visto il "castello in mezzo al lago" probabilmente dovettero aver pensato che mi ero attaccato alla bottiglia di grappa ai frutti di bosco che avevamo preso al rifugio qualche ora prima.


Parcheggio l'auto in una piazzola a scendo ad ammirare il paesaggio. C'è silenzio, e si sente solo il leggero sciabordio delle onde del lago che si infrangono contro la riva. Il cancello in ferro battuto che da l'accesso al terrapieno che porta al castello è ancora chiuso.


Sotto le fronde degli alberi, a ridosso della riva, ci sono alcune panche in legno. Mi siedo e rimango a guardare quello spettacolo... le maestose montagne che racchiudono questa piccola valle, la luce del sole che si riflette sulle tranquille acque del lago, e il castello, con i rampicanti che ne adornano le antiche mura.


E' tutto molto romantico, e un po' mi spiace non aver qualcuno seduto su questa panca qui con me.


Ma è solo per un momento. In fondo sono un solitario, no? E questo è un giorno perfetto.


14 commenti:

  1. Sono senza parole.Ho riletto almeno tre volte tre.Probabilmente lo rifarò ancora domattina quando riaccenderò questa scatola coi suoi microchip.Ma è la stessa che riesce a farmi scovare e apprezzare ancora "eccezioni umane"...Quelle come te,che sanno nutrirsi ancora di queste giornate perfette,uniche,emozionali...E per un attimo mi sono vista sul sedile posteriore,col nasino appiccicato al finestrino e le mani a tenermi il mento....

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  2. se la tua amica caffeinomane fosse stata al tuo fianco in macchina...ti avrebbe costretto ad ascoltare romeo and juliet almeno 15 volte!!! che bello questo racconto...quasi si sentiva il profumo dell' aria fresca!

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  3. Grazie Khira... sono contento che ti sia piaciuto. Una volta tanto non ho parlato di morti, ci hai fatto caso?! :D Hehe... E sono daccordo con te, è straordinario come grazie a queste fredde macchine riusciamo ogni tanto a trovare tanto calore umano in persone che altrimenti mai forse avremmo conosciuto.

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  4. sono senza parole e senza fiato...ed anche terribilmente invidiosa...

    è bello leggerti

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  5. @magulladura: grazie anche a te, davvero! Invidiosa però no dai hehe, avessi scritto un best-seller allora magari... :D

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  6. invidiosa per la giornata

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  7. Aaaah capito!! Sono giornate rare, preziose. E forse la loro bellezza sta proprio nella loro "quasi unicità"... :-)

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  8. è vero...ed è bello viverle in solitudine

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  9. E ho riletto davvero stamattina =)

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  10. @Khira: Hehe, e com'è leggerlo all'ora di colazione? Ha un "gusto" diverso? :-) A me hai rimesso voglia di fare la conserva...

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  11. ....ho colto sfumature che ieri notte mi sono sfuggite...era da Tempo che non me ne stavo rannicchiata a stringermi le ginocchia sul mio cuscino rosso e la mia tazza personale per il caffè...

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  12. Leggendo è dispiaciuto anche a me non esser lì con te... anche se non ti conosco, ma adoro la mattina presto e le cose fatte con calma...

    Un saluto.

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  13. @Khira: ho letto solo adesso il commento mannaggia. Onorato che questo raccontino sia diventato piacevole compagno di caffè e cuscino! :-)


    @Testardasempre: In effetti su quella panca non si stava affatto male sai? E poi c'è così poco tempo per fare le cose con calma.. è bello riuscire a trovarlo di tanto in tanto! :-)

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